Un appello accorato del Presidente della Figisc Confcommercio Campania, Gaetano La Rocca, quello rivolto al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Un grido di dolore di una categoria che rischia letteralmente di scomparire sotto il peso di quest’emergenza sanitaria che ha messo a dura prova quasi tutte le categorie. Nel caso dei gestori, già vittime della criminalità organizzata e non, insieme a farmacie e tabaccai, veri e propri “bancomat” della malavita locale, e oramai stretti tra politiche di sconti impossibili ed improbabile concorrenza con l’evasione fiscale dilagante, tra l’abbandono delle “major” in favore di modelli grossista e condizioni contrattuali ai limiti della sopravvivenza, a preoccupare è la mancanza di liquidità. Le risorse economiche a disposizione sono ormai ridotte all’osso, e non è escluso che oltre la metà degli impianti possa decidere di chiudere definitivamente per oggettiva impossibilità di acquistare il carburante. E’ necessario un intervento significativo, perciò, a favore di una categoria che ha avuto la responsabilità ed il senso civico di continuare a fornire un servizio essenziale nonostante non ve ne fossero i presupposti, e non merita di essere abbandonata. Di seguito il testo:
Onorevole Presidente,
a nome degli oltre 400 impianti di distribuzione di carburanti della Campania, dobbiamo rappresentarLe lo stato di estrema difficoltà nel quale si trovano i gestori degli impianti, i quali sono rimasti aperti per garantire un servizio essenziale alla comunità, la mobilità dei mezzi di emergenza e di quelli di approvvigionamento di beni essenziali, ma hanno visto crollare gli incassi dell’85%, una misura tale da non coprire neanche minimamente le spese di gestione, che sono rimaste inalterate.
In pratica, i gestori hanno sostenuto le spese per garantire la mobilità in tutto il Paese, senza poter accedere ad alcun tipo di sostegno pubblico, essendo tagliati fuori da tutte le misure adottate dallo Stato e dalla Regione Campania.
Le stesse compagnie petrolifere non hanno dato alcun supporto ai gestori, preoccupandosi solo di rientrare dei propri crediti. Va sottolineato che il 70% del fatturato degli impianti è costituito da tasse ed accise incassate per conto dello Stato e della Regione, e che al gestore resta una parte minima degli incassi, da cui vanno sottratte ingenti spese di gestione.
Ora la situazione è arrivata al punta di rottura. Almeno la metà degli impianti rischia di scomparire, lasciando per strada oltre 1300 addetti, e solo il grande senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto questa categoria, ha scongiurato una chiusura massiva degli impianti all’inizio della pandemia.
Purtroppo adesso le chiusure saranno inevitabili perché dettate dalla mancanza di liquidità delle gestioni dimenticate dallo Stato e dalle solite compagnie petrolifere. Onorevole Presidente ci piace ricordarle che la categoria che ci onoriamo di rappresentare, molto spesso è esposta alla mercé dei delinquenti che spesso unitamente ai tabaccai e ai farmacisti ci considerano dei veri e propri bancomat dove poter attingere del danaro contante e potremo continuare ancora ad elencarle le vessazioni a cui siamo sottoposti proprio dai nostri petrolieri fornitori.
Adesso basta, siamo allo stremo non possiamo più restare fermi a subire tutto questo. Occorre dunque un intervento immediato a sostegno della categoria, la quale a breve non sarà più in grado di garantire il servizio in maniera capillare sul territorio senza misure adeguate di ristoro.
Chiediamo pertanto la Sua disponibilità per un incontro in tempi brevi per un confronto costruttivo sulle soluzioni da adottare per evitare il tracollo definitivo del settore che, ripetiamo, svolge a proprio rischio un servizio essenziale per la collettività.
Fiduciosi in un pronto riscontro, La salutiamo cordialmente.