CAIVANO – Ieri sera nella piazzetta principale di Pascarola “ridente” – per usare un eufemismo – frazione a nord del capoluogo comunale si è tenuta una riunione organizzativa, nata dall’impegno di alcune associazioni sul territorio al fine di contrastare l’arrivo di ulteriori 15mila tonnellate di ecoballe derivanti dall’interruzione di 40 gg. per manutenzione del termovalorizzatore di Acerra.
Davanti ad uno sparuto gruppo di circa settanta persone hanno fatto capolino ex addetti ai lavori, nuovi rampanti della politica caivanese, attivisti e alcuni cittadini arrabbiati. L’organizzazione ha voluto che a parlare fossero tutti, indistintamente dal ruolo, classe e competenza e così hanno iniziato alcuni cittadini del posto che tra un po’ di confusione, mischiando anche alla rinfusa i temi – ecoballe, roghi, terra dei fuochi e miasmi – hanno potuto esternare la loro indignazione.
Non è mancata qualche piccola schermaglia data dalla divergenza di opinioni e poi si è passati alle dichiarazioni di chi doveva dare qualche contributo in più alla causa. Contributo che però non è arrivato da nessuna parte perché chiunque ha espresso la sua opinione si è mantenuto largo dall’epicentro del problema.
Il primo a parlare è stato il vicepresidente della Zona ASI Nino Navas che oltre ad informare che il Consorzio si era già mosso con una missiva consegnata a Sapna – azienda in house di Città Metropolitana – alla giunta regionale e a Città Metropolitana, dove si chiedeva che su qualsiasi decisione presa in merito venissero informati i membri del Consorzio ASI e copia dei pareri e/o relazioni tecniche che hanno portato a questa decisione, l’imprenditore ha tenuto a ribadire, così come fatto anche in una intervista rilasciata ad una testata locale, che sia lui che altri imprenditori saranno disposti ad alzare barricate per contrastare l’arrivo delle ecoballe al fine di bloccare anche l’autostrada se costretti. Insomma il titolare dell’Eismann di Caivano invita a fare una vera e propria azione eversiva, vista anche la vigenza del nuovo Decreto Sicurezza, un’azione del genere è sistematicamente impossibile da auspicare a meno che non si vuole incorrere in reati penali.
Ma la cosa più assurda, almeno così è sembrata alla maggior parte dei presenti, l’ha detta quando ha asserito che anche il titolare della “Di Gennaro SpA” non vuole che la Sapna porti le ecoballe all’interno della struttura di sua proprietà. A parte il fatto che se fosse vero tale affermazione da parte di Di Gennaro, ci sarà sempre consentito l’ombra del dubbio sulla genuinità del sentimento, visto che alla fine l’area, molto probabilmente, verrà requisita da Città Metropolitana con un’ordinanza firmata da Luigi De Magistris e allora a quel punto nulla potrebbe il proprietario del terreno se no quello di incassare quanto dovuto dall’atto dell’esproprio temporaneo. E c’è di più. Secondo l’art. 49 del DPR 327/2001 sugli espropri il verbale è redatto in contraddittorio con il proprietario alla presenza di due testimoni. Quindi in quel caso il proprietario di quell’area, se vuole, può far valere le sue motivazioni e sicuramente le farà ma forse per il motivo che è insito nell’articolo successivo della stessa legge. Secondo l’art. 50 dello stesso DPR invece: Nel caso di occupazione di un area, e’ dovuta al proprietario una indennità per ogni anno pari ad un dodicesimo di quanto sarebbe dovuto nel caso di esproprio dell’area e, per ogni mese o frazione di mese, una indennità pari ad un dodicesimo di quella annua. Se manca l’accordo, su istanza di chi vi abbia interesse la commissione provinciale prevista dall’articolo 41 determina l’indennità e ne dà comunicazione al proprietario, con atto notificato con le forme degli atti processuali civili. Contro la determinazione della commissione, è proponibile l’opposizione alla stima. Si applicano le disposizioni dell’articolo 54, in quanto compatibili.
In poche parole, se manca l’accordo la commissione provinciale determina il costo dell’occupazione dell’area, un vero e proprio gioco al rialzo insomma. Quindi se fossi al vicepresidente della Zona ASI, se proprio ignora la legge prima citata, prenderei con le molle qualsiasi altra dichiarazione di un imprenditore che, legittimamente, tenta di lucrare per il bene del bilancio della sua azienda.
Fermo restando che sicuramente relazioni tecniche, documentazioni e agibilità dell’area saranno risultate in regola, visto che la Di Gennaro SpA è una delle aziende più rinomate d’Italia per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, quindi anche qui, per il documento presentato dagli imprenditori della Zona Asi può considerarsi azione vana, atta forse, solo a dimostrare che il Consorzio non resta a guardare, con la speranza che non siano stati pensati altri scopi legati a quel documento.
Anche dal punto di vista politico il dato non gioca a favore dei caivanesi. Se almeno uno dei presenti, tra ex addetti ai lavori e nuovi rampanti, avesse fatto un’analisi politica seria, sarebbe uscito fuori che il governatore De Luca non ha mai avuto nessun interesse di tutelare Caivano dal punto di vista ambientale perché è facile per il governatore avere un Comune da usare per fare il lavoro sporco. In fondo Caivano non è mai stato un bacino elettorale florido per l’ex sindaco di Salerno. Quei pochi voti che la sezione cittadina del PD riesce a muovere se li dividono il Consigliere regionale Mario Casillo e il deputato Raffaele Topo, “intimi nemici” storici di De Luca. Allora perché il governatore dovrebbe tanto tenere a buon cuore le sorti dell’ultima città a nord di Napoli, visto che anche quando è venuto qui a dire che avrebbe tolto le ecoballe nessuno gli ha creduto?
Infine, c’è ancora altro da sapere! Le dichiarazioni del governatore De Luca del giugno scorso, quando invitava i vari Comuni a trovare un proprio sito di stoccaggio per l’emergenza che avremo tra tre giorni, in realtà si sono dimostrate un vero e proprio bluff attuato dal democratico salernitano.
Infatti gli enti preposti all’emergenza, nel Febbraio 2019, hanno ricevuto un documento direttamente dalla Giunta Regionale della Campania – Direzione Generale per il Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, Valutazioni e autorizzazioni ambientali – a firma di dott. Mauro Ferrara dove la regione individuava e quindi si rendeva necessario che le Società Provinciali per quanto di rispettiva competenza e la Società A2A gestore dello Stir di Caivano dovessero provvedere al collocamento dei quantitativi di rifiuti riportanti in tabella – la stessa poi riportata sulla relazione della Conferenza dei Servizi – attraverso la predisposizione di apposite procedure di gare di smaltimento o, in alternativa allestendo dei siti per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti.
Quindi gli enti preposti, fin da Febbraio sapevano che SAPNA e A2A fossero state scelte per lo stoccaggio dei rifiuti, di conseguenza quest’atto, di fatto, annulla le dichiarazioni del governatore De Luca e quindi anche l’emergenza.
Come al solito, anche questa questione è stata gestita all’italiana e chi ne paga le spese è sempre il cittadino.