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Boss Michele Zagaria: è fuori per un errore nell’indirizzo della mail

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Scarcerato ad aprile, il boss Michele Zagaria è stato messo fuori a causa di un errore nell’invio della mail di risposta al tribunale di Sassari, che aveva chiesto al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di valutare il trasferimento per le condizioni di salute.

L’addetto ha invertito un paio di lettere di un cognome nell’indirizzo mail e la comunicazione non è mai arrivata.

E’ tutta questione di fortuna, anche in questi casi. Il boss Pasquale Zagaria, fratello del capoclan Michele “Capastorta”, ha lasciato il carcere grazie a un errore di battitura. A una svista, a due lettere di un indirizzo mail che sono state invertite, un “ai” che è diventato “ia” in un cognome.

Il risultato è che la comunicazione non è mai arrivata a chi avrebbe dovuto bloccare la scarcerazione, così come non è mai arrivata nemmeno la notifica di non avvenuta consegna e il “Bin Laden” della camorra dei Casalesi è finito agli arresti domiciliari, lasciando il carcere in anticipo. Sarebbe stato comunque scarcerato tra qualche mese per fine pena, dopo aver passato circa 16 anni dietro le sbarre.

A spiegare il retroscena dietro la scarcerazione del boss è stato Giulio Romano, che davanti alla Commissione parlamentare antimafia ha parlato di “un grave errore del mio ufficio“.

L’ex direttore generale della direzione detenuti e trattamento del Dap è stato ascoltato nell’ambito dell’audizione sulla circolare del 21 marzo scorso, relativa alla segnalazione all’autorità giudiziaria di detenuti con gravi patologie e sulle scarcerazioni e le misure alternative alla detenzione per l’emergenza Covid-19.

È stato accertato un errore nell’indicazione della posta elettronica del dipendente del Tribunale di Sassari, imputabile all’ufficio e al personale della direzione che io dirigevo“, ha detto Romano.

Il problema sarebbe nelle caratteristiche del sistema “Calliope”, usato per le comunicazioni via mail: in caso di pec c’è una ricevuta di consegna, ma se si utilizza una casella e-mail normale non arriva nessuna notifica, né per la consegna né il classico “Delivery Status Notification (Failure)” che avvisa quando qualcosa è andato storto.

Di questo problema, ha proseguito Romano, “nessuno si era reso conto in precedenza ed è ancora oggi irrisolto“. Nel dettaglio, l’errore sarebbe relativo alla trascrizione di un cognome: “Nel procedimento di citazione del Tribunale di sorveglianza di Sassari c’era la dipendente addetta alla ricezione di quel tipo di atto“, è bastato che il personale leggesse quel nome da ‘ai’ in ‘ia’ perché quella mail non arrivasse mai.

E così, quando il Tribunale di Sassari aveva chiesto di valutare il trasferimento di Zagaria in un’altra struttura per le sue condizioni di salute, dal Dap non era arrivata nessuna risposta.

Il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, si è detto esterrefatto per questa spiegazione e ha invitato Romano a ritornare in Commissione antimafia, convocandolo nuovamente per oggi, 17 giugno.

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Istat: solo al sud Italia si continua ad andare in chiesa

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Chiese sempre più vuote in Italia: secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato toccato il minimo storico con il 18,8 per cento delle persone che vanno a messa almeno una volta a settimana. Sono molto più numerosi, il 31%, coloro che lo scorso anno non hanno mai messo piede in chiesa, se non per un evento particolare, come battesimi, matrimoni o funerali. Il restante 50% degli italiani frequenta un luogo di culto in modo discontinuo o occasionale.

A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.

Tra le regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.

Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.

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Istat, la Campania è la regione con la più bassa speranza di vita

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La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8).

E’ il dato che si ricava dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi e relativi al 2024.

Nella graduatoria nazionale che fa segnare il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna, la Campania si piazza al terzo posto tra le regioni italiane. Il primato della fecondità più elevata continua a essere detenuto dal Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43). Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la prima, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. 

La perdita di popolazione nel Mezzogiorno dovuta agli spostamenti tra i Comuni colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9).

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Afragola, crolla il soffitto dell’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa: la denuncia dei genitori

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Degrado ad Afragola, in provincia di Napoli, dove negli ultimi giorni è crollato il soffitto nell’istituto superiore Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Il cedimento è avvenuto durante l’orario scolastico, con i genitori che hanno denunciato l’accaduto al deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Chiediamo maggior attenzione da parte delle istituzioni rispetto al tema dell’edilizia scolastica, la sicurezza e la carenza di igiene e sanificazioni adeguate. Troppe sono le situazioni al limite, tante altre il limite lo superano di gran lunga. Combattere la dispersione scolastica vuol dire anche garantire ai giovani strutture sicure ed adeguate”.

Ecco la risposta del rappresentante territoriale di Europa Verde, Salvatore Iavarone:

“La situazione delle strutture scolastiche è in troppi casi preoccupante. Le scuole necessitano di interventi di manutenzione costante, ma purtroppo troppo spesso non sono al centro dell’agenda politica delle nostre città. Serve un piano generale di monitoraggio, manutenzione e riqualificazione che valorizzi le strutture scolastiche del territorio, che devono tornare ad essere sempre più sicure e luogo di riferimento per la nostra collettività”.

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