CARDITO – Mentre in Siria si fermano i bombardamenti o qualsiasi tipo di negoziato. A Cardito la guerra a Cirillo deve proseguire. Questo è il diktat che evidentemente si è preposto una parte dell’opposizione carditese e un numero sparuto di odiatori seriali così come li ha etichettati oggi il sindaco in aula consiliare al margine del Consiglio comunale straordinario chiesto da cinque consiglieri di minoranza su sei.
Una richiesta di un Consiglio Comunale straordinario più inutile di questa non si poteva chiedere e per giunta in piena emergenza Covid19 visto che la richiesta dei cinque consiglieri comunali di opposizione – Marisa Natale, Pina Tignola, Salvatore Setola, Cristofaro Salvato e Angelo Iannicelli, quest’ultimo assente in aula – è arrivata all’ufficio protocollo durante la Fase1 dell’emergenza.
Inutile girarci intorno, gli altri punti all’Ordine del giorno (alienazione dei beni comunali per sopperire al disavanzo, chiarimenti sulla distribuzione dei buoni pasto, posizione dell’amministrazione su eventuali installazione di antenne 5G, situazioni scuole), sono stati pensati, scritti e dimostrato in aula per fare da corollario all’unico punto su cui veramente si voleva dibattere: la posizione del Sindaco Giuseppe Cirillo in merito ad articoli apparsi sui giornali locali e regionali in cui si riportava che un indagato dalla Magistratura sul caso “Concorsopoli” di Sant’Anastasia avrebbe fatto il nome del sindaco carditese accusandolo di avergli sottoposto una lista di nomi da favorire nelle preselezioni che si stavano effettuando a Cardito.
Prima di addentrarci nei meriti della questione e nella cronaca del Consiglio comunale di oggi è doveroso fare una premessa. Esistono due tipi di giornalismo, quello sensazionalistico in cui si è alla costante ricerca spasmodica dello scoop e quello in cui si rispetta la deontologia professionale, scrivendo la notizia solo quando ci si è accertati di aver letto intera documentazione riguardante il caso che si vuole illustrare e riportare solo quella che è la verità dei fatti. Se al primo tipo di giornalismo, poi, aggiungiamo un pizzico di odio contro una persona più volte bersagliata e per questo finito anche sotto accusa dalla Magistratura per diffamazione, allora il tipo di giornalismo che ne esce fuori diventa piuttosto pericoloso poiché potrebbe rasentare addirittura lo stalking mediatico.
Il giornalista non solo si deve procurare interi atti di quello che si vuole scrivere ma deve anche descrivere le conclusioni a cui è arrivato il magistrato che sta indagando sul caso. Se così non fosse allora domattina, possiamo anche mettere un giornalista qualsiasi al posto di un giudice, tanto basta un semplice stralcio di una dichiarazione per portare il sindaco di una città al patibolo e ghigliottinarlo. Ma per fortuna di molti viviamo in un Paese democratico che aborra la pena di morte.
Così, forse artatamente, questo lavoro di verifica non è stato fatto neanche dai cinque firmatari della richiesta di Consiglio Comunale Straordinario che non andandosi a leggere atti che sicuramente saranno in mano a qualche conoscente, hanno deciso di cavalcare l’onda d’odio innescato attraverso un blog locale per strumentalizzare la notizia e chiedere il Consiglio Comunale arricchendolo di altri punti che somigliavano più a richieste di accesso agli atti ai settori che interrogazioni consiliari. In modo da continuare a fomentare le stesse strumentalizzazioni che sul territorio non hanno attecchito visto il momento storico attraversato e la poca diffusione che i mezzi di comunicazione usati posseggono.
Fatta la dovuta premessa, passiamo alla cronaca del Consiglio Comunale, dopo che la Consigliera Tignola illustra la loro richiesta, conservandosi, guarda caso, per ultimo il punto in questione – quello che in realtà nella comunicazione di servizio e nella richiesta era stato redatto per primo – forse per non far capire che quella era l’unica cosa necessaria su cui si voleva discutere.
Il sindaco non perde tempo, dopo essersi tolto i primi due pensieri all’inizio del Consiglio Comunale, ossia il minuto di silenzio per i morti di covid19 carditesi, la votazione sulla devoluzione dei gettoni di presenza a favore delle famiglie meno abbiente e dopo aver discusso delle alienazioni, va subito dritto verso la meta rispondendo con poche, semplici e lapidarie parole a ciò che gli haters di Cirillo e non i presenti, volevano ascoltare: “Non so nulla della questione, non sono mai stato raggiunto da nessun provvedimento, quello che avete letto Voi (rivolgendosi ai quattro firmatari presenti in aula) quello ho letto pure io e forse ne so meno di voi, ho dato già mandato ai miei legali di fiducia per difendere la mia immagine pubblica e privata ma stavolta a spese mie e non dell’ente visto che l’ultima volta che sono stato diffamato, sempre dalle stesse persone, sono stato accusato di spendere soldi pubblici per la mia difesa. Adesso avete a che fare con un nuovo Cirillo, un Cirillo più maturo che bada alla sostanza e non alle chiacchiere o alle strumentalizzazioni. Ecco perché ho deciso di dare mandato ai miei legali senza fare dichiarazioni di sorta, anche perché, come potete vedere, della mia vecchia denuncia, io non mi sono permesso di informare o divulgare notizie a riguardo, se ci sono stati o meno rinvii a giudizio e per chi, semplicemente perché amo i fatti e quando i fatti mi daranno ragione, se mi daranno ragione, renderò tutti edotti”.
Appurata la totale estraneità dei fatti alle accuse mosse sempre dagli stessi protagonisti, Cirillo in aula non si scompone, tranne quando parla del lavoro fatto in emergenza covid19 e quando elogia chi, secondo il suo avviso, sono quei cittadini che rendono onore alla città, ossia quegli imprenditori e quei volontari che volendo restare in anonimato hanno dato una grossa mano, economica e logistica, in questa emergenza sanitaria.
Il prosieguo della relazione del Sindaco Cirillo, ha cominciato a prendere una brutta piega per l’opposizione, troppe cose fatte e troppe le cose fatte bene, una volta chiarita l’estraneità in Concorsopoli, non si poteva solo annuire a ciò che il sindaco stava annunciando ma soprattutto all’apertura che il primo cittadino ha fatto verso le idee di programmazione o di visione di città che le opposizioni volessero portare a corredo del civico consesso. Allora interrompe la Tignola e comunica al Presidente del Consiglio di voler discutere di un punto alla volta rispetto alla relazione, la stessa viene accontentata e il sindaco stoppa il suo intervento e si riserva di rispondere sugli altri punti. Prende la parola il Consigliere Setola. Prende atto della risposta del sindaco in merito all’unico punto vero del civico consesso di oggi, dichiara anche di essere felice delle dichiarazioni del sindaco che sollevano un’intera comunità dall’imbarazzo e passa oltre, accogliendo quella che era l’apertura del sindaco sulla collaborazione di idee, chiedendo a gran voce la sua collaborazione mettendo a disposizione le sue idee, una su tutte è quella di prendere alcuni fondi inutilizzati come quelli dedicati alla refezione scolastica e dedicarli alle Politiche Sociali per rimpinguare ancor di più le casse comunali e far fronte all’indigenza di alcune famiglie carditesi. Visione nobile e proposta più che accettabile, fossi il sottoscritto al posto del Sindaco mi attiverei subito per verificare se quanto proposto dal Setola fosse attuabile. Altro punto messo a segno dal primo cittadino che, nelle parole del Setola, si dimostra quanto sia stato determinante il suo intervento di apertura.
Prende la parola, dopo anche le obiezioni del Setola, il Consigliere Giovanni Aprovidolo che più di una volta viene interrotto dalla Tignola che lo taccia di uscire fuori tema quando il consigliere era ancora nella fase introduttiva del suo intervento. Cerca di stare nel recinto tematico il buon capogruppo di “A viso Aperto” quando ad un tratto viene interrotto dalla Consigliera Natale che rivendica la diversa natura della loro istanza, visto che loro avevano richiesto una relazione del Sindaco e non un dibattito politico. Non è mai esistita un’affermazione più assurda di questa! Per questo il Consigliere Aprovidolo gli esclama testuali parole: “Io avevo capito che lei non aveva capito cosa stesse firmando”, riferendosi alla richiesta del Consiglio Comunale. Ma a tali parole, la consigliera Natale fa l’offesa e abbandona l’aula.
Noi siamo consapevoli che questa è la prima esperienza politica della Consigliera ma la stessa non può pensare di richiedere un Consiglio Comunale e contestualmente annullare il dibattito politico asserendo di aver chiesto un confronto unilaterale. Assise Pubblica è sinonimo di dibattito politico e confronto democratico, a meno che la Consigliera Natale non possieda un concetto un po’ distorto della democrazia non è possibile snaturare l’importanza di un Consiglio Comunale. Ma poi, ci si domanda. Perché quando il sindaco stava relazionando lo si è interrotto dicendo che si voleva discutere di un punto alla volta? Non è che in assenza di argomenti o di contenuti si vuole trovare l’appiglio di zittire chi tanto ha da dire e dimostrare? Ma non solo.
La Consigliera Natale si è anche dimenticata, e forse qui ha dato ampiamente ragione a ciò che Aprovidolo aveva asserito, che lei è stata una dei firmatari richiedenti dell’Assise di oggi e non può abbandonare l’aula dimostrando di non voler ascoltare chi lei stessa aveva interrogato. Allora qui le cose sono tre. O per la Natale si era superato l’argomento clou dell’incontro, o si era fatta una certa, come dicono a Roma, visto che in più di un’occasione faceva notare l’ora di pranzo al Presidente del Consiglio, e quindi ha trovato la scusa per mettere i piedi sotto il tavolo, come si dice in gergo, oppure nessuno di noi ha capito come funziona la politica e solo lei è la portatrice sana dei confronti pubblici. Ai posteri l’ardua sentenza.