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CRISPANO avoca a sé il Cimitero, dal 2023 CARDITO dovrà edificarne uno proprio

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CRISPANO – Si è svolto stamattina a mezzogiorno il Consiglio Comunale straordinario chiesto dalle minoranze circa il crollo di alcuni loculi avvenuti in data 7 Agosto.

Lo scopo dei lavori in aula di oggi era quello di rendere edotta la cittadinanza sulle azioni che l’amministrazione Emiliano avesse messo in atto. Da quello che è stato l’esito del consesso si può benissimo affermare ancora una volta che il sindaco Michele Emiliano ha messo a segno un altro risultato importante per la propria comunità. Ma veniamo ai fatti.

Mercoledì scorso crolla una parte di un loculo nella zona vecchia del cimitero cardito-crispanese e non si dà neanche il tempo al Consorzio Cimiteriale di avviare la procedura di somma urgenza che un certo tipo di stampa sobillata da una parte della minoranza crispanese – che crede che qualsiasi testata possa essere manovrata attraverso lauti compensi legati alle sponsorizzazioni – redige un articolo dove si grida allo scandalo e si adduce la colpa di tutto alla nuova amministrazione insediatasi nel Giugno 2019 rea, secondo questi luminari della “carta digitale”, di non aver attuato tutte le misure di sicurezza idonee.

In realtà le cose stanno un tantinello diverse da come le hanno descritte in questi due giorni opposizione e stampa faziosa.

Alla notizia del crollo, in realtà, il Consorzio nella persona del Presidente Salvatore Lima redige e attua una somma urgenza con l’individuazione di una ditta che possa effettuare i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza del loculo, tanto è vero che nel giro di ventiquattro ore, tutto torna al suo posto meglio di prima.

Ma l’occasione è troppo ghiotta affinché un’opposizione che è abituata a fare politica spicciola, specialmente se è fomentata da vecchi dirigenti col dente avvelenato, non possa cavalcare l’onda del grandissimo fallimento e così, pur di dare colpa alla nuova amministrazione chiede lumi in assise pubblica ed è in quella precisa occasione che si vede costretta ad accettare il vero stato di cose e la visione politica del sindaco Emiliano.

In realtà il sindaco Michele Emiliano, insieme al sindaco di Cardito Giuseppe Cirillo, già dal suo insediamento ha cominciato a lavorare alla questione cimitero, nello specifico al caso dei nuovi loculi e nel frattempo si era fatto relazionare dal tecnico competente lo stato dei vecchi loculi. Relazione, tra l’altro, letta stamane in Consiglio Comunale. Una relazione davvero preoccupante.

Infatti il Responsabile del Consorzio Ferdinando Fusco, nella sua relazione, scrive che tutti i loculi necessitano di una manutenzione straordinaria con annessa ristrutturazione per la messa in sicurezza, poiché la maggior parte di essi risultano pericolanti.

In poche parole, stando allo stato attuale dei vecchi loculi del Cimitero, per la sicurezza cittadina si potrebbe anche pensare l’inibizione all’ingresso della necropoli cittadina. Allora la proposta portata in aula dal sindaco Emiliano, anche per sopperire alle ennesime mancanze e/o disservizi del Consorzio cimiteriale, è stata quella di formulare un indirizzo politico dove si chiede il non rinnovo della proroga al Consorzio secondo l’art. 3 del Regolamento consortile. Proposta accettata, recepita e votata positivamente all’unanimità del Consiglio Comunale.

Praticamente a partire dalla scadenza naturale della Convenzione del Consorzio Cimiteriale, ossia dal 2023, il Cimitero di Crispano passerà sotto l’unica gestione dei legittimi proprietari e il Comune di Cardito per quella data dovrà individuare nuovi lotti di terreni per edificarsi un cimitero proprio.

L’azione politica programmata quest’oggi dal sindaco Emiliano va in un’ottica anche di lealtà e correttezza nei confronti del suo collega carditese, visto che secondo l’art. 3 del Regolamento Consortile prevede che qualora uno dei due enti formanti il Consorzio avesse voglia di uscire dalla Convenzione dovrebbe avvisare la controparte almeno due anni prima dalla naturale scadenza, in questo caso, il sindaco arancione ha dato largo spazio, avvisando già quattro anni prima il pari grado Cirillo, di individuare nuovi terreni che possano ospitare la necropoli cittadina.

Grande risultato quello incassato dal sindaco Michele Emiliano visto che l’opposizione tutta, compreso il M5S, ha condiviso e per il bene pubblico ha votato a favore della proposta avallata dal primo cittadino che, a differenza di chi l’ha preceduto, anche sulla questione cimitero, ha dimostrato di avere la soluzione in tasca.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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