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Muore a soli 15 anni per una leucemia. Carlo sarà beatificato

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Papa Francesco, nella sua lettera “Christus Vivit“, rivolta a tutti i giovani del mondo, ha presentato Carlo Acutis come modello di santità giovanile nell’era digitale: diventerà una sorta di “patrono di internet”.

Nato a Londra nel 1991 e vissuto a Milano, il ragazzo fu colpito da una leucemia fulminante nel 2006 e dichiarato Venerabile nel 2018.

E’ stato Bergoglio ad autorizzare il decreto relativo a un miracolo attribuito all’intercessione del giovane: la guarigione improvvisa di un bimbo brasiliano affetto da una malformazione congenita al pancreas. Il 10 ottobre ad Assisi, il luogo della sua sepoltura, sarà beatificato.

La diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino è così in festa per la notizia della beatificazione del Venerabile Carlo Acutis che avverrà ad Assisi sabato 10 ottobre, alle 16, nella basilica papale di San Francesco.

Lo scorso 22 febbraio, ricevendo il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Papa Francesco aveva autorizzato il Dicastero a promulgare tra gli altri, il decreto riguardante il miracolo, attribuito all’intercessione del ragazzo morto a 15 anni per una leucemia fulminante.

Acutis è uno dei giovani indicati da Papa Francesco come modelli nella Christus vivit, insieme a tre italiani (san Domenico Savio e i beati Piergiorgio Frassati e Chiara Badano) e altre figure, europee ed extraeuropee. In virtù della sua buona frequentazione della Rete è stato proposto come patrono di Internet.

Rampollo di una famiglia di primo piano del mondo finanziario italiano, adolescente prestante, dal carattere vivace e particolarmente socievole, Acutis era un ragazzo che, come si suol dire, avrebbe potuto fare di tutto nella vita. Ma Dio aveva su di lui un piano diverso: è morto il 12 ottobre 2006 a Monza.

Ebbe già in vita un percorso di fede particolare. Fece la Prima Comunione, con un permesso speciale, a sette anni. Fu un adolescente da Messa e Rosario quotidiani. Maturò un amore vivo per i santi, per l’Eucaristia, fino ad allestire una mostra sui miracoli eucaristici che oggi è rimasta online e ha avuto un successo inaspettato, anche all’estero.

Grazie al suo esempio e al suo carisma anche il domestico di casa Acutis, un induista di casta sacerdotale bramina, decise di chiedere il battesimo. In ospedale, posto di fronte alla morte, nella tenerezza dei suoi 15 anni, Carlo disse: «Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio e andare dritto in paradiso».

«Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie» era il suo motto, ma lui certamente non resterà con la sua morte uno dei tanti.

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Istat: solo al sud Italia si continua ad andare in chiesa

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Chiese sempre più vuote in Italia: secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato toccato il minimo storico con il 18,8 per cento delle persone che vanno a messa almeno una volta a settimana. Sono molto più numerosi, il 31%, coloro che lo scorso anno non hanno mai messo piede in chiesa, se non per un evento particolare, come battesimi, matrimoni o funerali. Il restante 50% degli italiani frequenta un luogo di culto in modo discontinuo o occasionale.

A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.

Tra le regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.

Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.

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Istat, la Campania è la regione con la più bassa speranza di vita

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La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8).

E’ il dato che si ricava dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi e relativi al 2024.

Nella graduatoria nazionale che fa segnare il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna, la Campania si piazza al terzo posto tra le regioni italiane. Il primato della fecondità più elevata continua a essere detenuto dal Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43). Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la prima, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. 

La perdita di popolazione nel Mezzogiorno dovuta agli spostamenti tra i Comuni colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9).

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Afragola, crolla il soffitto dell’istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa: la denuncia dei genitori

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Degrado ad Afragola, in provincia di Napoli, dove negli ultimi giorni è crollato il soffitto nell’istituto superiore Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Il cedimento è avvenuto durante l’orario scolastico, con i genitori che hanno denunciato l’accaduto al deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Chiediamo maggior attenzione da parte delle istituzioni rispetto al tema dell’edilizia scolastica, la sicurezza e la carenza di igiene e sanificazioni adeguate. Troppe sono le situazioni al limite, tante altre il limite lo superano di gran lunga. Combattere la dispersione scolastica vuol dire anche garantire ai giovani strutture sicure ed adeguate”.

Ecco la risposta del rappresentante territoriale di Europa Verde, Salvatore Iavarone:

“La situazione delle strutture scolastiche è in troppi casi preoccupante. Le scuole necessitano di interventi di manutenzione costante, ma purtroppo troppo spesso non sono al centro dell’agenda politica delle nostre città. Serve un piano generale di monitoraggio, manutenzione e riqualificazione che valorizzi le strutture scolastiche del territorio, che devono tornare ad essere sempre più sicure e luogo di riferimento per la nostra collettività”.

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