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AFRAGOLA. Caro Consigliere Caiazzo il Comunicato Stampa non basta, la città attende fatti e trasparenza

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AFRAGOLA – Non si può dire che il Comunicato Stampa del Consigliere Antonio Caiazzo sia arrivato come un fulmine a ciel sereno. Il suo malcontento è datato. Il suo mal di pancia è cominciato il giorno dopo le elezioni. Forse galeotto fu l’alterco avuto con l’ex Senatore Nespoli durante i festeggiamenti della vittoria di Grillo chi lo sa. Un dato certo è che in più di un’occasione il Consigliere forzista si è lasciato andare a dichiarazioni poco allineate con il resto della maggioranza.

Ma il Comunicato Stampa non basta. La politica così come i destinatari del Comunicato – i cittadini – vogliono risposte esaustive alle tante domande che in maniera seria o sarcastica si sono consumate da ieri sul territorio.

Quando il Consigliere Caiazzo parla di “palese inadeguatezza di alcune decisioni” ci vorrebbe far credere che forse anche le prebende lottizzate dal suo gruppo politico sono state scelte dall’amministrazione in maniera del tutto autonoma? Ci vorrebbe far credere che i tanti veti messi da Forza Italia sullo staff del sindaco non siano stati accolti? O ci sono altre decisioni di inferiore valore a cui quest’amministrazione doveva dar conto, secondo la logica del Consigliere azzurro, al gruppo di Forza Italia?

Ma poi nel documento si legge inoltre: “Il sindaco continui pure a portare nell’aula consiliare i provvedimenti che riterrà opportuno, li esamineremo valutando di volta in volta se votarli o meno nell’esclusivo interesse dei cittadini”. Stop. Bocce ferme. Piccole riflessioni.

La Politica – quella con la “P” maiuscola – è un’altra cosa. Prima di tutto il sindaco non porta in aula consiliare un bel niente. E se queste parole non sono state scritte d’impeto dal Consigliere ma studiate da qualche professionista della Comunicazione allora entrambi dovrebbero sapere che i temi affrontati in aula vengono discussi e votati nelle Commissioni, le stesse dove ancora siede il Consigliere Caiazzo, e insieme al Presidente del Consiglio – espressione quest’ultimo del gruppo del Consigliere Caiazzo – nelle riunioni di capigruppo si decidono i punti all’ordine del giorno da inserire in Consglio Comunale. Ma poi. Cosa vuol dire “decidere di votare o meno i provvedimenti nell’esclusivo interesse dei cittadini”? Ci spiega, allora, il Consigliere Caiazzo fino ad ora secondo quale criterio, diverso dall’interesse dei cittadini, ha votato in aula? Ma soprattutto ci spiega secondo quale criterio ha deciso di scendere in campo con Forza Italia se non quello di andare nella Casa Comunale a fare gli interessi dei cittadini?

Da tutto questo si evince che dalle azioni del Consigliere Caiazzo, sicuramente confuse e confusionarie, non si può trarre neanche fuori un dato politico. Per questo c’è bisogno di ulteriore chiarezza e Trasparenza, valori imprescindibili per un uomo delle istituzioni.

Innanzitutto il Consigliere Caiazzo ha specificato nel documento dove parla a nome proprio – visto che il documento è firmato da lui e dalla sua quota rosa la Consigliera Anna Izzo, accantonando opportunamente il ruolo di coordinatore territoriale di Forza Italia – se lascia o meno il gruppo di Forza Italia? Da coordinatore di Forza Italia si è reso conto che forse gli altri Consiglieri non lo seguiranno in quest’azione kamikaze? Il Consigliere Caiazzo ha preteso le dimissioni del Presidente del Consiglio Tommaso Bassolino, dell’assessore Aniello Baia e del Presidente del Nucleo di valutazione Angelo Capone?

Se la risposta è no perché il documento è firmato dal Consigliere Caiazzo e non dal coordinatore di Forza Italia, allora la controrisposta sarebbe quella che i cittadini non hanno l’anello al naso e che il Comunicato Stampa, in quest’ultimo caso, doveva essere foriero delle dimissioni dal Partito di Forza Italia.

Questa è la Trasparenza che ci si aspetta da un uomo votato per rappresentare il popolo afragolese nelle istituzioni. Non si può contestare un’amministrazione e restare ad occupare i posti di governo lottizzati in maniera cencelliana. C’è bisogno prima di buon senso e poi di coerenza.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, anche gli stati generali del Partito azzurro in Campania hanno recepito con stupore la notizia del Comunicato Stampa del Consigliere Caiazzo che immediatamente convocato è stato già avvisato che laddove decidesse di portare avanti tale posizione, non potrebbe, come logica vuole, continuare ad essere il detentore del simbolo di Forza Italia. Insomma ci sono tante cose e tante persone a cui il Consigliere Caiazzo deve ancora dar conto. In primis i cittadini afragolesi.

D’altronde anche Spiderman sapeva che da grandi poteri derivavano grandi responsabilità. Ma qui oltre ad arrampicarsi sugli specchi di potere ce n’è ben poco.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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