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Coronavirus, il calendario per la Fase 2: quattro tappe per la ripartenza

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Il Governo ha stilato un calendario per la Fase 2: la ripartenza sarà graduale e sarà spalmata su quattro lunedì, a partire dal 27 Aprile fino al 18 Maggio.

C’è però una condizione: in caso di una riesplosione dei contagi, ci sarebbe una frenata.

Lunedì 27 Aprile

Tornano al lavoro i dipendenti di fabbriche di macchine industriali per l’agricoltura e la silvicoltura

Lunedì 4 Maggio 

– Allentamento delle restrizioni previste dai DPCM: autocertificazione solo per gli spostamenti al di fuori della Regione di appartenenza;

– Riapertura dei cantieri e delle industrie del tessile e della moda;

– ripartenza del Lotto e del Superenalotto;

– Sport all’aperto anche lontano dalla propria abitazione, allenamenti in solitaria oppure a due metri di distanza dagli altri;

– Riapertura di parchi e giardini pubblici.

Lunedì 11 maggio

Riparte la vendita al dettaglio: riaprono negozi di abbigliamento, calzature e tutti gli altri esercizi commerciali, sempre facendo rispettare il distanziamento sociale e prevedendo l’utilizzo di dispositivi di protezione all’interno dei locali.

Lunedì 18 Maggio

– Possibile riapertura di bar e ristoranti, con misure di sicurezza molto stringenti: un metro di distanza dal bancone, due metri tra i tavoli, mascherine e guanti per i camerieri.

– Possibile libertà negli spostamenti, anche da una Regione all’altra: sarà necessario l’ok dei Governatori, in base al numero dei contagiati.

Non ci sono certezze per barbieri, parrucchieri e centri estetici, che potrebbero riaprire il 18 Maggio: lavoreranno su appuntamento, dovranno disinfettare ripetutamente gli strumenti di lavoro e indossare i dispositivi di protezione. Inoltre si pensa ad una sanificazione degli ambienti anche più volte al giorno e alla collocazione di dispenser all’ingresso e vicino alle casse.

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Attualità

A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Attualità

Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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