Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, in un’intervista al Sole 24 Ore, ha affermato:
“Ritengo che il nuovo decreto di aprile debba portare il nostro sforzo complessivo di bilancio a una soglia ben superiore ai 50 miliardi. Le misure e le garanzie pubbliche che abbiamo messo e stiamo mettendo in campo forniranno un sostegno senza precedenti ai finanziamenti per la nostra economia, pari a quello offerto dai pacchetti di politiche più ambiziosi approvati in questi giorni in Europa.
L’azione della Bce ha frenato le spinte speculative e ci consente di ricorrere con tranquillità al mercato per finanziare la nostra spesa.
L’Italia, come gli altri paesi europei, può affrontare da sola questa emergenza: abbiamo le risorse umane, economiche e morali per farlo. Ma sarebbe un grave errore per l’Europa se, di fronte a una sfida comune di questa portata, non riuscisse ad approntare nuovi strumenti in grado di dare la risposta forte e solidale che tutti i cittadini europei hanno il diritto di aspettarsi da una casa comune che è stata costruita per proteggerli meglio, nel segno della unità e della solidarietà. Ne uscirebbe sconfitta l’intera Europa e indebolita l’intera economia continentale.
Il nostro debito è pienamente sostenibile. Peraltro, nel corso del Consiglio Europeo ho chiarito che non si tratta di decidere su forme di mutualizzazione dei debiti pubblici. Ogni Stato membro rimarrà responsabile del proprio debito pubblico.
L’Italia ha terminato il 2019 con un rapporto deficit/Pil pari a 1.6% anziché 2.2% come programmato. Nei primi mesi del 2020 stavamo confermando questo trend positivo.
Abbiamo le carte in regola per sollecitare uno slancio in avanti dell’Europa. Dobbiamo costruire sin da subito una linea di difesa europea per aumentare la potenza di fuoco europea. Ecco perché è inaccettabile rispondere a questa sfida epocale con gli strumenti tradizionali, come i programmi esistenti del Mes, che richiedono pesanti condizionalità ai Paesi.
Lo shock che ci ha travolto è simmetrico, riguarda tutti gli Stati in Europa e nel mondo: non possiamo rispondere con strumenti costruiti in un mondo che non esiste più.
L’ho detto chiaramente durante la mia ultima informativa alle Camere: la stagione dei tagli alla sanità e alla ricerca va archiviata per sempre. Dobbiamo garantire che l’Italia sia sempre più preparata a gestire situazioni di emergenza: dovremo procedere ad assunzioni cospicue, aumentare le retribuzioni del personale medico e sanitario e il numero di posti letto disponibili in terapia intensiva, investire ogni risorsa disponibile nella ricerca, ricostruire le filiere produttive nazionali di dispositivi sanitari. E vorrei ringraziare, ancora una volta, tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari: ogni giorno ci rendono sempre più orgogliosi di essere italiani.
Al momento è prematuro fare previsioni, ma ci auguriamo di poter tornare quanto prima alla normalità. Ridurremo le restrizioni fino alla loro completa eliminazione, ma lo faremo gradualmente, per evitare che gli sforzi sin qui compiuti siano vani.
Possiamo già dire che, come già anticipato dal Ministro Azzolina, la sospensione delle attività scolastiche proseguirà anche dopo il 3 aprile. Queste settimane di emergenza ci hanno mostrato quanto sia irrinunciabile l’impulso alla trasformazione digitale del Paese.
Con il decreto “Cura Italia” abbiamo stanziato 83 milioni per potenziare la didattica a distanza, soprattutto a beneficio degli studenti meno abbienti.
Inoltre abbiamo appena sbloccato 200 milioni di finanziamenti da parte del Comitato per la diffusione della Banda Ultra-larga (Cobul), che porteranno la connessione ultra-rapida in oltre 40mila complessi scolastici in tutta Italia, gratuitamente per i prossimi cinque anni.
La chiusura delle attività commerciali – e poi di quelle produttive, a esclusione di quelle essenziali – è stata una decisione difficile e senza precedenti nella storia della Repubblica. È una scelta senz’altro costosa, ma non dobbiamo dimenticare che il contenimento efficace del virus è un imperativo etico, perché ci consente di salvare vite umane. Non solo. È anche la più importante misura economica che oggi possiamo adottare per far ripartire al più presto l’intero sistema socio-economico.
Nel decreto di aprile potenzieremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per proteggere gli asset strategici del Paese, alla luce di un’ampia serie di rischi epidemiologici, ambientali, sismici, informatici e geopolitici. Tutelare le nostre aziende strategiche è una priorità per il Governo e siamo disponibili a introdurre anche nuovi e più sofisticati strumenti“.