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Morto a 53 anni il leader dei Jarabe De Palo

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Pau Dones, il leader dei Jarabe De Palo, è morto a soli 53 anni.

Era malato di cancro dal 2015. Il cantautore e chitarrista aveva firmato successi come «La Flaca» e «Depende».

La notizia è stata confermata dalla famiglia del musicista, morto il 9 giugno per il tumore al colon che gli era stato diagnosticato nell’agosto del 2015. «Vogliamo ringraziare l’equipe medica e tutto il personale dell’Ospedale de la Vall di Hébron, l’ospedale Sant Joan Despí Moisès Broggi, l’Istituto Catalano di Oncologia e tutti per il lavoro e la dedizione in tutto questo tempo. Chiediamo il massimo rispetto della privacy in questo momento difficile», hanno fatto sapere in una nota.

Solo qualche settimana fa, Dones, fondatore degli Jarabedepalo, con cui aveva firmato grandi successi, come «La Flaca» e «Depende» e collaborato con artisti anche italiani come Jovanotti e i Modà, aveva detto ai suoi tanti fan di essere pronto per tornare alla musica: «Torno per incontrare la mia gente e restare per sempre qua. Torno, perché la musica è tornata di nuovo nella mia testa. Torno, perché è tempo di condividere ancora i nostri sentimenti, torno perché tornare su un palco è la sola cosa a cui penso, torno per essere quello che ho sempre voluto essere», aveva detto su YouTube, in un video girato sul balcone di casa sua.

Il musicista appariva sicuro, anche se dimagrito e indebolito dagli anni passati ad affrontare un cancro al colon. Si era detto guarito da quel male, documentato sui suoi social, mostrando i progressi nel suo recupero. In movimento continuo, fino alla fine. Solo un anno fa il cantante aveva deciso di chiudere con il suo storico gruppo, per proseguire da solo.

Sembrava arrivato il momento per tornare, ma le sue condizioni si sono di colpo aggravate. Tutto arriva dopo un anno di pausa dalle scene che il musicista aveva detto di aver voluto «non per il cancro. Il primo concerto del tour dell’anno scorso l’ho fatto con la pompa per infusione ma non m’è importato», aveva spiegato in un’intervista a El Pais.

«Il cancro mi ha fatto fermare, soprattutto a causa delle conseguenze delle operazioni, ma questa decisione era stata presa un po’ di tempo fa. È il mio turno, me lo merito. Sono stato al mio meglio per 20 anni e ho bisogno di un cambiamento. Ho cominciato a fare meno piani e prestare più attenzione al presente. Faccio le cose che voglio e non faccio ciò che non voglio. Il livello di conformismo in cui viviamo è molto basso, immediatamente ci accontentiamo di qualsiasi cosa. Voglio prepararmi per andare al cinema, andare a mangiare con gli amici, camminare in montagna, fare surf, ma soprattutto stare con la mia figlia».

Lo ha fatto, ed era riuscito anche a prendersi cura degli altri, nel mentre. La scorsa estate era volato in Nepal, per aiutare un’associazione non governativa a trasportare medicine e altri beni di prima necessità da un villaggio all’altro. Sembrava felice e in buone condizioni. Per questo i fan speravano che il peggio fosse alle spalle e che il loro idolo buono fosse davvero pronto per tornare a cantare.

Subito dopo la notizia della morte, Jovanotti ha affidato ai social il suo ricordo, scrivendo: «Ho appena saputo della morte di Pau Dones, è una notizia tremenda, ci eravamo scritti 3 giorni fa e come al solito era lui a rassicurare me. Mi mancherai tantissimo amico e maestro, niente cancellerà i momenti bellissimi vissuti insieme, la bella musica, le mangiate e le bevute, le chiacchierate infinite, la forza che ci siamo dati reciprocamente. Conoscerti ed esserti amico è stato un grande regalo. Dove sei ora? Mi è difficile crederci»

«Che qui siamo di passaggio, che oggi il cielo è nuvoloso, che uno nasce e poi muore, e questo racconto si è finito…dipende. Dipende, da che dipende…».

Addio Pau Dones, sarà pur vero che tutto dipende, ma non dipende affatto la stima che i fan hanno avuto nei tuoi confronti e la speranza che tu possa finalmente essere in un posto migliore.

 

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Giugliano, via Santa Caterina da Siena rivede la luce dopo sei anni: l’annuncio del sindaco

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Via Santa Caterina da Siena a Giugliano rivede la luce dopo sei anni di attesa. Infatti, dopo il crollo dovuto alle forti piogge del 23 febbraio 2018, arrivano buone notizie.

L’annuncio è stato dato dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi:

“È una notizia che segna un momento fondamentale per la nostra città: la Regione Campania ha approvato un finanziamento di 20 milioni di euro per il rifacimento del collettore fognario di via Santa Caterina da Siena. Si tratta di un’opera attesa da oltre 6 anni, da quella terribile notte in cui la strada crollò, causando enormi disagi e difficoltà per i residenti di via Santa Caterina e delle zone limitrofe”.

Poi, prosegue: “Questa situazione non poteva e non doveva continuare oltre. Fin dall’inizio del mio mandato, mi sono battuto con determinazione per ottenere le risorse necessarie a risolvere definitivamente questo problema. Oggi posso dirvi che quella promessa non è rimasta tale: abbiamo raggiunto un traguardo importante, che rappresenta un segno concreto del nostro impegno quotidiano per migliorare la città”.

Infine, Pirozzi ha poi spiegato che è in fase di realizzazione il progetto esecutivo:

“Dopo l’aggiudicazione dell’appalto finalmente partiranno i lavori, ponendo fine ad una situazione che per troppo tempo ha penalizzato il nostro territorio”.

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Il piccolo Ethan riabbraccia finalmente la madre Claudia: “Sono felicissima”

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una madre e di un figlio che si sono ritrovati dopo circa tre mesi.

Si tratta del piccolo Ethan, che ha finalmente riabbracciato la madre Claudia, dopo che lo scorso agosto il padre del piccolo nonché ex marito della donna, Eric Howard Nichols, le aveva sottratto con l’inganno il bambino mentre erano in vacanza in Puglia.

Tuttavia, la Polizia statunitense è riuscita a rintracciare e bloccare l’uomo nella contea di Orange a Los Angeles, dove si era trasferito con il figlio dopo la fuga. Pertanto, intorno alle 23 di ieri la donna è arrivata a Los Angeles riabbracciando il figlio.

Ecco le parole della donna:

“Sono felicissima. Come mi ha visto, mi ha fatto il suo splendido sorriso. L’ho trovato cresciuto, molto più pesante, ormai ha sei denti e gattona velocissimo. Si mette dritto in piedi da solo, è meraviglioso essere di nuovo con lui”.

Adesso il piccolo è stato affidato temporaneamente alla madre Claudia Ciampa, poiché ci sarà un percorso giudiziario che vedrà come controparte il padre americano del bambino, con un giudice che deciderà sull’applicazione della Convenzione Internazionale de L’Aja e a chi spetterà tenerlo definitivamente.

“Ora cominceranno le udienze, di cui la prima sarà già domani. Speriamo che si risolva tutto per il meglio e al più presto, così che possiamo tornare insieme in Italia”, afferma Claudia dall’America.

L’avvocato Gian Ettore Gassani, difensore di Claudia e presidente dell’AMI ha aggiunto:

“Il ministero invita tutti alla calma e siamo d’accordo anche io e la madre. Siamo solo all’inizio di un’avventura difficile, che ci farà attendere ancora un po’ di tempo per la decisione finale del giudice sul rimpatrio della signora Ciampa e di suo figlio”.

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Napoli celebra Maradona con un raduno a lui dedicato: le ultime

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Diego Armando Maradona continua a vivere nel ricordo di chi lo ha amato e di chi ne ha ammirato le gesta, soprattutto quella città di Napoli che non lo ha mai dimenticato.

Pertanto, grazie all’idea dell’avvocato Sergio Pisani, la figura del Pibe de Oro sarà celebrata nel raduno intitolato ‘Maraduno’, che vedrà la partecipazione attiva del pubblico protagonista del primo murales umano dedicato al compianto campione argentino.

Il raduno si terrà all’Edenlandia di Napoli domenica 24 novembre, con l’obiettivo di unire i tifosi, i sostenitori di Diego e la città intera. Gli organizzatori invitano i partecipanti a portare foto dei loro tatuaggi e tributi artistici dedicati al campione argentino, che verranno poi trasformati in un murales collettivo.

L’inizio è fissato per le ore 12, con un dj set a tema Maradona e proiezioni su un maxischermo. Seguiranno l’esibizione della Banda Argentina e canti in onore di Diego; la raccolta e l’esposizione di cimeli e tatuaggi tributo a Maradona, con apertura del progetto murales umano; una mostra dei cimeli storici di Maradona; la premiazione dei 10 personaggi vicini a Diego e una foto di gruppo per il libro celebrativo realizzato con l’editore Cuzzolin, con le fotografie che verranno scattate dai professionisti Mario Durante e Nico Nocera.

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