AFRAGOLA – Nel ciclone delle indagini condotte dalla Procura e che hanno visto coinvolto Pasquale Corvino, ex vicesindaco di Caserta, accusato per scambio di voti alle scorse elezioni regionali, ci è finito anche il Consigliere Gennaro Giustino cognato dello stesso Corvino.
Secondo il Gip l’ex vicesindaco di Caserta mette su uno squadrone di procacciatori di voti che si muove nel 2015 su tutta la provincia e, nel 2016, nel solo capoluogo casertano. Le cifre che muove variano tra i cinquanta e i diecimila euro, derivanti, sempre secondo il Gip dalla distrazione di fondi di alcune società di cui egli è partecipe. Questi soldi venivano erogati sistematicamente a suoi fedelissimi e luogotenenti che avevano il compito di procacciare voti e che nell’ambito dell’inchiesta si scopre che alcuni di questi si definiscono persino”professionisti”.
Nelle intercettazioni dei giorni che precedono le elezioni regionali del 2015, cosi come si legge anche sulle pagine de “Il Mattino” gli inquirenti ascoltano uno dei “professionisti” tale Orlando Zolfo, considerato la punta di diamante del sistema Corvino, mentre si vanta di aver fatto voti anche per tale Gennaro Giustino nel rione Salicelle di Afragola. «Per 70 voti mi dà 2000 euro», afferma.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per il Consigliere di opposizione che dovrà ancora una volta difendersi dalle accuse che questa volta però non arrivano da un tipo di stampa sprovveduta che non riesce a fare filtro su notizie non verificate.
Per saperne di più abbiamo contattato il Consigliere Giustino che davanti ai nostri taccuini ha risposto così: “Non volendo entrare nel merito di una questione giudiziaria agli onori della cronaca in questi giorni, per la quale saranno gli organi preposti a chiarirne i contenuti e ad accertare eventuali responsabilità, mi vedo costretto, alla luce di alcune notizie apparse sulla stampa, in merito a questi fatti, a chiarire che io e mia moglie siamo completamente estranei a qualsiasi vicenda e/o fatti contestati e che pertanto nessun rilievo e/o addebito ci è stato contestato.
Ancora una volta si tenta di creare un caso mediatico sulla mia persona con l’unico obiettivo di screditare la mia immagine confondendo “ad arte” vicende che in nessun modo riguardano il mio operato e i miei comportamenti.
Ancora una volta – conclude il Consigliere – mi vedo costretto a dare mandato ai miei legali per le opportune azioni di tutela”.