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Lutto in Rai: morto il volto storico della tv

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Lutto nel mondo del giornalismo. E’ morto Sandro Petrone, storico giornalista del Tg2. Aveva compiuto 66 anni nel febbraio scorso.

Il giornalista napoletano è scomparso nella notte. Non è riuscito a vincere la battaglia contro il tumore che lo ha colpito ai polmoni subito dopo la sua lunga attività negli studi Rai.

Conduttore del Tg2 delle 13 dal 1997 al 2012 ed inviato speciale e di guerra. Fu il primo inviato italiano a trasmettere dal Kuwait liberato, ex Jugoslavia, Kosovo, Iraq, Libano, attentati dell’11 settembre in Usa, attentati dell’11 marzo a Madrid, Iran, Afghanistan, Libano, Libia . E’ stato anche il primo giornalista italiano a coprire grandi eventi usando una propria telecamera (Guerra del Golfo, crollo dell’Urss, Guerra in Jugoslavia).

Fu assunto come praticante nel 1985 dal Giornale di Napoli di Orazio Mazzoni nella redazione spettacoli. Dal 1987 sviluppa la sua esperienza nella Telemontecarlo dei brasiliani (Rede Globo) come reporter di guerra. Dal 1993 viene assunto in Rai dove si fa valere per le sue qualità di inviato e successivamente di conduttore del Tg2. Ha insegnato sin dal 1989 comunicazioni di massa e giornalismo in scuole e università, anche all’estero. Scrisse il libro “Il linguaggio delle news” edito da Rizzoli.

Tra le sue grandi passioni, coltivate fin da ragazzo, la musica. Fu esponente della corrente culturale musicale partenopea cosiddetta Vesu-wave e cantautore affianco ad Edoardo Bennato, Enzo Gragnaniello, Pino Daniele.  Ha continuato a scrivere canzoni, quasi sempre ispirate a fatti di cronaca ele ha raccolte in un cd intitolato “Blues in blu”.

«Chi fa informazione — sosteneva — è al servizio dei cittadini. Le informazioni servono alle persone per vivere, per avere una rappresentazione corretta del mondo in cui devono muoversi. Truccare le carte vuol dire truccare la vita della gente. È come un omicidio. Fisico, non solo ideologico».

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