Circa un mese fa tra le tante operazioni della Polizia Locale di Sant’Antimo, dirette personalmente dal Comandante Piricelli, finalizzate a reprimere il grave fenomeno della “TERRA DEI FUOCHI”, a seguito di controllo, è stata sequestrata una fabbrica di lavorazione di marmi operante sul territorio da svariati anni senza le necessarie autorizzazioni all’emissione in atmosfera e scarico delle acque reflue.
Entro le 48 ore gli atti sono stati trasmessi in Procura al Pubblico Ministero, il quale ritenendo corretto l’operato, li ha inviati al GIP per la proposta di convalida.
Il GIP non ha convalidato disponendo la restituzione del bene al titolare.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli Nord, la dott.ssa Soriano, per lo stesso procedimento penale, ha delegato la Polizia Locale di Sant’Antimo ad espletare indagini, disponendo apposita delega di indagini.
Dalle attività poste in essere dalla Polizia Locale dirette personalmente dal Comandante Piricelli, è stato predisposto ed effettuato un accurato sopralluogo tecnico congiunto con personale dell’ASL Napoli2 NORD, Dipartimento igiene e sanità pubblica e Dipartimento medicina del lavoro, presso l’attività di lavorazione dei marmi, finalizzato alla verifica del rispetto delle norme ambientali Dlgs 152/06 e delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
I controlli hanno evidenziato numerose carenze tra le quali l’assenza di convogliamenti delle polveri prodotte dai macchinari e nessun documento attestante lo scarico delle acque reflue (Autorizzazione Unica Ambientale), in quanto l’attività di lavorazione dei marmi, così come previsto dall’art.269 c.2 del Dlgs 152/2006, è soggetta ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera, mentre le acque reflue che provengono dai servizi igienici devono essere autorizzate dall’Ente idrico Campano per l’immissione in pubblica fognatura; altresì non veniva prodotto nessun documento attestante dove finissero i rifiuti prodotti dall’attività di lavorazione del marmo e nessun tipo di autorizzazione per esercitare.
Numerose sono state le violazioni che ha contestato il dipartimento di prevenzione medicina del lavoro dell’ASL Napoli2 NORD per quanto attiene la materia antinfortunistica: mancata esibizione del DVR, carenza di condizioni igienica dei locali di lavoro, attrezzature e pavimentazione risultate piene di polvere derivanti dalle lavorazioni, pareti e soffitto dei locali allo stato grezzo e non intonacati, cancello d’ingresso rotto nella parte inferiore ed arrugginito, impianto di aspirazione delle polveri non funzionante; diversi macchinari presentano ruggine diffusa, la pavimentazione degli ambienti di lavoro sia interna che esterna presenta sporgenze e sconnessioni, materiale di vario genere tra cui fili elettrici, pezzi di marmo, materiali di risulta, attrezzi vari disordinatamente sparsi, anche all’esterno dove ingombrano la normale circolazione, assenza di un sistema di aspirazione e di raccolta delle polveri, mancata nomina del medico competente, mancata esibizione di idonea documentazione attestante la formazione generale e specifica dei lavoratori.
Terminati gli accertamenti, dall’esito degli stessi la Polizia Locale ha nuovamente posto sotto sequestro di Polizia Giudiziaria la fabbrica per esercizio dell’attività senza la dovuta autorizzazione per l’emissione in atmosfera, senza autorizzazione allo scarico delle acque reflue, in assenza di formulari di identificazione rifiuti dai quali si evince il destino finale dei residui di lavorazione.
Il titolare è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.