Fu scoperto nel 2005, durante gli scavi per i lavori del collettore Badagnano: un sito archeologico unico nel suo genere. Un’area di circa 10 mila metri quadrati, in cui sono chiari i resti di capanne, animali e soprattutto le orme prodotte dall’eruzione del Monte Somma.
Dopo la scoperta intervenne la Soprintendenza che chiamò alcuni studiosi e archeologi. Questi scoprirono tante particolarità: usanze e costumi dei primitivi, vegetazione e fecero risalire i ritrovamenti a circa 4000 anni prima.
Tantissime riviste internazionali parlarono di questo sito archeologico, producendo delle vere e proprie schede tecniche sul parco.
Nel 2009, poi il dramma: viene emesso un decreto di vincolo nelle zone adiacenti, escludendo il collettore, che nel frattempo giaceva proprio in mezzo al centro del sito.
Ad oggi gli studiosi si chiedono come sia possibile che una scoperta del genere sia stata “bruscamente” accantonata e ricoperta di rifiuti. Un patrimonio culturale unico sommerso dalla spazzatura.
Le proteste di importanti e noti ricercatori hanno fatto sì che il caso passasse nelle mani della Procura della Repubblica di Napoli Nord che ora indaga sull’accaduto.