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CAIVANO. Intimidazioni e minacce, Don Salvatore costretto al trasferimento

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Don Salvatore Verde è stato costretto a lasciare, dopo soli tre anni, la parrocchia di San Giorgio Martire a Pascarola, frazione di tremila abitanti nel territorio comunale di Caivano.

Ecco il racconto del parroco a Il Mattino:

Ho dovuto rassegnare le dimissioni, sebbene con molto dispiacere, perché sono molto legato a Pascarola e alla sua comunità di fedeli. Ma per la mia sicurezza e per ristabilirmi sia fisicamente che psicologicamente, dopo quanto accaduto in seguito a mie denunce, e con l’aiuto, il confronto e il supporto dei miei superiori, ho capito che dovevo necessariamente prendere questa decisione. 

Una domenica di settembre – racconta il primo episodio – spariscono da una casa famiglia della zona due bambini che frequentavano la parrocchia. Il maschietto ha 4 anni, la sorellina 5, entrambi albanesi.

Denuncio tutto al Tribunale dei Minori e quasi in coincidenza con il mio appello alle forze dell’ordine mi arriva dai fedeli una segnalazione: dalla parrocchia, che è situata nelle campagne di Pascarola, arriva del fumo. Qualcuno aveva introdotto in parrocchia un’auto rubata e le aveva dato fuoco. Qui i carabinieri hanno trovato più tardi anche un fucile. I bambini? Le indagini per trovarli sono ancora in corso.

Quest’anno mi sono battuto per difendere un bimbo di soli quattro mesi, vittima di maltrattamenti da parte del compagno della madre, che dopo la mia denuncia è stato trasferito in una casa famiglia.

Ebbene, la mattina ho completato il mio racconto agli inquirenti e la notte è stata completamente devastata la canonica e sono state portate via due cassaforti dove erano riposti circa tremila euro, provento delle donazioni dei fedeli. Solo per caso non ero rimasto lì a dormire, perché sono andato ad assistere mia madre. Sul posto è intervenuta anche la Scientifica. 

Mentre tornavo a casa (era il 13 settembre 2019, momento in cui il parroco decide di trasferirsi ndr) con la mia auto, intorno alle 21.30, sulla Strada Sannitica, in genere molto buia a quell’ora, una vettura a fari spenti mi lampeggia e suona, come per chiedermi di fermarmi. Credendo che fosse qualcuno dei miei parrocchiani che avesse bisogno di aiuto ho accostato e sono sceso per capire cosa stesse accadendo. Sono scesi da quella vettura due uomini: uno ha esploso in aria due colpi di pistola, poi entrambi sono risaliti in auto per poi fuggire via velocemente“.

In seguito alla decisione di Don Salvatore di lasciare la parrocchia, tantissimi fedeli hanno pensato di protestare:

Ho spiegato loro che era per la mia sicurezza se dovevo andare via, ed è stato un momento molto difficile. Lasciare Pascarola per me è stato molto triste, ma con il vescovo della diocesi Angelo Spinillo e il mio padre spirituale, il vescovo Armando Dini, abbiamo considerato che era la scelta più giusta. Riconosco che i miei superiori mi hanno consigliato maggiore prudenza in queste circostanze ma non ho esitato ad agire in questo modo sanguigno, perché quando si tratta di salvaguardare i bambini, credo non debbano esserci assolutamente impedimenti. Ho denunciato tutto con piena cognizione di causa e tornerei a farlo. Probabilmente ho toccato qualche filo pericoloso, ma non mi importa. Io vado via, spero che le forze dell’ordine continuino a indagare per fare luce sugli abusi ai danni dei bambini“.

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