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Il piano di Italia Viva su Napoli. Come prende forma l’ipotesi Gennaro Migliore candidato sindaco

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Gennaro Migliore candidato sindaco a Napoli. E’ questa l’ultima indiscrezione che trapela dal mondo renziano partenopeo. Italia Viva fin dalla sua fondazione ha mostrato un forte interesse per Napoli e la Campania (complici le elezioni regionali oramai imminenti). A tal punto da organizzare una serie impressionante di manifestazioni volte al radicamento del partito sui territori. Manca poco meno di un anno alle elezioni nella terza città d’Italia, svuotata e isolata politicamente dal decennio arancione, c’è molto fermento per la Napoli del futuro. Italia Viva in consiglio comunale siede in maggioranza coi suoi consiglieri Mundo (candidato alle Regionali a sostegno di De Luca), Sgambati e Mirra. Seppur con una posizione fortemente critica verso il sindaco De Magistris, oramai arrivato ai titoli di coda e perennemente alla ricerca di un’ancora politica che salvi capri e cavoli. Ma il dado è tratto. De Magistris ha fallito. Ha fallito sul campo. E’ stato il peggior sindaco della storia. Lo dimostrano i numeri. Lo dimostra lo stato di assoluto degrado in cui è sprofondata la città. Un capitolo finalmente chiuso negli archivi del passato. Torniamo a noi. Migliore sindaco è molto più di una semplice ipotesi a pochi mesi dal voto.

Innanzitutto creerebbe non pochi grattacapi al Pd, totalmente incapace di mettere in campo, eccezion fatta per l’ex dem Diego Venanzoni, un’alternativa seria e credibile al disastro arancione. Se lo avesse fatto oggi avrebbe il diritto sacrosanto di capitalizzare una leadership acquistata sul terreno di battaglia. Ed invece no. Niente di niente. Troppi anni passati a “giochicchiare” con la politica mentre gli elettori chiedevano altro. Lo abbiamo detto e scritto in tutte le salse in questi anni e lo ripetiamo tuttora. La posizione del Pd a Città Metropolitana ha letteralmente devastato quel poco di credibilità che restava al partito di Zingaretti. Opposizione in consiglio comunale e maggioranza all’ex Provincia. Una roba fuori dalla grazia di Dio. Un modo di fare sciagurato e senza senso su cui oggi il Pd deve fare i conti. Il bivio decisivo per le sorti di un’intera comunità. Su Migliore il discorso è semplice. L’uomo di Renzi in Campania proviene da una storia di sinistra. Originario di Casoria, l’ex pupillo di Fausto Bertinotti è stato deputato con Rifondazione Comunista, Sel, Pd e attualmente Iv. Ma in pochi ricorderanno un giovanissimo Migliore capogruppo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale a Napoli. A cavallo fra gli anni Novanta e Duemila.

Fra il secondo mandato di Bassolino ed il primo mandato dell’ex sindaca Rosa Russo Iervolino. Il resto è storia nota. I ben informati sostengono che il deputato renziano stia lavorando alla sua candidatura da tempo. Il sostegno, più naturale che logico, di Italia Viva all’ex sindaco di Salerno rappresenta la fase cruciale del ragionamento. Migliore sostiene De Luca e viceversa al voto napoletano. Del resto lo stesso De Luca ha lanciato segnali volti a recuperare lo strappo politico ed amministrativo con la città, sempre più profondo nel sindacato De Magistris, durante la conferenza programmatica del Pd napoletano nello scorso fine settimana. Pane al pane, vino al vino. La figura di Migliore riunirebbe il centrosinistra aperto alle forze moderate. Riaprendo il dialogo istituzionale col governo che è completamente mancato in questi anni. Pure perché la città non ha bisogno di altre guerre mondiali. Ma di una fase di “normalizzazione” dopo la stagione arancione. La partita è appena iniziata.

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