Editoriale

CRISI del GOVERNO. Salvini da leader a mendicante. Tutti gli scenari per il prossimo governo

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ROMA – Il sole rovente si sa a volte gioca brutti scherzi e forse su quella spiaggia assolata del Papeete Beach il Ministro degli Interni Salvini avrà formulato la brillante idea di sfiduciare il Premier Giuseppe Conte e andare subito al voto. Idea che si vedrà definitivamente frantumata dopodomani a Palazzo Madama, visto che la Lega non avrà i numeri né per sfiduciare il Premier e né per dettare condizioni e andare subito al voto.

Questo è il vero motivo della marcia indietro fatta da Salvini timidamente iniziata approvando prima che il taglio dei parlamentari avesse la precedenza in aula sulla sfiducia così come chiesto da Luigi Di Maio per poi cercare di recuperare lo strappo col M5S continuando sulla linea della sfiducia ma proponendo il ruolo di premier al leader pentastellato. Ed è così che un politico come Salvini, pieno di sé, cazzuto, inflessibile che in un solo anno è riuscito a portare il suo partito dal 17% delle ultime elezioni al 35% degli ultimi sondaggi si trasforma da leader politico a mendicante disponibile a qualsiasi proposta – vedi sbarco dei migranti della Open Arms – pur di mantenere la sua poltrona e quella dei suoi colleghi di partito.

È incredibile con quanta velocità cambia il consenso in Italia, addirittura il leader del carroccio ha superato anche Di Maio nello spostare il suffragio politico in favore di altri, perché così come il capo del M5S accettando l’alleanza con la lega ha permesso l’impennata del 35% al carroccio, così con la sua mossa avventata di chiedere la sfiducia al Premier Conte Salvini ha fatto sì che l’Italia intera in maniera trasversale si unisse al pensiero dell’avvocato degli italiani, dimostrandolo attraverso i 317mila like e 81mila commenti – numeri di gran lunga superiori rispetto ai migliori risultati social raccolti dai due vicepremier – raccolti sotto il post della lettera aperta a Salvini quando dichiarava: “È sleale, non ha senso delle istituzioni, con lui ho definitivamente chiuso”. Segno evidente che gli italiani sono tutti con l’attuale Premier, unica figura, attualmente presente in Parlamento, degno di fiducia, essendo l’unico, tra gli attori di questa crisi, ad essere in grado di dialogare con tutti in Europa e in Italia e ad avere il rispetto che si meritano le istituzioni. Moderato quanto basta e mai fuori luogo, un vero diplomatico, l’unico che, visto il livello politico registrato nell’ultimo periodo, anche per come ha gestito questi giorni di crisi, possa rappresentare appieno l’Italia nel mondo.

Di solito i premier in Parlamento chiedono la fiducia e temono la sfiducia. Invece Conte teme la fiducia e farà di tutto per non ottenerla. Intanto c’è da dire che l’unica mozione di sfiducia a Conte è stata presentata dalla sola Lega e in realtà non è stata neanche calendarizzata per martedì, segno evidente che le intenzioni dei parlamentari sono quelli di formare un’altra squadra di governo rimettendo tutto nelle mani del Presidente Mattarella, intanto però le trattative tra M5S e il centrosinistra tutto vanno avanti ad oltranza.

Dalla mozione di sfiducia che si dovrebbe discutere martedì 20 Luglio, questi possono essere i possibili scenari che si possono presentare: Salvini potrebbe ritirare la mozione di sfiducia a Conte e lì l’attuale Ministro degli Interni potrebbe barattare un altro po’ di consenso con la speranza di conservare la propria poltrona. Conte e Di Maio potrebbero far finta che nulla fosse accaduto, ipotesi remota questa, perché vorrebbe dire continuare a regalare consensi al leader del carroccio nonostante il fatto di avere loro il pallino del gioco in mano. Il M5S potrebbe aprire ad un’alleanza col PD ma poi dovrebbe giustificare tutti gli attacchi al Partito Democratico da quando sono entrati i suoi rappresentanti in Parlamento. Di Maio dovrebbe fare una rovesciata col triplo salto carpiato su tutti i suoi attacchi e dichiarazioni, fino a quelle fatte un mese fa quando ha affermato: “mai al governo col partito di Bibbiano che rubava i bambini alle famiglie con l’elettroshock”. 

Questa alleanza eviterebbe al governo italiano una deriva fascista, poiché relegherebbe la Lega all’opposizione con la conseguente perdita di consensi se il governo giallorosso dovesse rispondere alle esigenze degli italiani, ma contestualmente finirà di far scendere o mantenere costante il consenso dei pentastellati in favore a quello del Premier Conte e del PD. Ecco perché nella trattativa giallorossa il partito di Zingaretti sta pensando ad un altro nome come Premier – ultim’ora si è fatto anche il nome di Draghi – avendo come vicepremier un membro dem e relegando Di Maio al solo ruolo di Ministro.

Dall’altro canto il PD dovrebbe giustificare il perché ha accettato di fare il governo con chi, finora, ha definito inetti e incapaci. Anche se all’apparenza potrà sembrare incoerente, quella del PD sarà una posizione diversa visto che dai banchi dell’opposizione si ritroverebbe a governare di nuovo il Paese, attestando agli italiani, l’assenza di una vera e reale alternativa al proprio partito.

Una cosa è certa: chi realmente ne gioverà di questa crisi di governo nata male e gestita peggio dal Ministro Salvini, sarà solo Giuseppe Conte che ha visto crescere esponenzialmente il proprio consenso e per il solo merito di aver saputo gestire la crisi, nella peggiore delle ipotesi, si sarà guadagnato il ruolo di Commissario europeo per i prossimi cinque anni.

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