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Cronaca

Gioco d’azzardo nel 2018: al Sud la minor spesa pro capite, in Toscana la più alta

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MILANO – Una cifra che va quattro volte in più delle manovre finanziarie, più di quanto viene investito per sanità o istruzione. Nel 2017 gli italiani hanno giocato un totale di 101,8 miliardi di euro, superando di cinque miliardi il 2016. Una somma che teneva conto anche di 49 miliardi di giocato per le slot machine, ma anche i 9 miliardi per Gratta&Vinci e che include i soldi giocati nell’online. Nel 2018 la cifra è rimasta pressoché stabile, secondo quanto emerge dal Libro Blu 2018.

Roma, Milano, Napoli, Torino, Brescia, Bergamo, Salerno, Bari, Caserta, Bologna. La metà al Nord, una al Centro e quattro al Sud, questa è la classifica aggiornata relativa alle dieci città (e province) con la più alta spesa di gioco. Tra queste spiccano tre regioni: Lombardia, Campania e Lazio, che compongono il podio di questa particolare lista. In Lombardia, con Milano in testa, il dato nel 2018 si è attestato a 3,29 miliardi di euro, che sarebbe il 19% del totale nazionale, che corrisponde a 17,2 miliardi di euro. Il calo è di 3,34 miliardi dell’anno 2017. Contestualmente, il Lazio è fermo a 1,79 miliardi di spesa, in calo rispetto all’1,83 dell’anno precedente. La Campania, invece, ha totalizzato quota 1,81 miliardi, con una perdita del solo 0,4 rispetto al 2017. Al Sud, invece, la più alta percentuale di spesa minore di tutto il Paese: in particolare ad Enna, la spesa pro capite annuale è stata di 143 euro. Spiccano poi ancora Crotone, in Calabria, a 164 euro, Agrigento in Sicilia a 185.

Nell’altra top ten, quella della spesa a ribasso, da segnalare anche Trapani, il Sud della Sardegna, Foggia e Potenza. Figurano anche città e province del Nord, su tutte Piacenza (172 euro pro capite) e Cuneo (194). Più in generale è la Sicilia a distinguersi come una regione virtuosa, avendo quattro sue province tra quelle che meno hanno speso: le tre già citate sopra e Caltanissetta, praticamente un esempio più unico che raro in Italia: sono stati spesi, nella città e nella sua provincia, -269 euro totali, dato su cui però pesa la vincita del jackpot da 130,2 milioni di euro dell’aprile scorso. Indici bassi di spesa anche in Basilicata, Puglia, Emilia Romagna, Sardegna, Calabria e Piemonte, dove vige probabilmente la legge regionale più dura e proibizionista, ormai in vigore dal 2016.

Il dato realmente sorprendente, – commentano ai nostri microfoni gli analisti di Gaming Report -, arriva invece dalla città di Prato: nel comune e relativa provincia vengono spesi 576 euro pro capite. Si tratta di un dato probabilmente legato alla grande passione per il gioco della comunità cinese, fortemente insediata all’interno del territorio pratese”.  Segue, subito dopo. Teramo: la provincia abruzzese tocca quota 400 euro per abitante, mentre seguono a ruota Como e Rovigo con 394 euro. Scendendo in questa particolare classifica troviamo Sondrio, ferma a 369 euro pro capite. Nella classifica generale, tra le prime dieci, figura anche Fermo, con 357 euro, seguita a ruota da Pescara e Latina, rispettivamente 356 e 355 euro pro capite. L’Aquila, sempre in Abruzzo, è ferma a 354 e Caserta chiude a 350. Da una prospettiva geografica, invece, si nota subito che tre delle dieci province in questione, si trovano tutte tra Abruzzo e Lombardia, con un rapporto di 1:2. Poi seguono la Toscana, il Veneto, le Marche, il Lazio e infine la Campania.

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Cronaca

Paura ad Aversa, rissa tra ragazzini in zona Seggio: i dettagli

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Episodio di violenza avvenuto ieri sera ad Aversa, dove si è consumata una rissa tra due gruppi di ragazzini.

Secondo le prime informazioni, il primo gruppo era in evidente stato di alterazione dovuto probabilmente all’alcol, quando si è incrociato con l’altro gruppo dando vita ad una rissa. Il motivo sarebbe la richiesta di una sigaretta da parte del primo gruppo, ma al rifiuto dell’altra banda si sarebbe scatenata una furiosa discussione con calci e pugni ai membri secondo gruppo.

Pertanto le vittime sono tutte minorenni e hanno sporto denuncia ai carabinieri per i fatti accaduti in zona Seggio. Indagini in corso per rintracciare i responsabili.

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Cronaca

Napoli, baby gang picchia a colpi di casco il titolare di un takeaway: la denuncia

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Era lo scorso 13 ottobre quando il titolare di un takeaway sito in piazza Monteoliveto a Napoli è stato aggredito e picchiato da quattro giovani.

Secondo le prime informazioni i quattro stavano consumando uno snack all’esterno del locale, quando gli si è avvicinato l’uomo per rimproverarli del troppo casino. A quel punto però, è nata una discussione sfociata ben presto in una rissa, con i quattro che hanno afferrato i caschi e colpito violentemente il malcapitato, che per difendersi ha usato come arma uno sgabello.

Pertanto, tale episodio è giunto all’attenzione del deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha così commentato:

“Ancora una volta il cuore della città è teatro di violenze ad opera di baby-gang. L’ennesimo episodio che dimostra quanto questi ragazzini siano educati e pronti alla reazione violenta, spesso senza che vi siano reali motivi scatenanti, e motivati ad arrecare quanti più danni possibili agli avversari/vittime attraverso anche l’utilizzo di armi bianche, improvvisate o addirittura da fuoco. Più danni possibili vuol dire anche arrivare ad uccidere, come successo troppo spesso e come potrebbe ancora capitare se non si argina il fenomeno con misure preventive, con una riforma della giustizia minorile e con un programma sociale di rieducazione totale. Le strade sono sempre più in mano ai giovani criminali e in particolare il centro storico sta diventato invivibile e sempre più simile ai peggiori quartieri malfamati dei paesi del Terzo Mondo”.

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Cronaca

Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona: sgominata rete di spaccio nel Cosentino

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Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona, dove all’alba di stamane sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati.

Stando ad una prima ricostruzione è stata smantellata una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, dedita allo spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo, nonché lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Le indagini hanno consentito di accertare l’operatività a Scalea, nel Cosentino, di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo, principalmente cocaina, che si riforniva di narcotico da due canali di approvvigionamento, uno napoletano, l’altro cetrarese.

Pertanto le acquisizioni investigative hanno permesso di ricostruire la dinamica di un’azione ritorsiva da parte dei membri del sodalizio ai danni di un soggetto che aveva assunto un comportamento evidentemente ritenuto oltraggioso nei confronti di alcuni indagati.

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