NAPOLI – Nel 1950 dall’idea di Pasquale Saraceno economista e consulente di alcuni ministri democristiani dell’epoca, nacque la “Cassa del Mezzogiorno”. Dal 1984 fino al 1992 “Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno”. Un ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ebbe lo scopo di predisporre programmi, finanziamenti ed esecuzione di opere straordinarie dirette al progresso economico e sociale dell’Italia meridionale. Un piano di investimento che prevedeva circa 1300 miliardi delle vecchie lire, da consumarsi in dodici anni.
L’idea fu considerata subito vincente, infatti grazie ad essa, visto l’enorme divario socio-culturale che il Paese presentava tra Nord e Sud, furono realizzati 16 000 chilometri di collegamenti stradali, 23 000 chilometri di acquedotti, 40 000 chilometri di reti elettriche, 1600 scuole, 160 ospedali. Con l’andar del tempo le cose cambiano, la politica, si sa, ha cominciato a prendere una brutta piega, il livello si è abbassato, gli interessi sono cominciati a mutare da pubblici a privati e in men che non si dica si cominciò a registrare un degrado e una bassa qualità della spesa, compresi fenomeni diffusi di illegalità (finanziamenti a imprenditori tramite appalti, allo scopo di sviluppare imprese nel meridione, rivelatesi poi imprese “fantasma”). Perciò spesso giganteschi appalti ed altre iniziative statali finivano per creare enormi infrastrutture che non avrebbero trovato un’applicazione pratica perché estranee alle realtà economiche del Sud, o perché rimaste incompiute, che vennero definite con l’espressione cattedrali nel deserto.
In pochi anni la Cassa del Mezzogiorno, anche a detta delle opposizioni di sinistra di allora, diventò un carrozzone clientelare della democrazia cristiana. L’enorme emorragia di denaro pubblico registrato a cavallo degli anni ’70 e ’80 servirono per la maggior parte a foraggiare politici e campagne elettorali dell’epoca, facendo finire un’idea geniale come la “Cassa del Mezzogiorno” nell’inutilità più grande partorita dai partiti italiani.
A distanza di trent’anni la storia potrebbe ripetersi, ma stavolta non perché si ha la vera esigenza di risolvere un problema sociale e riempire il gap tra nord e sud del Paese ma perché si sente di nuovo l’esigenza di creare quel flusso di denaro che possa foraggiare i partiti così come ci si è abituati a fare con qualsiasi carrozzone clientelare di minor entità (vedi aziende partecipate di enti pubblici).
Quello che in realtà può diventare un grandissimo carrozzone clientelare non è altro che il nuovo fenomeno scaturito in Campania denominato “Terra dei Fuochi”. Infatti grazie o per colpa dell’allarmismo diffuso, per la maggior parte non dimostrato e non dimostrabile, dell’inquinamento dei terreni ad opera delle aziende del nord, già in Campania il governo centrale e la Regione per non essere considerati sprovveduti, a sprazzi hanno cominciato a devolvere fondi pubblici per arginare il problema. Un problema che andrebbe meglio studiato e ricercato tra gli studi e le dichiarazioni di gente autorevole e non alimentato con la paura del dubbio, innalzando ai doveri della cronaca infermieri e santoni.
Ma la paura aumenta e quando il popolo ha paura, per mantenere botta al panico è meglio sempre sedare le suggestioni. Come? Ponendo dei provvedimenti intrisi di fondi pubblici messi lì alla rinfusa pur di dimostrare di voler o poter arginare il problema. Non fa nulla se a leggere i documenti si ha l’impressione che anche chi ci governa, non ha compreso bene quali siano le reali soluzioni al fenomeno de “La Terra dei Fuochi”, tanto i soldi hanno sempre funto da miglior sedativo.
Infatti stando a quanto si apprende da uno degli ultimi post rilasciati dall’attuale Assessore all’ambiente della Regione Campania e vicepresidente Fulvio Bonavitacola, la giunta De Luca ha già stanziato diversi milioni di euro per la salvaguardia della Campania dal punto di vista ambientale. Peccato però che nessuno se ne sia accorto e né tanto meno possa comprendere come sia possibile fattivamente, con tali provvedimenti, porre fine al fenomeno. Di seguito riportiamo le voci dei vari finanziamenti regionali:
Con la DGR 548 del 2016 “Piano delle Azioni per il contrasto al fenomeno di abbandono illecito di rifiuti nel territorio della Terra dei Fuochi” la Regione Campania ha stanziato:
€ 500.000,00 per la realizzazione di 4 Presidi Operativi allocati nei comuni di:
– Massa di Somma nella casa Comunale
– Mondragone allocato nella stazione di Mondragone dei VV.F
– Marcianise allocato in una struttura comunale sede anche del comando dei VV.F, del nucleo di Protezione Civile Comunale e dei Vigili Urbano
Questi presidi lavorano 8 ore sette giorni su sette festivi compresi.
– Giugliano in Campania ancora da realizzare in una struttura su lago Patria, attualmente allocato nella sede di SMA CAMPANIA Centro Direzionale Isola E7. Questo presidio lavora h24 sette giorni compreso festivi.
Sub azione 1.1,1.2 e 1.3 della DGR 548/16.
€ 2.000.000,00 per la gestione dei presidi operativi con 22 risorse SMA CAMPANIA periodo 01/08/2017 – 31/07/2019. Sub azione 1.5 della DGR 548/2016.
€ 1.400.000,00 per evoluzione sistema informativo I.TER per la gestione delle attività legate a Terra dei Fuochi.
– Sviluppo di APP per le segnalazioni. APP usata a disposizione di cittadini, esercito italiano operazione strade sicure a cui sono stati forniti anche tablet per invio delle segnalazioni al sistema. L’APP invia le segnalazioni di abbandono rifiuti e di incendio rifiuti al sistema I.TER (Sub azione 1.4)
€ 700.000,00 per attività di pattugliamento con tre squadre composte da personale SMA CAMPANIA (Sub azione 2.3 e 2.4)
€ 6.000.000,00 a SMA CAMPANIA per la realizzazione di un sistema di sorveglianza intelligente del territorio con sensori radar e telecamere e acquisto di 7 droni utilizzati da personale di SMA CAMPANIA (sub azione 2.1).
€ 1.500.000,00 ai Carabinieri per acquisto di Droni, laboratorio avionico mobile, 500 tablet per implementazione sistema ODINO dei Carabinieri su cui installare APP per le segnalazioni di abbandono rifiuti e di incendi al sistema I.TER
€ 1.000.000,00 per i VV.F che hanno messo a disposizione una squadra di 5 uomini e un mezzo per ognuno dei Presidi Operativo. Squadre attivate e dedicate agli spegnimenti degli incendi di rifiuti.
Con la DGR 224/2019 la Regione Campania ha stanziato:
€ 8.100.000 a SMA CAMPANIA per la Gestione dei presidi Operativi per il periodo 01/08/2019 – 31/07/2021 con 15 squadre di personale SMA CAMPANIA h24 e per continuare a gestire i Presidi Operativi con 22 unità di personale tecnico.
€ 750.000,00 per 4 squadre dei VV.F una per ogni Presidio Operativo dedicate alle attività di spegnimento degli incendi di rifiuti.
Ventidue milioni per ben nove non precisati provvedimenti di contrasto a “La Terra dei Fuochi”. Per la maggior parte devoluti all’ennesimo carrozzone politico denominato “SMA CAMPANIA”.
Da quello che si legge, a quanto pare, il governo regionale è principalmente concentrato a risolvere i problemi de “La Terra dei Fuochi” in merito al problema roghi tossici e non rifiuti intombati. E menomale, visto che la seconda appare come una balla colossale ma la preoccupazione che monta è quello che sul problema roghi si ha la sola preoccupazione di arginarlo a cose fatte, ossia una volta appiccato il fuoco, mentre siamo sicuri che costerebbe molto meno alla comunità se tale problema lo si curasse a monte, dal punto di vista “omeopatico” facendo capire alla cittadinanza campana quali siano i fenomeni che alimentano il mercato parallelo e le aziende che lavorano totalmente a nero per conto della criminalità organizzata, visto che quelle sono le prime fonti di materia prima dei roghi tossici.
Evidentemente non voler capire di attuare misure di prevenzione, magari con investimenti sulla formazione e l’educazione civica nelle scuole, aiuta a mantenere in vita un processo di emorragia finanziaria che nel tempo vada a riempire sempre le stesse tasche senza, di fatto, risolvere realmente il problema.
Quindi la prossima volta che ci vengono a parlare di “Terra dei Fuochi” pensiamo alla “Cassa del Mezzogiorno” e immaginiamo cascate di denaro.