Dopo il nuovo focolaio, innescato dalla donna bulgara che partorendo si è resa conto di essere positiva ma asintomatica, i Palazzi Cirio a Mondragone sono diventati Zona Rossa. Cinque i casi rilevati in 24 ore.
Un cordone sanitario è stato così stretto intorno alla zona dopo che nelle ultime 48 ore sono stati certificati 5 casi di positività al Covid-19 tra i residenti della zona. Si cerca così di contenere il rischio di innesco di un nuovo focolaio epidemico nel casertano.
Dopo che gli ultimi casi sono stati accertati dall’ASL intorno ai Palazzi Cirio è stato predisposto un ‘cordone sanitario’ con i presidi della polizia municipale. Quest’ultima garantisce la chiusura di ogni varco di accesso all’area Cirio sia da viale Margherita che dalla SS Domiziana utilizzando piccoli blocchi di cemento (geos) e transenne.
Il Sindaco, Virgilio Pacifico, ha affermato che questa decisione è stata presa dal tavolo tecnico che si è avuto a Caserta in Prefettura alla presenza del prefetto Raffaele Ruberto, dell’amministrazione comunale mondragonese, dei vertici dell’ASL di Caserta e dell’Unità di Crisi della Regione Campania.
“Si è convenuti di isolare i Palazzi Cirio al fine di scongiurare ulteriori contagi da Covid-19 ed al fine di contenere altri focus epidemici ecco perché è stato opportuno isolare l’area con un cordone sanitario“ ha affermato il primo cittadino.
La proposta presentata dall’ASL è in attesa della firma del Presidente della Regione Vincenzo De Luca. “La città di Mondragone si prepara a far fronte ad una eventuale ondata epidemica“ ha detto il sindaco.
L’opposizione si è però schierata contro, affermando che i controlli andavano fatti due mesi fa. Giovanni Schiappa ha così affermato: “Due mesi e mezzo fa chiedevamo specifici interventi per i residenti dei Palazzi Cirio, immaginando che una cosa del genere avrebbe potuto avere conseguenze importanti, visto i casi di sovraffollamento che si verificano in zona e le scarse condizioni igienico-sanitarie. Ma, evidentemente, nell’immediatezza avevano altro a cui pensare. Allora si trattava di compiere scelte opportune, mentre ora le stesse sono necessarie. Sperando che il tempo trascorso non abbia compromesso alcunché”.
Anche il consigliere regionale della Lega, Gianpiero Zinzi, si è espresso in tal senso:
“La mini zona rossa a Mondragone è la dimostrazione che la soluzione individuata dalla Regione per sottoporre alle operazioni di screening la popolazione migrante era completamente inadeguata. A marzo chiesi interventi mirati per contenere la diffusione del Coronavirus da parte delle comunità di immigrati. La risposta furono le unità mobili, evidentemente insufficienti dinanzi ad un problema così vasto. La speranza è che il contagio possa essere contenuto efficacemente e che adesso la politica prenda coscienza che non è negando la realtà che si danno risposte ai territori“.