Un nuovo video shock arriva dall’America: è l’ennesima, tristissima, dimostrazione dell’efferata violenza della polizia americana.
L’episodio in questione risale al 30 marzo scorso ma la famiglia soltanto adesso ha trovato la forza ed il coraggio di diffondere le immagini. A questo punto viene da pensare che chissà quanti, come lui e come l’ormai simbolo di quest’inumana brutalità, George Floyd, siano stati vittime di coloro che dovrebbero difendere le persone e non ammazzarle.
La vittima si chiamava Daniel Prude, 30 anni, originario di Chicago. Era appena arrivato a Rochester per una visita con la sua famiglia. La polizia è intervenuta dopo che il fratello Joe ha chiamato il numero di emergenza 911 per denunciare la scomparsa del fratello dall’abitazione in cui si trovavano, spiegando che Daniel soffriva di disturbi mentali.
Il video mostra l’uomo correre svestito per strada, ma quando i poliziotti intervenuti gli ordinano di mettersi a terra obbedisce e mette le sue mani dietro la nuca. Appare però molto agitato e urla mentre lo ammanettano.
Gli agenti poi gli infilano la testa in una maschera “antisputo”, una sorta di cappuccio usato per proteggere i poliziotti dalla saliva delle persone fermate, soprattutto in tempi di pandemia.
Si sente Prude supplicare di togliere quel cappuccio che non lo fa respirare, ma per tutta risposta un agente sbatte la sua testa in terra e poi con due mani gliela tiene premuta contro l’asfalto, urlando all’uomo “basta sputare!”.
Intanto le urla si trasformano in gemiti e grugniti, mentre un altro agente gli mette un ginocchio sulla schiena.
I poliziotti iniziano a preoccuparsi solo quando l’uomo inizia a vomitare, poco prima di rimanere privo di conoscenza. E’ morto sette giorni dopo in ospedale, dove era stato portato in fin di vita.
Come riporta l’ANSA, la perizia del medico legale parla di “omicidio causato dalle complicazioni di un’asfissia dovute a una coercizione fisica“.