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A CAIVANO nun se salva nisciuno!

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CAIVANO – Quello che sta succedendo in queste ultime ore di pre-campagna elettorale e quello che si avrà domani a mezzogiorno dalle ufficialità delle liste è un film già visto. Succede dappertutto quando la politica, quella classe dirigente che conta o che vorrebbe rinnovarsi non è capace di mettere su un’alternativa valida all’embrione del carrozzone eterogeneo che si sta creando.

Attenzione, questo editoriale non nasce per condannare o salvare qualcuno, perché come diceva Eduardo Bennato in un suo pezzo del 1989: ‘E figlie ‘e papaà, chille ca chiagneno miseria, chille ca prestano ‘e solde c’ o interesse, chille ca mandano ‘e pacche d’ a Befana, ‘e vigile, ‘e masturgiorge, ‘e fravegature, chille che fanno ‘e scippe ‘mmiezzo ‘a via, ‘e cusigliere, ‘o sindaco, ‘e cammurriste, ‘a polizia, nisciuno! Nun se salva nisciuno, nisciuno nisciuno, int’ ‘a ‘sta città nun se salva nisciuno!

Alea iacta est come ebbe a dire Giulio Cesare dopo aver varcato, nella notte del 10 gennaio del 49 a.C., il fiume Rubicone. I giochi sono fatti e Caivano è stato capace di far partecipare all’assalto alla diligenza anche gli unici che potevano vantarsi di essere il nuovo e l’unico partito formato da giovani che mai hanno avuto esperienze politiche. Sto parlando del Movimento 5 Stelle che grazie o per colpa della votazione avvenuta pochi giorni fa sulla piattaforma Rosseau hanno potuto scegliere di allearsi con partiti tradizionali. Così il gruppo di Caivano che aveva già presentato la sua lista, con candidato a sindaco Pasquale Penza per ricevere la certificazione dalla sede centrale del partito, ha scelto di allearsi con la coalizione di centrosinistra sotto l’egida di Enzo Falco.

Così si chiude il cerchio, come si è sempre chiuso in altri territori, quando a distanza di tempo e in mancanza di alternative valide, si crea un carrozzone con tutti dentro. A quella che si può definire la coalizione di centrosinistra – oramai solo nel nome ma non nei fatti – non manca assolutamente nulla. Hanno raccolto di tutto. PD, centro, destra, estrema destra, estrema sinistra, affaristi e tornacontisti, esponenti citati nella relazione dello scioglimento, vecchi politici con esperienza quarantennale e nuovi politici con zero esperienza. Premettendo che per il sottoscritto Enzo Falco, bravissima persona e professionista integerrimo, non può e non farà il sindaco di Caivano. L’ho sempre scritto a più riprese che il vero sindaco di Caivano sarà Mimmo Semplice e se è vero che l’ex sindaco di Caivano è famoso per aver messo sempre tutti d’accordo, diciamo che questa volta la sfida si fa davvero ardua.

Mi spiegherà poi qualche addetto ai lavori o qualche manutengolo, frustrato o rancoroso che nell’ultimo periodo si diverte a prendere posizioni o a sputare fango addosso a persone perbene che non fanno altro che il loro umile lavoro: che c’azzecca il pensiero finora esternato dal sindaco Enzo Falco – ossia quello di ritornare agli albori di Caivano (secondo la sua visione e quella del PD) e ai vari governi Franca Falco, Ciccio Russo e Mimmo Semplice – con i vari Giamante Alibrico, Mimmo Falco, Angelo Marzano, Lello Del Gaudio, Antonio Annavale (noto per la battaglia nelle case popolari) e i nuovi arrivati Pasquale Penza e Francesco Giuliano (quest’ultimo noto per aver postato un giorno si e l’altro pure un post su Facebook contro il PD di Caivano, colpevole secondo il giovane grillino di tutto lo sfascio politico registrato a Caivano) solo per citarne alcuni?

Quindi adesso cosa farà Enzo Falco rimodulerà il proprio pensiero e/o Comunicazione? Ci dirà: “I governi Falco, Russo e Semplice sono stati il top ma anche quelli di Antonio Falco e Simone Monopoli non erano male!?”. Assurdo. Siamo alle comiche e chi tenta di giustificare questa ammucchiata è da ricovero.

Poi Enzo Falco ci dovrà spiegare anche un’altra cosa, lui ha sempre ammesso che l’ultima parola sulle candidature spetta a lui e in un suo commento su Facebook egli stesso scrive di aver fatto fuori due cittadini caivanesi che volevano candidarsi nella sua coalizione. A questo punto le domande sorgono spontanee: Premesso che un cittadino si può candidare solo se ha casellario giudiziale e carichi pendenti puliti, che cosa avevano questi due soggetti in più a chi è stato citato nella relazione di scioglimento per intrattenere molto spesso rapporti con pluripregiudicati? Vanno a fare le rapine alle vecchiette e lo sa solo Enzo Falco? E poi: Con quale criterio il candidato sindaco sceglie chi è impresentabile e chi no? Ha fatto un corso accelerato di Pubblico Ministero in questi ultimi giorni e a Caivano nessuno lo sa? Logicamente questi sono quesiti a cui mai otterremo risposte ma possono suscitare un po’ di ilarità tra le poche persone intelligenti rimaste sul territorio. Le stesse che non si lasciano abbindolare dalla faccia pacioccona di una persona perbene. Sono le stesse persone che vorrebbero vedere e leggere qualche tema che ahimè a Caivano ancora manca. Mentre qualche stolto che difende questo scenario dovrebbe cominciare a piangere perché nel frattempo che si sistemino tutte le voglie clientelari dei singoli personaggi, vista l’enorme eterogeneità, per quelli che aspettano la briciola di pane buttata giù da qualche finestra di via Don Minzoni non resta neanche quella.

Commento di Enzo Falco

È vero, lo abbiamo detto in premessa, non si salva nessuno e lo scrissi già nello scorso editoriale. Se Atene piange, Sparta non ride. Però una riflessione è dovuta.

Chi ha creduto che il problema di Antonio Angelino era la lista di Simone Monopoli è davvero un bamboccione. Tanto è vero che le avances fatte all’ex sindaco da parte dello stesso candidato sindaco e dell’ex senatore non sono ancora terminate. A Caivano la vittoria della coalizione del centrosinistra è stata quasi imposta da un sistema che stenta a morire e che va avanti da ormai troppi anni. Antonio Angelino, bravo ragazzo, persona stimatissima e con idee innovative, ha cercato in tutti i modi di fare breccia nella sezione cittadina formata da dinosauri e pachidermi della politica con scarsi risultati. Il giovane politico rampante caivanese paga un solo scotto e questo lo abbiamo scritto a più riprese, quello di essere un uomo di partito. Nato, cresciuto e formato all’interno del partito democratico non poteva e non ha avuto il diritto di ribellarsi perché anche lui volente o nolente è un uomo di sistema e le sue decisioni forzate lo hanno portato al famoso gesto del passo indietro sulla firma posta sotto il documento della prima coalizione civica formata. Se alla Democrazia Cristiana la soprannominarono la Grande Balena Bianca, il PD può essere tranquillamente ribattezzato il grande squalo tricolore.

Oggi è il momento del PD, oggi deve vincere quell’enorme coalizione che tutto si può definire tranne che di centrosinistra e questo è un film che il sottoscritto ha già visto ad Afragola. Coalizione eterogenea con Lega e Campania libera a governare, un sindaco ombra come l’ex senatore Nespoli, così come definito anche dalla DDA di Napoli e un altro di facciata che è Claudio Grillo, due anni di amministrazione e città ferma senza mai aver preso una decisione che sia una in direzione bene collettivo.

Da parte del centrodestra, invece, si registrano sempre i soliti nomi che già hanno tanto fatto male a Caivano recandosi da un notaio e facendo cadere l’ultimo sindaco in assenza di un’alternativa seria e relegando la città a tre anni di commissariamento. Insomma per chi si appresta a votare alle ultime elezioni sarà davvero un compito arduo ma forse qualche scienziato del web dall’alto della propria inefficienza potrà consigliare meglio il popolo caivanese. Perché a queste latitudini manco gli sfaticati si salvano. Nun se salva nisciuno!

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caivano

Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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