NAPOLI. Le edicole non vendono il Quotidiano Libero: la risposta dei napoletani alle offese di Feltri

Nei giorni scorsi il Direttore di Libero Vittorio Feltri ha definito inferiori i meridionali.

La risposta dei napoletani alle offese razziste di Feltri è arrivata immediatamente. Le edicole napoletane hanno promosso un’iniziativa: a partire da oggi, 23 Aprile 2020, non venderanno più il quotidiano Libero.

Tante edicole del napoletano hanno esposto un avviso che recita:

“In questa edicola dal 23 aprile non è più in vendita il quotidiano Libero. Essendo meridionali inferiori non siamo in grado di comprendere gli arguti articoli di questa testa giornalistica indipendente. Ci voglia scusare il direttore Feltri“.

Tra i promotori di questa iniziativa vi sono l’edicolante Fabio Di Martino, titolare di un’edicola a Piazza Carolina, che ha affermato:

“Siamo davvero stufi di questa persona e delle sue offese a sfondo razzista“.

Anche Aldo Esposito, Segretario Provinciale del sindacato Sinagi Slc-Cgil di Napoli, che gestisce un‘edicola a via Luca Giordano, è intervenuto sulla vicenda:

“Non è la prima volta che diamo vita ad un’iniziativa del genere. Anche quando Feltri mise in prima pagina quel titolo ‘piagnisteo napoletano’ adottammo le stesse misure. Sinceramente questo signore ci ha stancato“.

Il Consigliere Regionale del Sole Che Ride Francesco Emilio Borrelli ha affermato:

“È un’iniziativa che condividiamo e appoggiamo. Ci sembra il minimo come risposta alle offese del direttore di Libero. Abbiamo lanciato con il conduttore radiofonico Gianni Simioli una petizione per chiedere che Vittorio Feltri venga radiato dall’albo dei giornalisti della Lombardia, che in poche ore ha raggiunto le 15 mila firme. Chiediamo inoltre che la Meloni e Salvini chiedano scusa ai meridionali per aver candidato nel 2015 Feltri come presidente della Repubblica. Di quali nefandezze sarebbe stato capace un presidente razzista eletto grazie alla Lega e a Fratelli d’ Italia?“.