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Regionali 2020. L’accozzaglia Pd-M5S rischia il crac. Ecco come De Luca punta alla riconferma senza grillini

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Il Pd chiude ai 5Stelle. E rilancia De Luca alla riconferma a Santa Lucia. Attraverso un’intervista al Corriere del Mezzogiorno di qualche giorno fa il segretario dem campano, Leo Annunziata, ribadisce l’impossibilità di un’alleanza coi grillini per le prossime Regionali. Uno scenario che resiste all’accozzaglia “salva stipendi” giallorossa. Il sindaco di Poggiomarino è un deluchiano di ferro e potrebbe essere candidato nelle fila del suo partito. Anche se non è questo il punto. La posizione del reggente regionale rischia di “allungare” il braccio di ferro fra Nicola Zingaretti e l’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Ma facciamo un po’ di chiarezza.

Annunziata incarna alla perfezione il pensiero dell’attuale presidente della giunta regionale. Dall’inizio alla fine. Pure i bambini sanno che De Luca, da governatore uscente, è il candidato naturale per la prossima tornata elettorale. Ed è altrettanto risaputo che in caso di accordo Pd-M5S, De Luca potrebbe essere silurato da De Magistris, che incarnerebbe alla perfezione il ruolo di “candidato di sintesi”, in cambio di qualche poltrona da Viceministro. Ma non è tutto. Non a caso Annunziata, nel corso dell’intervista, sbatte le porte in faccia pure al sindaco di Napoli. Il concetto è chiaro. Eliminate dal tavolo le possibilità di un fronte anti De Luca (De Magistris e M5S), il Pd campano riparte dal suo governatore a capo della coalizione che lo sostiene attualmente in consiglio regionale. Come avranno preso da Roma tale posizione? Non benissimo. Al netto del lavoro svolto in questi anni, Zingaretti non si fida di De Luca. Motivo? Facciamo un piccolo passo indietro.

Qualche mese prima dell’elezione a segretario, l’attuale Presidente della Regione Lazio arrivò in Campania. E le sue parole furono lapidarie. Ripartire da De Luca. Un chiaro messaggio di investitura e di fiducia. Poi qualcosa si ruppe. L’ex sindaco – sceriffo decise di candidare il figlio Piero De Luca, deputato dem, a sostegno della mozione guidata da Maurizio Martina, segretario uscente nonché competitor di Nicola Zingaretti al congresso nazionale. Una scelta che non passò inosservata nelle stanze romane. In quella fase politica l’attuale reggente del Pd era fresco di riconferma alla Regione Lazio. Dopo aver sconfitto il centrodestra e il M5S. Ed ora? La partita si complica. Come abbiamo avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, una forzatura da parte dei vertici romani finalizzata ad ufficializzare l’accordo Pd-M5S in Campania rischia di far vincere il centrodestra unito. Avete capito bene. Il patto giallorosso, secondo fonti interne al consiglio regionale, indurrebbe De Luca a candidarsi sostenuto da una frangia di fedelissimi.

In questo modo il centrosinistra si spaccherebbe, spalancando le porte a Caldoro e soci. Una vera e propria patata bollente pure perché Zingaretti ha tutto l’interesse affinché la strana alleanza coi grillini porti un valore aggiunto trionfando nelle varie tornate regionali. Special modo in Campania, una regione governata dalla sinistra dal 2000 (eccezion fatta per la parentesi Caldoro). Il braccio di ferro continua.

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