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Caserta

L’ultimo, insopportabile tracollo di Magliocca. Dal flop alle Provinciali all’anatra zoppa

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Le ultime elezioni provinciali stabiliscono (e confermano) uno scenario schiacciante. Una verità inossidabile oltre le chiacchiere da marciapiede ripetute per mesi. Il primo indiziato è sempre lui. L’irriducibile Giorgio Magliocca. Sia chiaro. La questione è politica e le critiche, seppur feroci, aiutano a ragionare i politici. O almeno ci provano. Andiamo ai fatti. La tornata elettorale appena conclusa avrebbe potuto rappresentare l’occasione giusta per sancire la leadership del Presidente della Provincia di Caserta. Ed invece no. Il buon Magliocca ha presentato alla platea dei tanti sindaci e consiglieri comunali una lista denominata “Forza Caserta”. Il movimento è arrivato alle spalle di “Liberi e Moderati”, una lista guidata dal consigliere regionale Luigi Bosco, deluchiano di ferro. I boschiani hanno raccolto 31474 preferenze esprimendo 6 consiglieri provinciali. Forza Caserta ha ottenuto 22410 consensi ed ha espresso in assise 4 consiglieri.

Avete capito bene. Il leader, almeno a parole, del consiglio provinciale in Terra di Lavoro, alle elezioni provinciali, e che quindi riguardano il suo campo di battaglia, arriva dietro ai fedelissimi dell’ex sindaco di Salerno di quasi 10mila voti ponderati. Una figuraccia colossale. Un harakiri mostruso. Finita qui? Nemmeno per sogno. Se allarghiamo il ragionamento alle altre liste che hanno concorso alle elezioni, la faccenda peggiora. Oltre ai 6 consiglieri di Bosco, il centrosinistra ottiene altri 3 consiglieri provinciali provenienti da “Democratici per Caserta”, lista di riferimento del consigliere regionale Pd, Gennaro Oliviero. In totale il centrosinistra ottiene 9 scranni nell’assise provinciale. Oltre ai 4 consiglieri di Forza Caserta, il centrodestra ottiene altri 2 consiglieri eletti nella Lega, riconducibili al duo Mastroianni-Grant, ed al consigliere scattato nelle fila di Fratelli d’Italia. In tutto il centrodestra elegge 7 consiglieri contro i 9 del centrosinistra. A questo punto non serve uno scienziato per capire. Magliocca va addirittura in minoranza nell’ente che governa da 2 anni. Dimostrando un’irrilevanza politica ai limiti del ridicolo. Finita qui? Neanche per idea.

Il primo eletto in Forza Caserta è Stefano Giaquinto, sindaco di Caiazzo in carica da un anno. Fin qui nulla di male. Il neo consigliere provinciale è un fedelissimo del consigliere regionale Gianpiero Zinzi. Da tempo i rapporti fra Zinzi e Magliocca sono ai minimi storici. La grande performance di Giaquinto in Forza Caserta stabilisce un po’ di cose. Magliocca boccia la linea “anti Zinzi”. Pur di sopravvivere (politicamente) si affida sul piano elettorale a chi, al netto delle opinioni, resta una figura centrale nell’hinterland casertano (e a questo punto si capisce pure perché la lista non si sia presentata sotto il simbolo di Forza Italia, partito di cui Magliocca è commissario provinciale, guarda caso, da quando lo stesso Zinzi fu rimosso senza troppe cerimonie). Il sindaco di Pignataro Maggiore, senza il “soccorso” di Zinzi, avrebbe rischiato addirittura una figura ben peggiore. Un dato che si commenta da solo.

Ultimo capitolo. In consiglio provinciale il commissario azzurro, numeri alla mano, è in minoranza. Per forza di cose sarà costretto ad allearsi con pezzi del centrosinistra. Stando alle ultime indiscrezioni, Magliocca troverà la sponda utile nei 6 consiglieri legati al deluchiano Luigi Bosco. Formando nei fatti la maggioranza sufficiente per governare nei prossimi 2 anni. Larghe intese all’orizzonte. Caserta come Napoli. Magliocca come De Magistris. Per il primo il futuro diventa sempre più oscuro. Dopo la mazzata europea, arriva il suicidio (politico) in casa propria. Magliocca la smetta di farsi dettare la linea dall’area nord di Napoli e si concentri sulla provincia casertana dall’alto del suo importante ruolo. Ha tempo e requisiti per recuperare il tempo perso. Eviti il prossimo crac prima del declino.

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Caserta

Frana nel Casertano, dispersi madre e figlio: proseguono le ricerche

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Sono andate avanti per tutta la notte e sono tuttora in corso a Talanico, frazione del comune casertano di San Felice a Cancello, le ricerche da parte dei vigili del fuoco e dei carabinieri con l’uso di cani molecolari, delle due persone, una donna di 74 anni e il figlio di 42, dispersi da ieri pomeriggio dopo essere stati travolti con il loro mezzo tre ruote, un’Apecar, dal fiume di fango e detriti staccatosi dalla collina che sovrasta la frazione.

Il veicolo è stato ritrovato già stanotte in una scarpata, ma non le due persone, probabilmente sbalzate all’esterno dell’abitacolo.

I danni registrati sul territorio sono ingenti.
Nelle operazioni di soccorso sono impegnati anche il nucleo dei vigili del fuoco ‘Gos’, specializzato nei mezzi movimento terra, il nucleo ‘Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto’, il nucleo ‘Speleo alpino fluviale’ ed il nucleo ‘Topografia applicata al soccorso’, specializzato nelle ricerche di persone disperse.
A Talanico è stato inoltre istituito un posto avanzato di comando e sono al lavoro cinque squadre dei vigili del fuoco – due provengono dalla sede centrale del comando, e tre dai distaccamenti di Aversa, di Marcianise e di Piedimonte Matese.

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Caserta

Caserta, tiene la ex segregata in casa e in schiavitù per anni: arrestato 34enne

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La Polizia di Stato di Caserta ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di un 34enne rumeno, pregiudicato per reati contro la persona ed il patrimonio, residente da tempo a Caserta, poiché gravemente indiziato dei delitti di sequestro di persona, riduzione in schiavitù ed estorsione.

L’indagine è partita grazie alla denuncia di una trentaseienne rumena, ex compagna dell’uomo, la quale ha subìto negli anni azioni violente reiterate da parte di quest’ultimo.
Per tali motivi, la donna, nel tentativo di scappare dall’uomo, si era allontanata da Caserta.
Nel settembre 2017, la denunciante ha subìto un vero e proprio sequestro di persona ad opera dell’uomo, che l’ha trascinata nella sua autovettura, intimandole di non gridare e di non attirare l’attenzione. Immediatamente dopo, l’ha condotta, contro la sua volontà, a Curti, dove, almeno fino al marzo 2023, l’ha ridotta in schiavitù.
Nell’arco di questi anni, la donna è stata tenuta segregata all’interno di una stanza, privandola per lunghi periodi di cibo ed acqua, costringendola a rubare e a chiedere l’elemosina.
La stessa è stata costretta a consegnare ai tre fratelli dell’uomo tutti i soldi che racimolava e, ove non ritenuti sufficienti, veniva violentemente picchiata.
In due occasioni, la donna è stata addirittura accoltellata, con cicatrici ancora visibili alla testa.

A fine 2023, la vittima è riuscita a fuggire dal luogo dove era segregata, portando con sé due dei quattro figli minori, trovando rifugio presso l’abitazione di una cognata. Ciononostante, l’ex non si è fermato e le ha intimato – tramite chat social – di consegnargli la cifra di venticinquemila euro. Sicché la donna ha deciso di rivolgersi alla Squadra Mobile della Questura di Caserta, che ha raccolto elementi indizianti e, in virtù delle risultanze investigative svolte, la Procura della Repubblica di Napoli ha chiesto e ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato.

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Caserta

Evasione fiscale e fatture false: eseguito sequestro preventivo per 1 milione di euro tra Napoli e Caserta

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Nella mattinata odierna, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari reali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nola, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di tre soggetti.
Gli stessi, in base agli elementi investigativi finora acquisiti, sono stati ritenuti gravemente indiziati della commissione, a vario titolo, dei reati di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e indebita compensazione di crediti d’imposta.
Pertanto, alla luce dei reati contestati e del quadro probatorio raccolto, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di autoveicoli, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
Il provvedimento compendia gli esiti di complesse indagini, svolte dalla Compagnia di Marcianise e coordinate dalla Procura della Repubblica di Nola, nel cui ambito è stato possibile accertare i delitti posti in essere dagli indagati. Nello specifico, un imprenditore napoletano, operante nel settore della logistica in Brusciano (NA) e all’interno dell’Interporto Sud Europa di Maddaloni (CE), ha posto in essere, anche per il tramite di suoi prestanome, svariate condotte finalizzate all’evasione delle imposte dirette e sul valore aggiunto.
Più nel dettaglio, lo stesso ometteva il versamento delle imposte attraverso la compensazione delle stesse con crediti inesistenti. Per il medesimo scopo, l’imprenditore in parola si avvaleva di società cartiere al fine di utilizzare in dichiarazione false fatturazioni, abbattendo così i ricavi conseguiti.
Il profitto del reato di evasione fiscale così realizzato è stato quantificato, per le annualità dal 2017 al 2020, in € 989.728,00
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati che, in considerazione dello stato del procedimento penale, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile, che ne accerti le responsabilità.

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