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De Magistris rischia il crac. Prende forma la mozione “anti arancione”. E se il Pd non sbaglia …

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L’era De Magistris ai titoli di coda. Una città allo sbando e che naviga nel degrado assoluto rappresenta lo specchio del fallimento arancione. Anni di chiacchiere e distintivo hanno trasformato Napoli in un modello di “sgoverno”. Un esempio concreto di cattiva amministrazione. Altro che laboratorio civico nazionale. Niente di più, niente di meno. Passiamo ai fatti. L’ormai celeberrimo audio della congiura diffuso da Repubblica nei fatti rappresenta un assist involontario (chissà fino a che punto) a porta vuota per il sindaco napoletano. Una vera e propria boccata d’ossigeno se pensiamo, come infatti è avvenuto, alla possibilità di De Magistris di prendere le distanze da metodi che non l’hanno mai riguardato. E che ha permesso all’ex pm di recitare la parte del “martire” in quanto vittima di oscuri giochi di palazzo provenienti dalla sua stessa maggioranza. Non ci voleva e non ci vuole un mago per capire che la vicenda in questione permette a De Magistris, oramai sul viale del tramonto, di ritornare centrale sulla scena politica in città.

Al di là dei numeri sempre più risicati (in maggioranza) e dei tanti, troppi fallimenti. La risposta in chiave politica non si è fatta attendere. La mozione di sfiducia proposta da Diego Venanzoni, consigliere Pd all’opposizione, non è solo lo strumento per mettere fine allo scempio arancione e chiudere una delle più brutte pagine della storia. Ma rappresenta l’occasione per il Pd, e per l’intera opposizione, di ripartire mettendo in campo una posizione distinta e distante dal disastro arancione. I tanti harakiri, a partire da Città Metropolitana, di questi anni hanno distrutto la credibilità del partito di Zingaretti a Napoli. Troppo spesso ostaggio di qualche consigliere regionale di turno, nei fatti ha “regalato” la città ad un sindaco che, nonostante i tanti disastri, ha potuto “galleggiare” tranquillamente senza “sirene agguerrite” provenienti dalle minoranze. Ora non è tempo di sbagliare. Il Pd si dimostri maturo firmando in maniera compatta la mozione di sfiducia. Pure perché l’ennesimo passo falso in salsa dem confermerebbe un vero e proprio accordo politico fra De Magistris ed l’ala antideluchiana legata a Mario Casillo e Lello Topo.

Le spaccature emerse nelle ultime ore, peraltro tutte da verificare, non sono altro che la conseguenza micidiale di Città Metropolitana. Opposizione in consiglio comunale, maggioranza (si fa per dire) all’ex Provincia. La storia è storia seppur costellata da terribili errori. Ma il Pd ha l’opportunità di chiudere col passato e mettere in campo un’alternativa netta al fallimento targato De Magistris. Pure perché essere consociativi significa legittimare l’operato del primo cittadino. Un orrore politico senza precedenti. De Magistris ha fallito sul campo. Ha tradito il mandato elettorale. Spedirlo a casa è una necessità per i cittadini che pagano sulla propria pelle il prezzo del fallimento. Una “bonifica” che serve come il pane. O il Pd si unisce o rischia l’estinzione. Senza se e senza ma. Nelle prossime ore la mozione di sfiducia assumerà contorni più definiti e capiremo quale sarà la mission del partito di Zingaretti. Pure perché, secondo le ultime indiscrezioni provenienti da Palazzo San Giacomo, i restanti consiglieri di opposizione non firmerebbero la mozione qualora il Pd non riuscisse a farsi trovare compatto nel documento “anti De Magistris”. O tutti o nessuno. La consiliatura arancione è appesa ad un filo.

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Attualità

Covid-19 in Italia. I dati del giorno: più di 450 i decessi nelle ultime 24 ore

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Sono 23.987 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia quest’oggi, venerdì 26 marzo, a fronte di 354.982 tamponi eseguiti.

Il tasso di positività, secondo il bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile, si attesta come giovedì al 6,8%.

Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 457, per un totale di 107.256 dall’inizio della pandemia.

Aumentano di 8 unità le terapie intensive (3.628 in tutto), mentre sono 48 in più i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid.

I guariti odierni sono 19.764.

Sono 3.628 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 8 più rispetto a giovedì nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 288.

Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 28.472 persone per coronavirus, in aumento di 48 unità rispetto alle 24 ore precedenti.

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Attualità

Coronavirus. La situazione in Campania: il bollettino dell’Unità di Crisi

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Quest’oggi, venerdì 26 marzo, come di consueto, l’Unità di Crisi della Regione Campania ha comunicato il consueto bollettino quotidiano relativo alla situazione del Coronavirus in Campania.

Questi i dati del giorno:

Positivi del giorno: 1.947 (*)
di cui
Asintomatici: 1.250 (*)
Sintomatici: 697 (*)
* (Positivi, Sintomatici e Asintomatici si riferiscono ai tamponi molecolari)
Tamponi molecolari del giorno: 18.599
Tamponi antigenici del giorno: 3.394
Deceduti: 42 (24 deceduti nelle ultime 48 ore, 18 deceduti in precedenza ma registrati ieri)
Totale deceduti: 5.158
Guariti: 2.894
Totale guariti: 226.818
Report posti letto su base regionale:
Posti letto di terapia intensiva disponibili: 656
Posti letto di terapia intensiva occupati: 181
Posti letto di degenza disponibili: 3.160 (Posti letto Covid e Offerta privata)
Posti letto di degenza occupati: 1.586

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CAMPANIA. Nuova ordinanza pronta: riaperti mercati con percorsi separati

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Il Governatore De Luca sta limando gli ultimi dettagli prima di annunciare e, pubblicare, probabilmente in giornata, una nuova ordinanza.

Con quest’ultima, sulla base degli ultimi dati acquisiti in relazione alla situazione epidemiologica, a modifica della precedente ordinanza numero 10, la Regione Campania dispone che le attività mercatali relative ai generi alimentari, agricoli e florovivaistici sono consentite.

Le attività saranno, però, subordinate all’adozione da parte dei Comuni di piani di sicurezza finalizzati a regolare gli accessi alle aree mercatali, con percorsi separati, a evitare assembramenti e comunque nel rispetto dei protocolli di sicurezza

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