Ad Arezzo un gatto è morto dopo aver morso la padrona. Il timore che l’animale fosse affetto da rabbia, ha fatto scattare le indagini che hanno dato esito positivo.
Sorprendentemente però il virus che ha ucciso il felino non appartiene al ceppo classico della rabbia, ma è il Lyssavirus isolato una sola volta a livello mondiale in un pipistrello del Caucaso nel 2002. Allora gli scienziati non trovarono evidenze scientifiche che il nuovo virus potesse infettare animali domestici e soprattutto l’uomo.
Non si sa come questo virus abbia infettato il gatto e sia arrivato fino ad Arezzo ma sabato i ricercatori del Centro di referenza nazionale per la rabbia dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie lo hanno isolato, nel cervello del gatto morto ad Arezzo.
Sebbene il caso non sia preoccupante, va monitorato, ed è per questo che è seguito dal Ministero della Salute che ha creato un team tecnico scientifico per tutti gli approfondimenti.
«Sulla base dell’esperienza maturata da casi simili in altri Paesi, per virus analoghi, la capacità di trasmissione dal serbatoio naturale a un’altra specie rappresenta un evento estremamente limitato, a cui non fa seguito una diffusione epidemica» hanno precisato dal Ministero, ma soprattutto da Roma si sottolinea che «attualmente, non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo».
In ogni caso per evitare ogni rischio e a titolo precauzionale le persone che sono venute a contatto con il gatto infetto sono state sottoposte a profilassi post-esposizione e proseguono gli approfondimenti epidemiologici. Il gruppo tecnico scientifico si è già riunito domenica e lo farà anche la prossima settimana.
«La situazione è sotto controllo», ha spiegato l’assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi. «Il caso è stato individuato immediatamente e sono state messe in atto tutte le misure necessarie».
Come sottolinea la Regione Toscana, la rabbia classica «è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa dal 2008 al 2011». L’Italia è ufficialmente indenne dalla rabbia dal 2013.
Alessandro Ghinelli, sindaco d’Arezzo, ha intanto emesso due ordinanze urgenti, in via cautelativa: con la prima ha disposto il sequestro degli animali di proprietà della signora (un cane, un gatto e tre gattini) e poi ha imposto restrizioni alla circolazione dei cani, i padroni dovranno farli circolare sempre al guinzaglio.
I possessori di cani dovranno inoltre segnalare immediatamente l’eventuale fuga dei propri animali o il manifestarsi in loro di qualsiasi sintomo che possa far sospettare l’inizio di malattie, come il cambiamento d’indole, la tendenza a mordere, le manifestazioni di paralisi o l’impossibilità della deglutizione.