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Cerimonie in chiesa: il via libera del Vaticano alle celebrazioni da parte dei laici

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I laici potranno celebrare matrimoni e funerali in chiesa nel caso in cui il prete non ci fosse. E’ arrivato l’ok da parte del Vaticano dopo che molte chiese avevano già fatto la scelta autonomamente in mancanza del parroco.

Adesso i collaboratori laici del parroco, in sua mancanza, potranno celebrare nozze, funerali e battesimi in chiesa ma non potranno tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucarestia.

A dare il via libera è stato lo stesso Vaticano nell’Istruzione “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa“, pubblicata oggi a cura della Congregazione per il Clero e inviata a tutte le parrocchie italiane.

Nel provvedimento di indirizzo per le chiese italiane in cui si definisce il ruolo e la configurazione delle parrocchie, viene chiarito anche il ruolo dei vari collaboratori laici del parroco che possono celebrare matrimoni e funerali ma solo in via eccezionale, cioè in mancanza del parroco, e sapendo bene quale sia il loro ruolo che è completamente diverso dal prete.

Il vescovo, “a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco” si legge nel testo.

I laici quindi potranno presiedere la Liturgia della Parola, là dove non si può celebrare la Messa per mancanza di sacerdoti, ma “non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia”.

Nell’Istruzione per le diocesi, viene dato il via libera agli incarichi per diaconi, consacrati e laici ma si ricorda anche che “occorre usare una terminologia che corrisponda in modo corretto alle funzioni che essi possono esercitare conformemente al loro stato, così da mantenere chiara la differenza essenziale che intercorre tra il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale, e in modo che sia evidente l’identità dell’impegno ricevuto da ciascuno“. Comunque sia deve essere sempre il vescovo della diocesi o il parroco a stabilire cariche e competenze rispettando queste differenze di ruolo.

 

 

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