Nel consueto post del lunedì, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha parlato della crisi di Governo e della possibilità di una nuova elezione nazionale:
“Nel pieno di un agosto di fuoco il Governo è scoppiato. Sembra imminente la consumazione definitiva di un’esperienza politica e di governo complessivamente dannosa per la tenuta democratica del nostro Paese.
Potrebbe aprirsi la prospettiva di un governo con una nuova maggioranza parlamentare, verosimilmente 5S-PD. Un Governo istituzionale di transizione verso il voto. Vedremo. Nulla è impossibile ai tempi del nulla politico.
Saranno i gruppi parlamentari nella loro autonomia ad indicare prospettive.
Se il Presidente della Repubblica, garante degli equilibri costituzionali, dovesse ad un certo punto maturare, invece, la scelta dello scioglimento della Camera e del Senato, ritengo sia venuto il nostro momento per candidarci alle politiche.
In Parlamento non esistono maggioranze che possano garantire una governabilità solida. Si rischia di passare dal contratto dei separati in casa al contratto degli odiati in casa, se stiamo alle dichiarazioni che si sono consegnati in questi anni M5S e PD.
Il Paese è in una fase molto delicata e critica, sono a rischio equilibri democratici, già minati in anni di erosione dei valori costituzionali.
Ai 5S riconosco di aver portato nelle Istituzioni un elemento di rottura di equilibri consolidatisi in anni ed anni di ceto politico ricurvo sulla casta; alcuni esponenti di governo pentastellati stanno lavorando per dimostrare di essere altro rispetto al passato. Purtroppo, però, la dirigenza politica del partito ha la responsabilità di aver fatto divenire Salvini il vero capo politico del Governo. Un capolavoro politico consumato per colpa grave, da rasentare il dolo, facendo divenire Salvini l’uomo nuovo della politica, lo hanno ripulito da anni di alleanza storica con Berlusconi, lo hanno portato, divenendone sgabello e spalla, al doppio dei consensi, arretrando, invece, il loro partito al consenso della Lega al momento delle elezioni.
Il rischio concreto che senza la costruzione di un’alternativa politica l’Italia venga governata da una coalizione di destra come mai è accaduto nella storia della Repubblica.
Salvini si candida ad essere il leader della nuova destra per guidare il Paese.
È un uomo che ha fiuto, sa comunicare, sa stare tra la gente, ma anche ai tavoli istituzionali. È sessista, razzista, violento sul piano politico ed istituzionale, tutt’altro che trasparente, men che mai il nuovo nella politica. Si ispira a Mussolini, chiede poteri speciali, abusa di apparati di Stato per farsi vedere come l’uomo forte al comando, gli piace mostrare i muscoli con i deboli, per poi essere un docile agnellino, un maggiordomo di riguardo per tutti i poteri forti che non ha mai contrastato, anzi ne fa parte a pieno titolo. Non ha mai fatto nulla per contrastare corruzioni e mafie, nemmeno da ministro dell’interno. Politicamente, anzi, sdogana truppe di impresentabili.
Per sconfiggere Salvini e la sua armata, devono scendere in campo persone coerenti e credibili e programmi forti, chiari ed attuabili, in grado di unire il Paese, nelle sue differenze.
Si deve costruire un fronte popolare democratico di liberazione, una coalizione civica nazionale che possa finalmente puntare – dopo oltre 70 anni – all’attuazione della Costituzione. Questa è la sfida.
Salvini vuole stravolgere, fino a demolire la Costituzione, il fronte dell’alternativa deve non solo difendere, ma attuare la Costituzione.
Quindi la coalizione civica nazionale non può avere nel suo motore quelli che hanno già prodotto l’erosione della Carta e condotto alla deriva autoritaria che stiamo vivendo.
Nel Paese ci sono tante risorse. Nei partiti, nei movimenti, negli amministratori locali, nelle forze sociali e in quelle produttive, nelle professioni, nel mondo della cultura e dell’istruzione. Si deve solo partire.
Io ci sono. Mi sento pronto e molto carico per costruire l’alternativa e sono contento – se la situazione dovesse precipitare nelle prossime settimane – di partire proprio da sindaco di Napoli.
La mia città, con le quattro giornate del 1943, fu la prima in Europa a liberarsi dall’occupazione nazifascista con una rivolta popolare. A capo della riscossa scugnizzi, giovani, donne, anziani.
Dobbiamo anche oggi combattere, per gli stessi valori, non con le armi, ma con schiena dritta, coraggio, sguardo lungo, passione, qualità che gli italiani, in determinati momenti storici, hanno dimostrato di possedere.
Gli eversori vanno fermati perché la Costituzione si difende costi quel che costi. Ci vogliono nella prima linea combattenti per la giustizia. Quando verrà il momento dello scioglimento delle Camere si dovrà agire ovunque, metro per metro, per costruire alleanze e acquisire consenso, far comprendere la prospettiva visionaria della nostra coalizione.
Non può considerarsi un’utopia volere l’attuazione della Costituzione dopo 70 anni. Ci vuole un programma chiaro, in grado di unire. Un manifesto per l’attuazione immediata della Costituzione. Ho tutto in testa.
È venuto il momento di unire l’Italia valorizzando tutte le autonomie. Consolidare diritti e libertà individuali. Lottare finalmente contro mafie e corruzioni, la vera emergenza nazionale che questo Governo nasconde.
Un Paese che ha le competenze e le eccellenze per coniugare impresa, diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ed ambiente. Potenza dello sviluppo mettendo al centro finalmente la persona e la natura. L’Italia dei beni comuni con i fatti e non con le parole. Un Paese che ritrovi armonia, coesione, concordia. Amore contro rancore, odio, violenza. Libertà, uguaglianza e fratellanza. Costruire l’Italia della solidarietà e della giustizia sociale. È tutto molto semplice ma anche così difficile. Come le rivoluzioni. Non possiamo vedere precipitare il Paese nel baratro.
Lotteremo, senza sosta, per amore degli ideali in cui crediamo e perché ho giurato da uomo delle istituzioni nella Costituzione nata dalla resistenza al nazifascismo. Con la Costituzione nel cuore e nella testa ho fatto prima il magistrato ed ora il Sindaco di una città mondo.
Vinceremo? Non lo so. Ma se non lottiamo abbiamo già perso. E soprattutto non ci va di lasciare, da spettatori, il Paese in mano ad una destra eversiva oppure ad un ceto politico che ha causato la malattia e che ora, strumentalmente, si vuole proporre come medicina.
Sono sicuro che metteremo in campo stupende persone, reti, associazioni, comitati, movimenti, energie.
Non posso garantire di non fare errori. Ma come sempre potete essere certi dei nostri valori fondamentali, necessari per coniugare rottura del Sistema e capacità di governo: onestà, autonomia, coraggio, competenza, spirito di squadra, partecipazione dal basso, passione.
È il momento buono per unire tante belle esperienze disseminate nei territori italiani. Noi ce la metteremo tutta. Finora abbiamo sempre vinto. Questa, forse, è la sfida più grande. Nei momenti decisivi si deve scegliere dove andare.
Ho sempre scelto le sfide che sembravano impossibili. Questa vale la pena viverla. E sento anche che alla fine vinceremo“.