CAIVANO – Lo so, pretendo troppo e scrivo troppo a riguardo ma perdonatemi le continue riflessioni e qualche editoriale in più. Caivano purtroppo o per fortuna è la mia città, la stessa città con la quale da sempre faccio a cazzotti. Per me lei è la classica studente intelligente e indolente, quella che per intenderci ai colloqui quando il genitore si avvicina al professore di Italiano si sente dire sempre la stessa frase: “Vostra figlia è intelligente ma non studia”. E io ho sempre dovuto immaginare cosa sarebbe se ad amministrarla ci fosse una classe dirigente capace e competente. Cerco di intravedere la visione del centro storico, del commercio o della sicurezza delle periferie nei scritti o nelle parole dei candidati ma niente. Zero assoluto. Incompetenza allo stato brado. Presunzione e pressapochismo riempiono le menti di chi già si sente Sindaco della città e pazienza, vuol dire che anche questa volta sarò costretto a rimandare i miei sogni ai prossimi cinque anni.
Ma nel frattempo però, non accetto in nessuna maniera assoluta da parte di chi vorrà rappresentare il popolo caivanese, farlo passare per la classica comunità rurale, povera, gretta, ignorante e pauperistica con il sol pensiero di adattare la propria Comunicazione alla pancia della gran parte della cittadinanza caivanese, consapevolmente e colpevolmente formata da persone anziane.
E questo è l’invito che faccio al Candidato Sindaco del centrosinistra che ha davvero rotto con questa sua sterile Comunicazione da contadino anni ’50. Mio caro Enzo Falco i tempi di Don Camillo e Peppone sono finiti. La sinistra che difendeva la classe operaia non esiste più da un ventennio oramai. A Caivano non è mai esistita la lotta di classe. I sindacati si sono venduti ai padroni sin da subito. La zona Industriale di Caivano è la seconda più grande d’Italia ed è formata da eccellenze mondiali e lei neanche se ne rende conto. Il profumo del pane non lo possiamo sentire più tra i cortili delle “frareche nuove” o tra quelli e “copp ‘e chiupp” perché norme che lei, sicuramente ne ignora l’esistenza, vogliono che il pane venga fatto in appositi capannoni con tanto di cappa attira fumi e odori. Quindi basta con queste ipocrisie da baraccone per attirare qualche like in più di qualche nostalgico anziano e tiri fuori i temi. Faccia sapere ai cittadini quali sono le sue soluzioni per rinvigorire il commercio, quali argini pone di fronte alla problematica dello spaccio della droga. Le forze dell’Ordine, in un mese, hanno effettuato tre blitz e sradicato non so quante inferriate che occludevano il libero passaggio alle scale pubbliche di fabbricati di proprietà del Comune di Caivano al Parco Verde. Lei, se non ci è entrato ancora a fare caseggiato, in quelle case ci dovrà entrare e cosa dirà agli abitanti che sono costretti a girare per casa propria con l’ombrello quando piove? Lei di queste problematiche ne è a conoscenza? Lo sa che i fabbricati del Parco Verde potrebbero crollare da un giorno all’altro perché costruiti su una palude e perennemente le fondamenta sono allagate d’acqua? Lei lo sa che i bulloni che tengono insieme le pannellature di cemento e amianto sono tutti arrugginiti ai limiti della rottura? Ha capito bene amianto! Quella gente vive nell’amianto. Quando andrà lì a chiedere i voti, cosa racconterà alla gente, come è bello sentire la voce del padulano la domenica mattina? …E chi se ne fooottte ne Cocuzza! (dice Salemme in un suo splendido monologo nel film “Cose da Pazzi”)
E veramente sono cose da pazzi in questa campagna elettorale, dove da un lato abbiamo un sindaco pauperista che a suon di post vuole toccare le corde nostalgiche di qualche schiena ricurva caivanese e dall’altro un ragazzo rampante che nella voglia matta di scalare le vette e portare la sua idea di città tra le mura del Comune colleziona un errore dietro l’altro, causando il fallimento di se stesso. Per questo anche questa volta la mia Caivano è ancora rimandata di cinque anni.
Perciò mio caro Enzo Falco, accantoni questa Comunicazione spicciola delle persone comuni, facendo passare il messaggio che tutti possono amministrare una città complessa come Caivano, volendo far capire alla gente comune che anche lei è un uomo del popolo e che come lei tutti potremmo essere in grado di amministrare la città, incarnando il sogno italico della politica facile e remunerativa.
Io non posso accettare che il Sindaco che mi dovrà rappresentare debba andare in giro come un uomo qualunque, non posso accettare che l’immagine di tutti i caivanesi si debba fermare dietro all’aspetto del figlio del contadino. Io abito in una terra, si di periferia, ma fatta di grandi industriali e rispettabili professionisti. Gente che nel loro campo hanno tanto da insegnare e la figura che li deve rappresentare non può essere certo quella del figlio, parente o nipote del contadino, con tutto il rispetto per le nostre radici. Caivano ha un bisogno impellente di guardare avanti e questo non so più in che lingua scriverlo. Io all’ignoranza becera che si prende gioco dell’elettorato medio anch’esso ignorante non ci sto. A questo gioco al massacro non ci sto. I caivanesi meritano rispetto ma soprattutto meritano di essere amministrati da gente competente che abbiano subito pronte le risposte ai loro problemi e qui di risposte, a distanza di due mesi dalla scelta del candidato di centrosinistra, se ne sono viste zero.
Per questo consentitemi un consiglio spassionato al candidato del centrosinistra. Mio caro Enzo Falco abbandoni le vesti dell’esperto di cucina, non ci prenda per il naso, gli auguri di Ferragosto si potevano dare con più eleganza, non si dimentichi il ruolo che ricopre e al prossimo post, se proprio ne è capace, ci faccia leggere qualche idea o visione di città, ne abbiamo profondamente bisogno.
CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.
Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.
I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.
Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.
Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.
CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.
Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.
Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.
Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.
Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.
E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.
Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.
Aerofotogrammetria del 2004Aerofotogrammetria del 2006Aerofotogrammetria del 2007Aerofotogrammetria del 2024
Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?
Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada. Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.
Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.
Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.
Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.
Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.
Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni. “Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.
Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.
Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.