ROMA – A far discutere ancora su “La Terra dei Fuochi” stavolta è un post pubblicato dal senatore pentastellato Franco Ortolani geologo, a suo dire, autore di tante battaglie in materia dell’ambiente. Il senatore del M5S attraverso il suo post pubblicato su Facebook dichiara: “Ho due tumori, uno alla prostata e ora uno al rene destro e li devo eliminare entro settembre. Vuol dire che pago la mia militanza pluridecennale contro l’inquinamento in difesa della salute, dell’ambiente e delle risorse naturali?”
Evidentemente il senatore, anche se ha lottato sul territorio per l’ambiente, non avrà imparato ancora che da senatore per fare certe dichiarazioni, deve stare attento a non creare allarmismi inutili, almeno più di quanti già non ne hanno creato personaggi dall’indubbia autorevolezza.
Innanzitutto, torniamo con lo specificare cose già dette e ridette. Per ammettere di dover pagare la sua militanza contro l’inquinamento, il senatore Ortolani deve avere tra le mani un certificato rilasciato da qualche medico o uno studio riconosciuto che pone un nesso tra la sua malattia e il contatto con la nostra terra o la nostra aria, ma siamo sicuri che questo certificato e dimostrazioni valide il senatore non ce l’ha visto che la comunità scientifica si batte da anni per trovare le cause sulla mortalità per malattie neoplastiche, allora perché dichiarare ciò? Perché tirare ancora in ballo la Terra dei Fuochi? Perché creare allarmismo atto a fungere da deterrente per chiunque volesse venire a vivere o trascorrere una vacanza in Campania? Ma questa gente, specie chi ha un’immagine popolare come un Senatore della Repubblica, pesa le sue parole prima di aprir bocca?
Premesso che da studi scientifici la contrazione di una malattia neoplastica a 75 anni (età del Senatore Ortolani ndr) sia molto più probabile rispetto ad uomo adulto di età inferiore, ma sempre stando a ricerche scientifiche le cause per le quali si è esposti ad una patologia neoplastica non possono essere relegate alla sola “Terra dei Fuochi”, specialmente se si parla di rifiuti intombati, il quale mito è ancora tutto da dimostrare, ma come asserisce anche la dott.ssa Paola Dama ricercatrice oncologica all’University of Sussex UK: “Le cause reali del carcinoma prostatico rimangono ancora sconosciute. È possibile però individuare alcuni potenziali fattori di rischio che aumentano la probabilità di ammalarsi, anche se non sono direttamente responsabili dell’insorgenza della patologia. L’emergere di forme clinicamente silenti e non aggressive ha complicato l’interpretazione della diversa distribuzione dei fattori di rischio della neoplasia”.
“Le possibilità di ammalarsi – continua la ricercatrice – sono molto scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre vengono diagnosticati in persone con più di 65 anni. I ricercatori hanno dimostrato che circa il 70% degli uomini oltre gli 80 anni ha un tumore della prostata, anche se nella maggior parte dei casi la malattia non dà segni”.
“È provato però come alcuni fattori dietetici e comportamentali, oltre all’età, possano essere associati alla malattia: alimentazione, una dieta ricca di grassi, soprattutto saturi come fritti e insaccati e l’eccessivo consumo di carne rossa e latticini (quindi anche di calcio), aumenterebbero l’incidenza. La dieta vegetariana sembra invece svolgere un’azione protettiva. Andrebbero privilegiati in particolare gli ortaggi gialli e verdi, l’olio d’oliva e la frutta. Consigliabile il consumo di vitamine A, D, E e del selenio”.
E non solo, la ricercatrice sul suo profilo Facebook approfondisce il tema anche dal punto di vista di altre cause, soffermandosi sullo stile di vita legato alla sedentarietà ed obesità, fattori ereditari, infiammazioni, mutazioni genetiche, livelli ormonali e molto altro.
Quindi ammesso che insieme a tutte queste cause scientificamente provate ci siano anche altri fattori, tutti da dimostrare, legati all’inquinamento terrestre delle nostre campagne, allora ci si domanda che disegno ci sta dietro al fatto di associare la morte per tumore alla sola “Terra dei Fuochi”? O tutta questa gente, soprattutto quella che ha superato i settant’anni crede di essere immortale?
È ora di dire basta a questa farsa! Battere il ferro sull’allarmismo del finto nesso tumori-Terra di Fuochi ha già fatto fallire intere filiere agricole e prima che la nostra amata terra, una volta denominata “Campania Felix” cominci ad essere una terra deserta è meglio che i Senatori della Repubblica cominciassero a lavorare sull’unico vero problema che in un certo qual modo è anche legato al vero problema de “La Terra dei Fuochi”, ossia la criminalità organizzata.
Quindi caro senatore Franco Ortolano, magari lei si sarà ammalato di tumore perché, oltre a tutto quello che ha mangiato una vita intera e lo stile di vita che ha praticato, ha anche respirato qualche fumo proveniente da qualche rogo tossico, ma quest’ultimo l’ha appiccato qualche manutengolo della Camorra che smaltisce illegalmente rifiuti di aziende che lavorano totalmente a nero, allora ci dica, caro senatore, cosa state facendo a riguardo a Palazzo Madama?