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Ambito n.19. La Presidente della Coop. Eco replica al nostro articolo sul “sistema della scheggia impazzita”

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AFRAGOLA – In merito al nostro articolo dove si evinceva un determinato tipo di “sistema” di aggiudicazione gare all’interno dell’Ambito sociale n°19 pubblicato pochi giorni fa (leggi qui) siamo stati raggiunti in redazione da una missiva di una delle protagoniste della vicenda: la Presidente della Cooperativa Eco Sofia Flauto che ci pregava di poter pubblicare alcune sue dichiarazioni riguardanti la sua difesa e la sua posizione circa le gare vinte all’interno dell’Ambito 19 e il suo passato comunque menzionato nell’articolo. All’interno della mail recapitata in redazione la Flauto dichiara: “Leggendo il Vs. articolo ho avuto la sensazione che lo stesso mi facesse passare come un soggetto spregiudicato che opera oltre i limiti della legge.

In primis – continua la Presidente della Eco –  non sono mai stata coinvolta a nessun titolo nell’indagine che ha condotto il PM Moccia su quella che nell’articolo viene definita “la cricca degli appalti”, mio malgrado debbo prendere atto che nell’articolo, pur dando atto della mia estraneità, si sottolinea la circostanza che all’epoca dei fatti ricoprivo la carica di assessore alle Politiche Sociali e che il mio ex marito “era amministratore unico di una cooperativa sociale già affidataria di appalti al Comune di Torre del Greco”. Ancora, debbo evidenziare come l’articolo parla di “un passato turbolento in ambito giudiziario” in riferimento ad una vicenda giudiziaria che ha riguardato il mio ex marito.

Tuttavia – precisa la Flauto – dimentica di scrivere che il mio ex marito nella vicenda richiamata dall’articolo veniva assolto con formula piena. Ebbene, l’articolo si interroga sulla mia partecipazione alla TASK FORCE organizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Campania per contrastare il contagio da Covid19, ponendo l’accento su un ipotetico conflitto di interessi che trova la sua genesi nella circostanza che io siederei ai tavoli di chi indice le gare.

Sul punto preciso che la mia partecipazione alla Task force – continua – trova la sua ragione in un rapporto di collaborazione cristallino con la Regione Campania e nulla a che fare con le gare indette dall’Ambito 19. Inoltre l’articolo parla di “una vera e propria cabina di regia formata da più persone che sono in grado di fare il bello e cattivo tempo nell’Ambito n. 19”, riportando una notizia falsa, ossia che tutte le gare indette dall’Ambito n. 19 vengono aggiudicate alla sottoscritta.

La ECOconclude – la Cooperativa sociale tirata in ballo, descritta come l’aggiudicataria di tutti servizi offerti dall’Ambito n. 19, in realtà ne gestisce due, ossia, il centro per disabili e Spazio bambini e bambine. Per inciso, il primo dei due, aggiudicato solo ed esclusivamente grazie alla Sentenza emessa dal Tar, II sez. pubblicata il 06/11/19 (Proc. pen. n.02684/19 Reg. Ric.)”.

Controdeduzione del Direttore Mario Abenante: “Prendo atto della missiva inviateci dalla Dott.ssa Flauto e con orgoglio pubblichiamo le sue dichiarazioni perché con le stesse si può testimoniare quanto la linea editoriale della nostra testata sia alla ricerca continua della verità e della trasparenza.

Nel rassicurare la Presidente della Cooperativa Eco che la parentesi descritta circa il suo passato sia stata menzionata per diritto di cronaca e per descrivere una figura che da anni ricopre ruoli nel campo delle politiche sociali, non è mai stato nostra intenzione far passare la sua immagine come una bordeline, anzi, precisando che le sue accuse sono sempre state disciolte nei vari dibattimenti si è sempre voluto far intendere che la stessa Flauto è sempre stata estranei ai fatti a lei accusati.

Per quanto riguarda gli appalti vinti nell’Ambito 19, anche dalle dichiarazioni della dottoressa si evince che nel mio articolo si è scritto il vero, visto che non si è mai parlato di “tutte le gare” e che oltre il centro per disabili e Spazio bambini e bambine, l’altra gara menzionata è stata quella Servizio Sanitario Anziani e Disabili affidata all’ATI formato da Ker e Aias Casoria, dove il rapporto di collaborazione tra il Presidente della Ker Luca Borrelli e la Cooperativa Eco non è stato smentito dalle dichiarazioni della Flauto, così come non poteva essere smentito nemmeno l’affidamento diretto di € 30.000+iva per il solo supporto al Ufficio di Piano dello stesso Ambito. Presi i tre affidamenti in toto più l’affidamento diretto, costituiscono, ben oltre l’80% dei servizi erogati dall’Ambito n°19.

In quanto al ruolo avuto nella Task Force dell’emergenza Covid, il sottoscritto pone l’accento su un conflitto di interessi che secondo il personale modesto avviso, continua ad esserci laddove ci si continua a sedere al tavolo con dirigenti di ambito e assessori comunali alle Politiche Sociali”. 

Per dovere di cronaca tanto dovevamo alla Dott.ssa Sofia Flauto.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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