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NAPOLI, Taverna del Ferro: in programma interventi per 570.000 euro

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Una delibera di Giunta comunale – la numero 393 del 13 agosto – prevede, grazie al recupero di alcuni fondi di un mutuo di Cassa Depositi e Prestiti, l’impiego di circa 570.000 euro per interventi urgenti di manutenzione presso gli edifici di Taverna del Ferro, nell’area est di Napoli. Se ne è discusso in commissione Politiche urbane, presieduta da Eleonora de Majo, che ha incontrato l’ assessora al Patrimonio Alessandra Clemente, l’assessora alle Politiche per la casa Monica Buonanno, lo staff dell’assessore alle Politiche urbane Carmine Piscopo, i tecnici comunali e le rappresentanti del “Comitato di lotta ex Taverna del Ferro”.

La riqualificazione di Taverna del Ferro – ha introdotto la presidente de Majo – rappresenta un tema centrale nell’agenda politica dell’amministrazione comunale. Per questo è da salutare con favore l’approvazione della delibera 393 dello scorso agosto che stanzia 570.000 euro per interventi di manutenzione nelle aree comuni di alcuni edifici dell’ex Taverna del Ferro. Si tratta di interventi di piccolo calibro, volti soprattutto a garantire la sicurezza abitativa, e che tuttavia rappresentano un primo passo concreto nell’ambito di un progetto più ampio, che punta alla rigenerazione dell’area attraverso un processo partecipato. In ballo ci sono infatti finanziamenti più consistenti – pari a 5 milioni di euro – che gli uffici stanno recuperando da un vecchio mutuo di Cassa Depositi e Prestiti e sui quali è opportuno avviare una discussione condivisa sulle possibili scelte da fare.

Le assessore Monica Buonanno e Alessandra Clemente, cofirmatarie della delibera, ne hanno illustrato i principali punti. Una delibera tecnica che tuttavia ha un’importante ricaduta sul diritto all’abitare, ha precisato l’assessora Buonanno, che ha anche evidenziato come tutti gli interventi stabiliti nel documento sono stati condivisi con il Comitato dei cittadini. Per l’assessora Clemente questo è un atto che testimonia la capacità di visione di questa amministrazione, grazie alla sinergia tra diversi assessorati – Patrimonio, Politiche per la casa, Politiche urbane – e punta, nonostante le criticità che sono note, ad un rilancio dell’area est della città attraverso una programmazione basata su un uso intelligente delle risorse disponibili.

Sono tre le ipotesi di studio attualmente al vaglio per l’impiego di questi fondi, ha illustrato Renata Ciannella dell’assessorato alle Politiche Urbane: la sola ristrutturazione delle due stecche residenziali che compongono la struttura; la ristrutturazione di una sola stecca e la demolizione della seconda; la demolizione di entrambi gli edifici. Per ognuna di queste soluzioni, ha spiegato Paola Cerotto del servizio Edilizia Residenziale Pubblica, il finanziamento di 5 milioni di euro rappresenterebbe naturalmente solo un’ “area di innesco” che va integrata con ulteriori finanziamenti da reperire a livello regionale e nazionale.

Rosaria Cordone, portavoce del Comitato di lotta ex Taverna del Ferro, ha descritto le difficili condizioni di vita delle 1000 persone che vivono nei 360 alloggi della struttura (dei quali circa 40 occupati senza titolo). Ha chiesto che gli interventi vengano eseguiti in tutti gli edifici delle due stecche residenziali, chiedendo di dare priorità ai tetti e alle facciate per mettere in sicurezza gli edifici e impedire le continue infiltrazioni di acqua.

Nel dibattito il consigliere Aniello Esposito (Partito Democratico), ha evidenziato che i fondi messi a disposizione con la delibera sono insufficienti per far fronte alle emergenze di Taverna del Ferro, luogo dell’abbandono nel quale manca il rispetto per le più elementari norme del vivere civile. Occorre un ulteriore sforzo per recuperare maggiori finanziamenti e dimostrare che le istituzioni possono dare risposte concrete, dando priorità assoluta agli interventi di impermeabilizzazione. Era inoltre necessario coinvolgere la Municipalità su questi progetti.

La vicenda di Taverna del Ferro non nasce oggi, ha spiegato Vincenzo Moretto (Prima Napoli), bisogna essere chiari e capire cosa si può fare con le poche risorse disponibili, Taverna del Ferro richiede un piano di riqualificazione ben più importante ed è necessario – per la tutela dei cittadini che vivono lì – fare le scelte giuste.

Gli interventi descritti in delibera sono superficiali e limitati, ha evidenziato Gaetano Troncone (Misto), occorre aumentare gli importi per gli interventi, coinvolgendo il Consiglio comunale sulle scelte urbanistiche future.

Domenico Palmieri (Napoli Popolare) ha invitato ad essere onesti sui contenuti della delibera: al netto dell’Iva e degli oneri di sicurezza, la cifra da impiegare è irrisoria, a fronte di una situazione che invece richiederebbe una seria programmazione, anche alla luce di quanto lucidamente descritto dalle rappresentanti del Comitato.

Il vero tema, ha concluso la presidente de Majo, è avviare una discussione partecipata sulle modalità di impiego dei 5 milioni del mutuo di Cassa Depositi e Prestiti, e su questo punto la commissione tornerà a riunirsi per ulteriori confronti con gli assessori competenti.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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