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AFRAGOLA. La Lega fa alcune richieste al sindaco Grillo in pieno stile “Gomorra”

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AFRAGOLA – La politica non dorme, i fatti si susseguono e l’agenda politica si aggiorna alla velocità della luce, grazie o per colpa anche delle nostre indiscrezioni. L’ultimo evento accaduto ieri però ha dell’incredibile. Un’azione politica che rare volte si vedono in politica e che solo in certi ambienti e con una certa mentalità è possibile generarla. Ma veniamo ai fatti. L’evento riguarda il famoso documento che la Lega ha consegnato nelle mani del sindaco nella giornata di ieri.

Quello che lascia di stucco e a tratti perplesso sono le modalità e la tempistica con cui si è mosso il partito del carroccio afragolese. Innanzitutto è prioritario informare che i firmatari del documento sono solo due, ossia Francesco Fusco e Maria Carmina Sepe, infatti la missiva non presenta la firma del capogruppo Benito Zanfardino e dell’assessore Camillo Giacco. Ma le stranezze non terminano qui. Il documento di tredici pagine consegnato nelle mani del sindaco è stato preceduto da un altro in cui si informava il primo cittadino che la Lega ad Afragola nominava un suo portavoce – coordinatore – sul territorio, nella persona dell’imprenditore Mauro Di Palo ed è proprio Mauro Di Palo all’indomani della prima lettera a consegnare il documento successivo nelle mani del sindaco. Un documento che presenta la firma di un nuovo capogruppo – nominato dal partito – ovvero Francesco Fusco.

In poche parole, visto il rifiuto o la divergenza presentata sul documento da parte di Zanfardino, il partito leghista afragolese guidato dall’ex sottosegretaria Pina Castiello non demorde e commissaria il capogruppo con Francesco Fusco. Ma al di là della velocità che il partito del carroccio usa nel sostituire e fare nuove nomine, quello che appare sconcertante è il modus operandi avallato dal capogruppo firmatario Fusco e dal portavoce Mauro Di Palo. Quest’ultimo nel consegnare la missiva nelle mani del primo cittadino avverte il sindaco che quel documento va letto, assimilato ma non condiviso con altre forze politiche e laddove qualche testata giornalistica ne fosse venuta a conoscenza, la Lega avrebbe ritenuto il sindaco Grillo unico colpevole della fuga di notizie, visto che il contenuto del documento oltre la Lega lo avrebbe conosciuto solo la fascia tricolore.

Insomma un comportamento in pieno stile “Gomorra” che nulla ha a che fare con la politica. Un nuovo modo per dire al sindaco: “Devi fare quello che ti diciamo e devi anche tacere”.

All’indomani della consegna del documento il sindaco Grillo convoca prima una riunione di giunta e poi un’altra di maggioranza dove mette al corrente tutti dell’esistenza del documento e delle richieste censorie della Lega, senza però rivelarne il contenuto, così come da volere del partito padano-afragolese. Registrato lo stupore tra le altre forze politiche, il Consigliere Boemio lascia la stanza, dichiarando che se non viene svelato il contenuto del documento è inutile qualsiasi riunione che parla di esso e delle richieste della Lega.

Cosa ci sarà scritto mai in quel documento? E perché la Lega ne fa una “questione di Stato”? Ma poi perché una lettera scritta e firmata da soli due consiglieri dovrebbe dettare l’agenda politica di un’intera amministrazione? Allora, dato che ai leghisti afragolesi piace fare tanto i duri, vuol dire che il contenuto della lettera lo svelerà la nostra testata, articolo per articolo, visto che da nostre indiscrezioni raccolte in esclusiva ne siamo venuti in possesso.

Innanzitutto il documento è formato da tredici pagine. In realtà più che documento politico è un vero e proprio vademecum per il sindaco Grillo. In quella missiva c’è dettata l’agenda politica sulle prossime decisioni da prendere al Comune di Afragola. In primis c’è un intero capitolo dedicato alla difesa ad oltranza del dirigente Marco Chiauzzi. In un altro periodo un attacco frontale al duo Giacco-Grillo con critiche feroci alla loro inoperosità. Critiche ancora più efferate fatte nei confronti del dirigente all’Urbanistica Domenico Maiello e ordini velati sottoforma di suggerimenti sulle prossime azioni procedurali da intraprendere come l’esternalizzazione dei tributi a favore della Geset SpA e il passaggio a Full Time dei nuovi agenti di Polizia Locale assunti part time, queste ultime due cose da sempre desideri neanche tanto nascosti dell’ex senatore Vincenzo Nespoli.

Ma quello che deve preoccupare i cittadini afragolesi non sono tanto le richieste o le critiche contenute nel documento ma quanto il comportamento del partito leghista sul territorio associato a delle richieste assurde che nulla hanno a che fare con i valori di democrazia e trasparenza che devono caratterizzare un gruppo politico che governa una città di sessantacinquemila abitanti.

Un atteggiamento, quello della Lega, che fa pensare ad un vero e proprio ricatto politico, che alla consegna del documento non disdegna di mettere le mani attorno al collo al primo cittadino costringendolo a comportarsi come da sue richieste. Da un lato il partito del carroccio decide di dettare le linee guida al sindaco e dall’altro lato però gli impone di non divulgarle, così, nella peggiore delle ipotesi, facendo credere che le azioni politiche intraprese dal primo cittadino siano solo frutto della sua volontà.

Un partito che in disprezzo di ogni forma democratica o regola non scritta della politica, autonomina un capogruppo senza l’avallo del gruppo consiliare, solo perché il capogruppo ufficiale non condivide il contenuto del documento. Un consigliere come Francesco Fusco, forse preso alla sprovvista e/o reo di non essere un politico navigato, accetta un ruolo che non fa altro che metterlo in imbarazzo nei confronti degli afragolesi, del sindaco e degli addetti ai lavori, visto che accetta l’investitura senza batter ciglio e senza confrontarsi col suo vero capogruppo. Una nomina di un portavoce del tutto discutibile. Mauro Di Palo un imprenditore molto conosciuto sul territorio per i suoi ideali estremisti e che con il suo modo di intermediare col sindaco non fa altro che affermare la propria visione ideologica.

A questo punto è chiara e lampante la spaccatura all’interno della Lega. Le due correnti sono ben delineate. Camillo Giacco da un lato e suo zio, insieme a Pina Castiello, dall’altro e il sindaco nel mezzo.

Ora però più che mai la città attende risposte! L’assessore Giacco deve dire cosa vuole fare da grande. È risaputo ormai che la Lega a livello nazionale considera l’assessore un buon elemento su cui puntare, così come è risaputa la preparazione politica del Giacco, il suo carattere moderato e i suoi metodi totalmente diversi da quelli usati dallo zio. L’assessore all’Ambiente deve far sapere alla città se vuole continuare a fare il nipote, avallando il comportamento “gomorroide” e censorio del suo partito o prendere le redini del partito in mano e tracciare una linea ben distinta tra lui e certi metodi usati sproporzionatamente dallo zio e dall’ex sottosegretaria.

Per quanto riguarda il sindaco Grillo, deve spiegare alla città, dopo non aver spiegato perbene la questione dimissioni, cosa intende fare in merito alle richieste fatte dalla Lega al margine della consegna del documento. Se intende continuare ad accettare il “ricatto politico” perpetuato dalla Lega o agire nel nome della Trasparenza e rendere pubblico il documento. Spiegare alla cittadinanza il perché almeno per un giorno egli ha deciso di ascoltare e obbedire al diktat imposto dalla Lega non svelando il contenuto.

Siamo consapevoli che tale comportamento riesca a far conservare la poltrona a tutti ma a quale prezzo? Accettare di virare la propria visione in base ad un documento scritto da soli due Consiglieri è pura follia, allora poi piacerebbe sapere cosa spinge il primo cittadino a coprire ed avallare tali atteggiamenti. Cosa c’è da sapere? Cosa sanno i leghisti che noi comuni mortali non sappiamo e perché tanto ascendente sul sindaco?

D’altronde, come si è potuto capire già dalle prime indiscrezioni, nel documento c’è poco di politica e tanto di aspetti clientelari. La difesa del dirigente Chiauzzi la dice lunga sui rapporti che esistono tra il dirigente e la Lega in città. Le efferati critiche al dirigente Mimmo Maiello fanno capire come la visione dell’Urbanistica del Responsabile del settore non collima affatto con quella del duo Nespoli-Castiello e le forti critiche al nipote Giacco giustificano la netta distanza che oggi intercorre tra lo zio e il nipote. Per non parlare della richiesta di esternalizzazione dei tributi alla società di servizi portata ad Afragola proprio dall’ex senatore come la possibilità di trasformare i contratti degli agenti della Polizia Locale – scelti da graduatorie formate in epoca Nespoli sindaco – da part time a full time. Non si riesce ancora a comprendere però cosa sia stato promesso a Francesco Fusco per accettare un ruolo che lo pone in una situazione di imbarazzo specialmente nei confronti del proprio collega Zanfardino che allo stato attuale può solo sentirsi commissariato per il semplice fatto di non essere stato d’accordo sulle linee guida imposte dal proprio partito.

Se a tutto questo aggiungiamo che la volontà della Lega ad Afragola era che tutto questo i cittadini non dovevano saperlo, allora diventa ancora più enigmatico il comportamento del sindaco Grillo e delle altre forze politiche laddove dovessero accettare tali comportamenti.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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