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Il personalismo di Di Maio impantana le trattative mentre mancano poche ore alle Consultazioni finali

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ROMA – Lo stesso sentimento che ha portato il Movimento 5 stelle a governare con la Lega sta mantenendo sulle spine milioni di italiani. Quel sentimento di governare a tutti i costi che tanto ha esternato l’anno scorso il capo politico Luigi Di Maio, lo si rivede oggi in veste rinnovata in contrasto con le proposte di Nicola Zingaretti segretario del PD.

Dopo le legittime richieste di formare un governo di discontinuità il PD si è anche dichiarato ad accettare un governo Conte 2.0 con il fatto però che il tutto non diventasse un rimpastone del vecchio governo gialloverde e che nei ruoli apicali dei vari ministeri principali ci fossero membri del partito democratico. Fin qui nulla quaestio. Almeno fino a quando il riconoscimento di un vicepremier assegnato al PD non fosse vista come un’umiliazione da parte del capo politico del M5S Luigi Di Maio che a tutti i costi vuole trattenere per sé la poltrona da vicepremier.

Infatti il capo pentastellato vuole conservare il ruolo di vicepremier con il ragionamento che il PD deve accettare il fatto di vedere Giuseppe Conte come persona terza e non come espressione del Movimento 5 Stelle. Evidentemente il caro “Giggino” da Pomigliano crede di avere a che fare con gente pari al suo elettorato, che bevuti il mandato zero, possono bersi qualsiasi altra baggianata.

È evidente che se Giuseppe Conte è fin dall’inizio della trattativa un nome imposto e segnalato dal Movimento, egli rappresenta il partito pentastellato a tutti gli effetti e fa d’uopo quindi che il ruolo di vicepremier venga assegnato all’altro partito con cui si intende fare il governo. Non si riesce a capire questa presa di posizione di Di Maio. Un po’ come capita ai bambini quando si impuntano sull’ottenere a tutti i costi un giocattolo dalla vetrina di un bel negozio. Addirittura si parla di telefonate accese intercorse tra lui e Zingaretti dove Di Maio recitava testuali parole: “Non puoi umiliarmi, devo fare il vicepremier”.

Che significa non puoi umiliarmi? Di Maio si è già umiliato facendo il governo con la Lega. In nome di quelle poltrone il M5S si è già rimangiato tutto quello che ha sempre professato e ora che bisogna fare un governo la cui durata consentirebbe di eleggere nel 2022 il successore di Mattarella per impedire di darlo a Salvini dopo una vittoria nelle urne, si mette a trattare le sue posizioni personali? Allora tanto vale non prendere in giro gli italiani e dire apertamente a cosa si sta mirando.

Di Maio nelle sue ultime esternazioni rilasciate ai cronisti che presiedano i vari palazzi romani ha dichiarato: “Qualcuno è più interessato a Di Maio che al bene degli italiani”. Beh in alternativa al pensiero unico che ogni politico dovrebbe avere verso il bene pubblico un’introspezione, ogni tanto, non guasterebbe.

Intanto per le 19 è fissato l’ultimo incontro delle Consultazioni. Incontro che vede di fronte al Capo dello Stato proprio la delegazione pentastellata, poi al termine Mattarella comunicherà agli italiani la decisione presa.

Se in queste ore, almeno sui nomi, il M5S e il PD troveranno un accordo di massima allora non sarebbe un’ipotesi che il Presidente della Repubblica rimetta il mandato nelle mani del futuro Premier e consentirà un ulteriore tempo di dieci giorni affinché i partiti che dovranno indicare la nomenclatura dell’esecutivo riescano a pianificare anche un’agenda governativa basata sui contenuti visto che finora nessuno dei gruppi politici saliti al colle ha ancora toccato tasti dolenti come sicurezza, immigrazione, taglio dei parlamentari, iva, decreto sicurezza etc.

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