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“Mentre i giudici saltavano in aria qualcuno nelle Istituzioni aiutava i Boss”. I retroscena della trattativa Stato-Mafia

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Mentre i giudici saltavano in aria qualcuno nelle Istituzioni aiutava i boss a ottenere i risultati chiesti da Riina” ha detto il pm nell’ambito delle indagini e del processo sulla trattativa Stato-Mafia.

La stessa pena inflitta al fondatore di Forza Italia è stata comminata anche ai vertici del Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri. Otto anni a De Donno, ventotto a Bagarella, dodici a Cinà: tutti riconosciuti colpevoli di violenza o minaccia a un corpo politico dello Stato. Prescritto Brusca, assolto Mancino per falsa testimonianza. Otto anni a Ciancimino per calunnia a De Gennaro.

Il Giudice Alfredo Montalto è riuscito così a confermare l’avvenuta trattativa tra Cosa Nostra ed i membri dello Stato, ma ha anche affermato che a farla sono stati i boss mafiosi, tre alti ufficiali dei carabinieri e il fondatore di Forza Italia.

Mentre Paolo Borsellino e Giovanni Falcone difendevano lo Stato con la propria vita, molti rappresentanti di quest’ultimo cercavano ed ottenevano contatti con i corleonesi, ottenuti grazie a Marcello Dell’Utri, che ha fatto da cerniera con Cosa nostra mentre Silvio Berlusconi effettuava la sua “discesa in campo”.

La sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Palermo è così in grado di riscrivere la storia e segnare definitivamente il passaggio dalla fine della Prima Repubblica e l’inizie della Seconda.

Nino Di Matteo, l’unico pm titolare dell’inchiesta sin dall’inizio, ha spiegato apertamente che “Dell’Utri ha fatto da cinghia di trasmissione tra le richieste di Cosa Nostra e l’allora governo Berlusconi che si era da poco insediato. E il rapporto non si ferma al Berlusconi imprenditore ma arriva al Berlusconi politico“.

Forza Italia, considerate le accuse, ha già annunciato di voler querelare il magistrato della Direzione nazionale antimafia. Le sue parole, però, non sono state altro che la diretta conseguenza dei provvedimenti presi: dodici anni di carcere per gli ex vertici del Ros Mario Mori e Antonio Subranni; tessa pena per l’ex senatore Dell’Utri e Antonino Cinà, medico fedelissimo di Totò Riina. Otto gli anni di detenzione inflitti all’ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno, ventotto quelli per il boss Leoluca Bagarella. Prescritte, come richiesto dai pubblici ministeri, le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca, il boia della strage di Capaci.

Tutti sono stati riconosciuti colpevoli di violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato. Hanno cioè intimidito il governo con la minaccia di altre bombe e altre stragi se non fosse cessata l’offensiva antimafia dell’esecutivo. Anzi degli esecutivi, cioè i tre governi che si sono alternati alla guida del Paese tra il giugno del 1992 e il 1994: quelli di Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi alla fine della Prima Repubblica, quello di Silvio Berlusconi, all’alba della Seconda.

L’ex ministro della Democrazia Cristiana, Nicola Mancino, è stato assolto dall’accusa di falsa testimonianza perché il fatto non sussiste. Condannato, invece, a otto anni per calunnia nei confronti dell’ex capo della Polizia Gianni de Gennaro, Ciancimmino.

Il figlio di don Vito, uno dei testimoni fondamentali del processo, è stato invece assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici hanno inoltre condannato Bagarella, Cinà, Dell’Utri, Mori, Subranni e De Donno al pagamento di dieci milioni di euro alla presidenza del Consiglio dei ministri che si era costituita parte civile.

Il governo è infatti parte lesa della trattativa, fortemente minacciato dal terrore seminato dai corleonesi dopo che gli ergastoli del Maxi Processo istruito da Falcone e Borsellino, sono diventati definitivi.

E’ stato il “fine pena mai” del 30 gennaio 1992 a scatenare la furia di Riina, capo dei capi di un’organizzazione criminale all’epoca titolare di un infinito potere. E’ stato lui, infatti, ad aprire apertamente la guerra allo Stato, massacrando tutti i politici che non avevano rispettato la trattativa, a partire da Salvo Lima assassinato il 12 marzo 1992.

Nel giorno d’inizio della campagna elettorale di Andreotti era un chiaro messaggio: “Il rapporto si è invertito: ora è la mafia che vuole comandare. E se la politica non obbedisce, la mafia si apre la strada da sola”, scriveva su La Stampa Falcone, poche settimane prima di saltare in aria nella strage di Capaci.

Intanto i carabinieri del Ros avevano già tentato di aprire un dialogo con la Cupola, agganciando Massimo Ciancimino e usando il padre Vito come interlocutore e veicolando la minaccia di Cosa nostra fino al cuore dello Stato.

Che la trattativa ci fosse stata non occorreva che lo dicesse questa sentenza. Ciò che emerge oggi e che viene sancito è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia. Mentre saltavano in aria giudici, secondo la sentenza, qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a cercare di ottenere i risultati che Riina e gli altri boss chiedevano. È una sentenza storica“, ha commentato il pm Di Matteo.

Sostenendo anche che “La sentenza dice che Dell’Utri ha fatto da cinghia di trasmissione tra le richieste di Cosa nostra e l’allora governo Berlusconi che si era da poco insediato. La corte ritiene provato questo. Ritiene provato che il rapporto non si ferma al Berlusconi imprenditore ma arriva al Berlusconi politico”.

 

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Giugliano, via Santa Caterina da Siena rivede la luce dopo sei anni: l’annuncio del sindaco

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Via Santa Caterina da Siena a Giugliano rivede la luce dopo sei anni di attesa. Infatti, dopo il crollo dovuto alle forti piogge del 23 febbraio 2018, arrivano buone notizie.

L’annuncio è stato dato dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi:

“È una notizia che segna un momento fondamentale per la nostra città: la Regione Campania ha approvato un finanziamento di 20 milioni di euro per il rifacimento del collettore fognario di via Santa Caterina da Siena. Si tratta di un’opera attesa da oltre 6 anni, da quella terribile notte in cui la strada crollò, causando enormi disagi e difficoltà per i residenti di via Santa Caterina e delle zone limitrofe”.

Poi, prosegue: “Questa situazione non poteva e non doveva continuare oltre. Fin dall’inizio del mio mandato, mi sono battuto con determinazione per ottenere le risorse necessarie a risolvere definitivamente questo problema. Oggi posso dirvi che quella promessa non è rimasta tale: abbiamo raggiunto un traguardo importante, che rappresenta un segno concreto del nostro impegno quotidiano per migliorare la città”.

Infine, Pirozzi ha poi spiegato che è in fase di realizzazione il progetto esecutivo:

“Dopo l’aggiudicazione dell’appalto finalmente partiranno i lavori, ponendo fine ad una situazione che per troppo tempo ha penalizzato il nostro territorio”.

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Il piccolo Ethan riabbraccia finalmente la madre Claudia: “Sono felicissima”

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una madre e di un figlio che si sono ritrovati dopo circa tre mesi.

Si tratta del piccolo Ethan, che ha finalmente riabbracciato la madre Claudia, dopo che lo scorso agosto il padre del piccolo nonché ex marito della donna, Eric Howard Nichols, le aveva sottratto con l’inganno il bambino mentre erano in vacanza in Puglia.

Tuttavia, la Polizia statunitense è riuscita a rintracciare e bloccare l’uomo nella contea di Orange a Los Angeles, dove si era trasferito con il figlio dopo la fuga. Pertanto, intorno alle 23 di ieri la donna è arrivata a Los Angeles riabbracciando il figlio.

Ecco le parole della donna:

“Sono felicissima. Come mi ha visto, mi ha fatto il suo splendido sorriso. L’ho trovato cresciuto, molto più pesante, ormai ha sei denti e gattona velocissimo. Si mette dritto in piedi da solo, è meraviglioso essere di nuovo con lui”.

Adesso il piccolo è stato affidato temporaneamente alla madre Claudia Ciampa, poiché ci sarà un percorso giudiziario che vedrà come controparte il padre americano del bambino, con un giudice che deciderà sull’applicazione della Convenzione Internazionale de L’Aja e a chi spetterà tenerlo definitivamente.

“Ora cominceranno le udienze, di cui la prima sarà già domani. Speriamo che si risolva tutto per il meglio e al più presto, così che possiamo tornare insieme in Italia”, afferma Claudia dall’America.

L’avvocato Gian Ettore Gassani, difensore di Claudia e presidente dell’AMI ha aggiunto:

“Il ministero invita tutti alla calma e siamo d’accordo anche io e la madre. Siamo solo all’inizio di un’avventura difficile, che ci farà attendere ancora un po’ di tempo per la decisione finale del giudice sul rimpatrio della signora Ciampa e di suo figlio”.

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Napoli celebra Maradona con un raduno a lui dedicato: le ultime

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Diego Armando Maradona continua a vivere nel ricordo di chi lo ha amato e di chi ne ha ammirato le gesta, soprattutto quella città di Napoli che non lo ha mai dimenticato.

Pertanto, grazie all’idea dell’avvocato Sergio Pisani, la figura del Pibe de Oro sarà celebrata nel raduno intitolato ‘Maraduno’, che vedrà la partecipazione attiva del pubblico protagonista del primo murales umano dedicato al compianto campione argentino.

Il raduno si terrà all’Edenlandia di Napoli domenica 24 novembre, con l’obiettivo di unire i tifosi, i sostenitori di Diego e la città intera. Gli organizzatori invitano i partecipanti a portare foto dei loro tatuaggi e tributi artistici dedicati al campione argentino, che verranno poi trasformati in un murales collettivo.

L’inizio è fissato per le ore 12, con un dj set a tema Maradona e proiezioni su un maxischermo. Seguiranno l’esibizione della Banda Argentina e canti in onore di Diego; la raccolta e l’esposizione di cimeli e tatuaggi tributo a Maradona, con apertura del progetto murales umano; una mostra dei cimeli storici di Maradona; la premiazione dei 10 personaggi vicini a Diego e una foto di gruppo per il libro celebrativo realizzato con l’editore Cuzzolin, con le fotografie che verranno scattate dai professionisti Mario Durante e Nico Nocera.

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