Finalmente arriva l’ultimo giro di boa. Il punto esclamativo che segnerà lo spartiacque in città. La mozione di sfiducia al sindaco Del Prete presentata dall’opposizione qualche giorno fa è la pietra tombale. Soprattutto per chi continua a nascondersi dietro i soliti giochetti di potere. A pochi mesi dalle Amministrative la verità sta per saltare fuori. Le indiscrezioni trapelate dal Municipio raccontano di un Del Prete in evidente difficoltà. Di un sindaco che teme l’alternativa dentro il Pd. Ma andiamo un passo alla volta. Ripartiamo dalla mozione. Apparentemente la scelta di spedire a casa un sindaco a 3 mesi dalle elezioni appare come un’azione strumentale e totalmente priva di senso. Finalizzata ad ingrossare le fila dell’antipolitica. In realtà le cose non stanno così. Il ruolo assunto dall’ex primo cittadino Russo, oramai destinato alla candidatura a sindaco, ha riportato nel Pd i 4 dissidenti che avevano lasciato tempo addietro la sezione cittadino. Rafforzando nei fatti il partito di Zingaretti a 3 mesi dal voto. Il documento con cui hanno ufficializzato il ritorno nelle fila democrat è una vera e propria bomba ad orologeria. Una lunga critica dei 5 anni di amministrazione Del Prete. In altre parole una presa di distanza dal fallimento del sindaco uscente.
Finita qui? Nemmeno per sogno. Qui entra in gioco la mozione di sfiducia partorita da Granata. Se davvero Caserta, Auletta, Di Marzo e Aveta non si rivedono più nel quinquiennio in salsa Del Prete, non avrebbero nessun problema a firmare un documento che nei fatti legittima la loro posizione. Più chiaro di così, si muore. Dinanzi al bivio, si scelga. Senza se e senza ma. Pure perché attaccare il sindaco uscente e “snobbare” un atto che lo mette in discussione sarebbe roba da manicomio. Una cosa incomprensibile. Ma non è tutto. Entriamo ancor di più nei dettagli. Non firmare il documento “anti Del Prete”, tutto sommato, ridimensionerebbe di gran lunga le ambizioni dell’ex sindaco Russo. Il modo peggiore per alzare il tiro e rientrare alla base al momento opportuno. Ma non vogliamo essere malpensanti e ci atteniamo alla buona volontà degli uomini. Del resto la mozione non è solo un modo per stanare le reali intenzioni degli ex dissidenti. Ma per contare tutti i malpancisti (se ci sono) interni alla coalizione di governo. La sensazione è che l’effetto Russo possa trascinarsi dietro anche altri consiglieri che per adesso rimangono nell’ombra in attesa di ulteriori sviluppi. Ben oltre la spaccatura Russo–Del Prete. In questo marasma senza precedenti tiene banco il silenzio del sindaco Del Prete.
Oramai in balia delle onde, il giovane primo cittadino deve fare i conti col terremoto in maggioranza a pochi mesi dalle urne. Dopo aver perso la partita interna, il ritorno di Russo gli sta creando tanti, troppi problemi che minano la sua riconferma. A conferma della totale assenza di leadership e di gestione politica della sua maggioranza. Probabilmente non lo sa ma la mozione partorita dall’opposizione gli schiarirà le idee. Qualora gli ex dissidenti non firmeranno il documento, quale azione politica adotterà nei confronti di 4 consiglieri che hanno criticato il suo mandato? Staremo a vedere. Ai posteri l’ardua sentenza.