Abbiamo conosciuto la “Blue Whale”, quel famoso gioco che tra gli adolescenti di tutto il mondo ha fatto numerose vittime. Eppure sembrava essere finito nel dimenticatoio; da tempo non sentivamo parlare più di morti, suicida soprattutto, che si erano cimentati in quel tragico e macabro “labirinto del web”.
Purtroppo dopo interi mesi, piangiamo un’altra vittima : Igor, quattordicenne alpinista di Milano. Questa volta, le dinamiche della morte sarebbero leggermente diverse (della “Balena Blu”) ma l’epilogo è uguale: i partecipanti finiscono prima o poi col suicidarsi.
La sfida, chiamata “blackout” (ma gira anche sotto forma di altre nomignoli, da “passing out” a “bum rashing”, o ancora “funky chicken”), è di quelle più assurde: si tratterebbe infatti di favorire pratiche di soffocamento, o tramite oggetti come funi, maschere senza fori e cuscini, o anche facendosi aiutare da altre braccia umane.
Una follia, insomma, che agisce psicologicamente sulla mente di queste giovani vittime, portandole inesorabilmente alla propria uccisione.
La paura è che (come tutti questi macabri “giochi” online) esista una rete nascosta, tra creatori e partecipanti, ignorata da educatori e soprattutto dalle autorità,che ora indagano.
Nel frattempo, noi vi consigliamo di fare attenzione e di evitare queste trappole del web, denunciando episodi simili o chi vi “tenta” in questo pericoloso e spietato gioco psicologico.