POLITICA

Concerti e caso voucher. Paul McCartney non è un artista qualunque

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Come se un artista valesse un altro. Come se Paul McCartney valesse un altro musicista. Intendiamoci, non è una questione di maggiore o minore qualità, ma di pura diversità. C’è chi preferisce il vino bianco e chi il vino rosso; c’è chi ama il mare e chi invece la montagna. Ma l’episodio dei voucher dimostra, ancora una volta, la poca considerazione che il nostro governo ha per l’Arte, anzi, per chi ama l’arte per chi la produce e per chi la segue con entusiasmo.

In sostanza con i voucher, il governo, è come se avesse detto: “Non poi andare al concerto di Paul McCartney e hai già pagato? Tranquillo, andrai al concerto di un qualsiasi altro artista con gli stessi soldi”.

Non sono un assiduo frequentatore di grandi concerti ma per l’ex Beatles sarei stato in prima fila, con tanto di striscione riportante la scritta “Paul, sei per sempre nei nostri cuori”, assumendo senza vergogna il più stereotipato comportamento da scatenato teenager, nonostante la mia (segreta) e veneranda età (sui quaranta, ma tenetelo per voi).

Mi ero promesso di acquistare il biglietto per lo spettacolo del leggendario Paul ma poi è arrivato il signor Covd19 ed ho intuito in tempo che non si sarebbe più svolto. Sono stato fortunato. Ma non mi sarei di certo accontentato di assistere allo spettacolo di un altro artista, non è la stessa cosa. Era Paul che avrei voluto ascoltare in un evento considerato “irripetibile” dai tutti i suoi fan.

Ma cerchiamo di capire in sintesi cosa è accaduto.

L’ex Beatles aveva fissato due tappe in Italia: La prima il 10 giugno 2020 a Napoli, in Piazza del Plebiscito; la seconda il 13 giugno 2020 a Lucca, al Summer Festival, Mura Storiche. Nel frattempo il signor Covid19 ha deciso di mostrarsi in tutta la sua potenza obbligandoci alla quarantena e imponendo, giustamente, l’annullamento di qualsiasi evento che comportasse il famoso assembramento. Quindi, di conseguenza, le tappe sono state prontamente annullate. Intanto però centinaia di fan hanno acquistato il biglietto per seguire il loro idolo.

Ora, lasciando da parte quanto dice l’art. 1463 del Codice Civile – che recita così: “Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’indebito – il buon senso, quello di tutti, suggerirebbe di rimborsare il biglietto a chi lo ha acquistato, giusto? E invece, no.

Già perché, il governo italiano, ha pensato bene di introdurre nell’ultimo Decreto Cura Italia i menzionati voucher che, in pratica, come è facile intuire, danno la possibilità a chi ha acquistato il biglietto per lo spettacolo annullato di partecipare ad un altro spettacolo diverso. La finalità è stata quella di tutelare gli organizzatori e i promotori dei due concerti di Paul McCartney ma ha nei fatti ha creato disagi ai suoi fan.

Accade quindi che la Codacons (associazione a difesa dei consumatori), tramite gli avvocati Domenico Terracino e Giuseppe Ursini, e insieme ad altre associazioni di categoria, ha annunciato un’azione legale a favore degli acquirenti. Anche la D. and G. s.r.l., che si occupa di rappresentare gli spettatori italiani, è ricorsa presso il Tribunale di Napoli per conto di centinaia di fan. L’altra azione legale a difesa dei diritti dei consumatori, invece, ha origini da Lucca, tramite gli avvocati Cristina Adducci e Francesca Merconi.

Ma è lo stesso ex Beatles a farsi primo promotore della Class Action. Si è mostrato indignato per la situazione affermando che: «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il Governo Italiano e Assomusica hanno fatto. Ai tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato questa estate è stato offerto il rimborso completo». E poi, infine, ammonisce così: «L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli e i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso. Siamo tutti molto dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire ma questo è un vero insulto per i fan».

Di tutta questa storia ne parleremo approfonditamente su Minformo TV con il responsabile della Fast Forward, Peppe Gomez, organizzatore di grandi eventi in Campania e consigliere di Assomusica, e con lo scrittore Michelangelo Iossa, esperto di musica e profondo conoscitore dei Beatles.

Intanto, noi Beatlesiani Italiani, tutti fan accaniti di Paul McCartney, ci auguriamo che il governo voglia seguire quanto stabilito all’art. 1463 del c. c. E soprattutto ci auguriamo che l’ex Beatles non si lasci influenzare per il futuro dalla situazione creatasi, escludendo poi definitivamente la possibilità che possa esibirsi con la sua musica eterna nel nostro Paese. E mi permetto di dirgli, a nome di tutti i suoi fan, esibendo (virtualmente) il mio striscione da “maturo teenager”: «Paul, ti vogliamo bene e ti aspettiamo, sarai il benvenuto!».  

(Andrea Auletta)

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