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Elezioni Regionali. Il voto emiliano rafforza De Luca. Ora De Magistris e M5S calino le armi …

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Il tempo passa e le elezioni regionali si avvicinano sempre di più. Secondo fonti romane la data del voto dovrebbe oscillare fra maggio e giugno. In teoria l’ultimo giorno possibile per votare è la domenica successiva ai 60 giorni dopo la scadenza naturale della giunta in carica. In questo caso arriveremo addirittura ad agosto. Improponibile. Ma è una possibilità. Vincenzo De Luca è in campagna elettorale da tempo. Sventolando quotidianamente la fuoriuscita dal commissariamento della sanità campana e dei famosi punti LEA. Veri e propri cavalli di battaglia dell’ex sindaco di Salerno. In realtà da qualche giorno, ed in molti se ne sono accorti, il governatore salernitano ha assunto toni più distesi. La verità arriva dal voto emiliano. Andiamo a vedere perché. Chi conosce un po’ le basi della politica sa bene che la vittoria di Bonaccini rafforza De Luca. Sembra un paradosso ma è così. Il governatore dell’Emilia Romagna ha vinto puntando tutto sul voto amministrativo. Ovvero sulla narrazione delle cose fatte in 5 anni di amministrazione. In effetti la storica roccaforte della sinistra è la regione che cresce più di tutte in Italia.

Bonaccini è risultato il vero valore aggiunto della coalizione di centrosinistra. Ottenendo circa 5 punti percentuali in più delle liste che l’hanno sostenuto. E beneficiando nei fatti del voto disgiunto. Tutto ciò che De Luca vorrebbe riproporre in Campania. Ovviamente soltanto dopo le elezioni sapremo se i campani premieranno o bocceranno l’operato dell’ex sindaco di Salerno. Ma resta, almeno per ora, l’unica soluzione (vincente sul campo) per il Pd. In altre parole per il partito di Zingaretti puntare sui governatori uscenti (senza l’alleanza col M5S) rappresenta una chance di vittoria. Non a caso il veto ufficiale sulla ricandidatura di De Luca non è stato ancora formulato. Tutto fa pensare a bissare il risultato emiliano con gli stessi criteri politici. E cioè unire il centrosinistra a sostegno del governatore uscente. Del resto le resistenze campane che vorrebbero escludere De Luca dalla partita arrivano dal M5S, che in consiglio comunale siede all’opposizione, e da De Magistris, il sindaco napoletano che ha stretto l’accordo col Pd alle Suppletive. In parole povere, da gente accomunata essenzialmente dal sentimento “anti De Luca”. Formando una coalizione “contro qualcuno” e non per offrire ai cittadini campani una visione di regione alternativa ai 5 anni deluchiani. Un modus operandi che, stando alle ultime indiscrezioni provenienti dal Nazareno, continua a non convincere gli stati generali democrat.

Ed in particolar modo lo stesso Zingaretti che ha tutto l’interesse a non perdere un’altra regione a guida Pd. Finita qui? Nemmeno per sogno. Resta un ultimo nodo da sciogliere. La Campania al netto del tracollo elettorale resta l’ultimo fortino pentastellato. Alle Europee è stato il primo partito in regione. Di Maio, Fico, Spadafora, Micillo, ovvero i big del movimento, sono tutti campani. Tutti buoni motivi che impedirebbero di escludere a prescindere i grillini dalla coalizione. Ma al di là degli alleati, il punto fermo è la ricandidatura di Vincenzo De Luca. Zingaretti, oltre ad essere il reggente del partito, è governatore della Regione Lazio e sa bene quanto incida il voto amministrativo in una partita del genere. Soprattutto dopo i primi 5 anni di amministrazione regionale. Pure perché dopo il voto emiliano, senza tralasciare la Calabria in cui il Pd è il primo partito, i dem possono alzare il tiro nel governo e dettare l’agenda politica alle prossime Regionali. Cavalcando contemporaneamente il disastro elettorale del M5S sui territori. Insomma, o la va o la spacca. Ma De Luca, salvo stravolgimenti dell’ultim’ora, non si muove da lì. Almeno per ora. Con buona pace di De Magistris e dei grillini, da sempre sul piede di guerra.

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Covid-19 in Italia. I dati del giorno: più di 450 i decessi nelle ultime 24 ore

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Sono 23.987 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia quest’oggi, venerdì 26 marzo, a fronte di 354.982 tamponi eseguiti.

Il tasso di positività, secondo il bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile, si attesta come giovedì al 6,8%.

Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 457, per un totale di 107.256 dall’inizio della pandemia.

Aumentano di 8 unità le terapie intensive (3.628 in tutto), mentre sono 48 in più i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid.

I guariti odierni sono 19.764.

Sono 3.628 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 8 più rispetto a giovedì nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 288.

Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 28.472 persone per coronavirus, in aumento di 48 unità rispetto alle 24 ore precedenti.

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Coronavirus. La situazione in Campania: il bollettino dell’Unità di Crisi

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Quest’oggi, venerdì 26 marzo, come di consueto, l’Unità di Crisi della Regione Campania ha comunicato il consueto bollettino quotidiano relativo alla situazione del Coronavirus in Campania.

Questi i dati del giorno:

Positivi del giorno: 1.947 (*)
di cui
Asintomatici: 1.250 (*)
Sintomatici: 697 (*)
* (Positivi, Sintomatici e Asintomatici si riferiscono ai tamponi molecolari)
Tamponi molecolari del giorno: 18.599
Tamponi antigenici del giorno: 3.394
Deceduti: 42 (24 deceduti nelle ultime 48 ore, 18 deceduti in precedenza ma registrati ieri)
Totale deceduti: 5.158
Guariti: 2.894
Totale guariti: 226.818
Report posti letto su base regionale:
Posti letto di terapia intensiva disponibili: 656
Posti letto di terapia intensiva occupati: 181
Posti letto di degenza disponibili: 3.160 (Posti letto Covid e Offerta privata)
Posti letto di degenza occupati: 1.586

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CAMPANIA. Nuova ordinanza pronta: riaperti mercati con percorsi separati

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Il Governatore De Luca sta limando gli ultimi dettagli prima di annunciare e, pubblicare, probabilmente in giornata, una nuova ordinanza.

Con quest’ultima, sulla base degli ultimi dati acquisiti in relazione alla situazione epidemiologica, a modifica della precedente ordinanza numero 10, la Regione Campania dispone che le attività mercatali relative ai generi alimentari, agricoli e florovivaistici sono consentite.

Le attività saranno, però, subordinate all’adozione da parte dei Comuni di piani di sicurezza finalizzati a regolare gli accessi alle aree mercatali, con percorsi separati, a evitare assembramenti e comunque nel rispetto dei protocolli di sicurezza

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