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Dura la risposta dei meridionalisti a Feltri che ha definito “zoo di terroni” il nuovo governo

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NAPOLI – Dopo l’ennesima provocazione del direttore di “Libero” Vittorio Feltri, lanciata attraverso il suo editoriale, dove definisce il nuovo governo Conte bis uno zoo di terroni e che ancora una volta il governo farà gli interessi del Sud mantenuto dal Nord, il web del sud Italia è insorto.

A queste provocazioni non ci stanno i veri meridionalisti, quelli che studiano la differenza sociale dei due poli italiani da decenni. Coloro che attraverso i propri approfondimenti sono riusciti a ribaltare tutte le teorie non dimostrate di politici, giornalisti e addetti ai lavori residenti oltre il Po.

Il problema, secondo i meridionalisti non è tanto essere nato nel meridione d’Italia per andare poi a Roma e fare gli interessi di quelli che vivono al di sotto del Volturno. La questione va individuata nella formazione dei politici che quasi sempre appartengono a dei partiti nati al nord con un pensiero nazionalistico che va oltre la cultura meridionale ma non solo. I più autorevoli tengono a sfatare anche il famoso slogan del Sud mantenuto dal Nord che a colpi di dati alla mano sono riusciti a confutare anche quest’altra bufala.

Infatti sono tante le aziende che operano al Sud, che sfruttano la manodopera meridionale ma che hanno sede legale in Lombardia e/o regioni vicine come Coopculture, Benetton e A2A, e a tal proposito una voce autorevole dei meridionalisti e membro del comitato per la Macroregione Lorenzo Piccolo sulla pagina Facebook “Sudexit” – parodiando la Brexit dall’Europa – scrive: “L’ennesimo titolone acchiappa click (nonché generatore di rutti) si basa su una fesseria di fondo: siccome ci sono politici meridionali al governo, allora comanda il sud. Nulla di più falso. Comanderebbe il Sud se i suddetti politici meridionali cacciassero Coopculture, Benetton e A2A dai beni architettonici, autostrade e centrali elettriche del sud, rispettivamente. Comanderebbe il sud se vi fossero politici in grado di ribaltare la rotta e portare TUTTE le banche al sud e lasciarne il nord del tutto privo. Comanderebbe il sud se esistessero politici in grado di mettere assieme consorzi delle nostre eccellenze, trasporti e GDO e tagliare le gambe all’indotto padano.

Insomma comanderebbe il sud – continua il meridionalista – se esistessero politici che fanno gli interessi del sud minando le basi del dogmatismo nord locomotiva sud palla al piede. Purtroppo non vedo nulla di tutto questo, ma solo politici nati al sud che militano in partiti che fanno gli interessi del nord. Conte in particolare pare si sia sposato direttamente in nord Europa. Il problema tuttavia non è tanto “Libero” in sé. Quanto il fatto che si rivolge ad una platea di lettori che, a prescindere da destra o sinistra, da per scontato il dogma di cui sopra. Poi potete dividerli in destra “becera” e sinistra col pietismo compassionevole verso i “terroni”, ma la sostanza non cambia.

Se questo è il problema – ancora Lorenzo Piccolo –  la soluzione è abbattere alla radice il dogma nord produttore sud sanguisuga. Come in questo post (leggi qui) ripreso numerose volte sui social, segno che come risposta è molto più sentita da chi è consapevole della questione meridionale, rispetto alle solite “elemosine” di solidarietà nazionale lette fino ad ora.

E tipo di risposta rispetto alla quale – conclude – anche i padanizzati o ammutoliscono oppure gli parte l’embolo, segno che funziona anche sul fronte opposto”.

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