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Usura nel napoletano. Prestavano soldi con interessi del 275%

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Hanno prestato oltre 3 milioni di euro ad imprenditori in difficoltà durante la pandemia, ma con tassi d’usura fino al 275% mensili, tali da rendere impossibile la restituzione della somma.

Tre gli uomini indagati per usura a Torre del Greco, nel Napoletano.

Due sono finiti in carcere mentre il terzo è ai domiciliari. Le accuse sono di usura aggravata ed estorsione in concorso.

Hanno approfittato senza scrupoli della pandemia in corso per imporre tassi di usura ai commercianti che, devastati dalla crisi, hanno cercato in tutti i modi di reperire liquidità.

Tre le persone arrestare dalla Guardia di Finanza napoletana a Torre del Greco. Sono tutti noti pregiudicati: per due di loro si sono aperte le porte del carcere, il terzo è invece finito ai domiciliari. Sequestrati anche beni per 400mila euro.

Tutto è iniziato dopo che due imprenditori del settore del corallo, una delle industrie più floride di Torre del Greco, hanno denunciato alle forze dell’ordine gli usurai.

Dalle indagini, è emerso che i tre avevano fatto prestiti per tre milioni di euro a diversi imprenditori in difficoltà economiche, applicando tassi di usura fino al 275% mensili, tali da rendere impossibile la restituzione della somma.

I tre sono ora indagati, a vario titolo, per i reati di estorsione ed usura. Gli inquirenti hanno scoperto che i tre agivano in varie regioni: oltre che in Campania, avevano infatti colpito con i loro tassi di usura anche imprenditori della Toscana, del Veneto e della Lombardia.

Stamattina, dopo lunghe indagini da parte della Procura della Repubblica di Napoli, per i tre sono scattati gli arresti, dopo i provvedimenti emessi dal giudice per le indagini preliminari.

A finire in carcere sono stati A.S., 57 anni e G.V. di 58. G.C., 53 anni, è invece finito ai domiciliari. Per tutti e tre le accuse sono di usura aggravata ed estorsione in concorso.

 

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Attualità

A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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