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Se hai sottoscritto un contratto-truffa per l’energia ecco cosa devi fare

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Si avvicina sempre più velocemente la scadenza per passare obbligatoriamente dal Mercato Tutelato al Mercato Libero, ovvero scegliere un fornitore conveniente per la fornitura energetica. Questo momento è abbastanza favorevole perché le offerte tra cui scegliere sono davvero tante e alquanto vantaggiose. Tra queste però si nascondono anche delle truffe: occorre quindi fare attenzione alle modalità di sottoscrizione ed eseguire sempre accurati confronti delle tariffe per la luce e il gas facendosi anche aiutare da guide online dedicate. Non tutti i consumatori sono, purtroppo, così scrupolosi, mentre altri finiscono loro malgrado vittime di truffe e raggiri. In tutti questi casi è fondamentale sapere quali sono i diritti del consumatore e cosa fare.

Disconoscimento del contratto e diritto di ripensamento

Tra le varie fonti da consultare in caso di truffa c’è quella dell’Antitrust, che suggerisce come comportarsi in caso sia stato firmato un contratto di fornitura inconsapevole. Ciò vuol dire che si è prestato il proprio consenso tramite una registrazione telefonica oppure con l’apposizione di una firma su un contratto, senza rendersi conto sul momento che si trattava di un raggiro. In questo caso le vie principali da seguire sono due: il disconoscimento del contratto e il diritto di ripensamento. Il disconoscimento del contratto si esercita nel caso la firma sul contratto sia fasulla. Per disconoscere il contratto basta inviare un reclamo per raccomandata e ricevuta di ritorno all’indirizzo indicato sull’accordo fasullo. Questa situazione mette l’utente in condizione di non dover pagare le bollette e di avere il diritto di essere riportato al precedente fornitore senza costi aggiuntivi. Il diritto di ripensamento invece permette al consumatore di recedere dal contratto entro i 14 giorni dalla firma, in forza dell’articolo 52 del Codice del Consumo, senza dare alcuna giustificazione e senza dover pagare alcuna penale.

Le tutele previste dalla legge: recesso e reclamo

Ovviamente la legge difende chi viene truffato anche se si accorge della truffa in ritardo. Ciò potrebbe succedere, ad esempio, quando arriva la bolletta e ci si accorge che la ditta è un’altra, e non è più la fornitrice abituale. Nel caso ci si accorga del raggiro entro i 14 giorni si può procedere col recesso, inviando una raccomandata, entro i limiti della scadenza, indicando tutti i dati di prassi. Quindi devono essere presenti tutti i riferimenti del consumatore, tra cui l’anagrafica completa di codice fiscale, telefono ed e-mail e recapito completo di CAP. Poi devono esserci i dati del venditore, col nome dell’azienda, la sua partita IVA e il recapito. Infine va descritto il bene/servizio acquistato, citando il numero di riferimento del contratto. Va contestualmente richiesto anche il rimborso del prezzo del bene, se è già stato pagato, e la sospensione dei pagamenti futuri. Se invece sono passati i 14 giorni validi per il recesso si può chiedere il ripristino della precedente fornitura con un reclamo, da inviare con raccomandata alla ditta, e, se la richiesta non viene soddisfatta entro 40 giorni, ci si può rivolgere allo sportello del consumatore e fare un reclamo al Garante della Concorrenza e del Mercato.

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