CAIVANO – Essere classificati già come uno degli ultimi paesi della Campania per qualità della vita, scarsità di servizi e assenza delle istituzioni è una frustrazione enorme, poi se a tutto questo aggiungiamo l’inefficienza e l’incompetenza della macchina burocratica caivanese facciamo ein plein.
Quanto siano incompetenti le forze in seno ai settori comunali e quanto si necessita, qui nell’ultima città a nord di Napoli, di dirigenti qualificati e competenti, noi di Minformo l’abbiamo sempre denunciato e quello che si sta verificando nel settore Politiche Sociali al tempo di coronavirus è la dimostrazione valida di quello che abbiamo sempre ammesso.
Ad oggi, 20 aprile, a distanza di venti giorni dall’emissione del Decreto del Presidente del Consiglio, dove venivano assegnati 392 mila euro al Comune di Caivano per tramutarli in buoni pasto per famiglie meno abbienti, nessun povero caivanese deve ancora ricevere un euro e menomale che questi poveri caivanesi non avevano di che mangiare? Pensiamo a quanto si sarebbero catapultati sul problema quelli delle Politiche Sociali se al posto di essere poveri fossero stati moribondi. Ma non è solo questo.
A venti giorni di distanza non si sa quando sarà il giorno in cui si inizierà a distribuirli, non si conosce in che modalità verranno distribuite, con quali criteri si è redatta la graduatoria e la cosa più agghiacciante è dopo che alcuni blog locali hanno riportato erroneamente, senza che ci fosse nessun documento ufficiale a dimostrarlo, che oggi 20 Aprile sarebbe stata la data in cui si sarebbero distribuiti i buoni pasto, la povera gente che ha creduto a questa fake news si è riversata fuori l’Ufficio Politiche Sociali trovando i cancelli sbarrati e un foglio di carta con su scritto che il Personale dell’Ufficio è impegnato a verificare le domande pervenute e che a breve sul sito del Comune verrà pubblicata la graduatoria dei beneficiari. Abbiamo letto bene? Praticamente tutti i caivanesi verranno a sapere chi sono le famiglie che non possono permettersi un piatto caldo sul tavolo? E la Privacy? Va a farsi benedire?
Tutto questo manifesta uno spaccato molto triste. Racconta tutta l’inutilità e l’incompetenza di alcuni settori caivanesi, comunali, di informazione e professionalità varie. Poi ci si lamenta perché questa città è abbandonata a se stessa. Sperando che in futuro la gente sappia discernere il giusto dallo sbagliato, capire che il senso di democrazia esasperato non è anarchia, ma semplicemente riconoscere soprattutto le competenze e mettere i tasselli al proprio posto perché volente o nolente, un’amministrazione comunale non è altro che lo specchio della popolazione che abita quel territorio e se oggi abbiamo un Comune sciolto per infiltrazione per ingerenze criminali non è solo colpa della Politica. Meditate gente.