Se tanto ci dà tanto, siamo dinanzi all’ennesimo dilemma. Pare ormai quasi certo il passaggio, salvo miracoli dell’ultim’ora, nelle fila della Lega di Antonio Amente. Il quale, assieme ad una parte consistente della sua maggioranza, ufficializzerà nei prossimi giorni l’adesione al Carroccio. Inutile girarsi intorno. Da qualche anno il sindaco di Melito sta cercando la candidatura alle prossime elezioni regionali per il figlio Cosimo. E probabilmente la otterrà. Fin qui, nulla di male, ci mancherebbe. Anzi. Lo “sguardo leghista” arriva da lontano. Facciamo un piccolo passo indietro. Alle ultime elezioni europee il primo cittadino melitese attraverso la sua pagina ufficiale pubblicò una foto con Salvini a Casoria. Per chi mastica un po’ di politica, non esattamente una coincidenza. Amente sostenne Lucia Vuolo, candidata (ed eletta) al Parlamento Europeo nella Lega al Sud. L’attuale eurodeputata originaria di Pagani ottenne a Melito 1140 voti. Che, rapportati ai circa 8500 voti ottenuti dall’allora candidato sindaco alle elezioni comunali nel 2017, fanno emergere un dato di assoluto fallimento. Elettorale e politico. La matematica non è un’opinione. A sostenere la Lega a Melito è stata soltanto una piccolissima parte della maggioranza. Circa il 10% della forza elettorale espressa alle Amministrative dalla coalizione che sostenne Amente. Le stesse che videro trionfare il primo cittadino melitese. Un vero e proprio tracollo elettorale.
In altre parole Amente entra nel Carroccio (manca l’ufficialità) dalla porta di servizio. Niente di più, niente di meno. Ma tutto ciò sarà sufficiente per strappare la candidatura al figlio. Sul piano politico le cose non cambiano. Esponente storico di Forza Italia in provincia di Napoli (la nipote Mafalda Amente è stata consigliere regionale nel partito di Berlusconi) nonché ex cosentiniano di ferro, il medico melitese alle ultime elezioni regionali, folgorato sulla via di Damasco, si “ricicla” nel centrosinistra. Ottenendo la candidatura in “Campania in Rete“, una lista civica a sostegno del governatore De Luca. Risultato? Circa 3200 voti. Di cui il 50% a Melito. Il resto è storia nota. Fino ai giorni nostri. Abbandonata la schiera deluchiana, l’ex forzista ritorna nel centrodestra. Per carità. Nulla di male. I ripensamenti nella vita esistono dalla notte dei tempi. La questione è politica. E le domande sorgono spontanee. Qual è il criterio di selezione della classe dirigente della Lega in Campania? Il “caso Amente” è una scelta politica ben precisa oppure si “raccoglie” di tutto pur di riempire le liste per le prossime Regionali? Strategia o difficoltà a reperire candidati? Mistero della fede. Andiamo avanti. Dalla sua prima (ed ultima) apparizione napoletana, il neo coordinatore regionale Nicola Molteni, salviniano doc originario di Cantù, è scomparso. Da tempo attendiamo le nomine dei nuovi coordinatori provinciali. Che continuano a non arrivare. Silenzio assoluto. E tutto questo a pochi mesi da una tornata elettorale che per il Carroccio sarà un grande banco di prova.
La Lega in Campania resta un mistero irrisolto. Tante truppe senza generale. Tante domande senza risposta. Di questo passo si rischia il fallimento annunciato. Ancora prima di partire. Punto e basta.