CASAVATORE – Complice probabilmente la calura estiva, il secondo consiglio comunale vede la luce all’insegna di accese polemiche. Cambiata la sequenza dei punti all’ordine del giorno, con l’obbligo imposto alle opposizioni di votare per l’assestamento del bilancio prima della composizione delle commissioni, peraltro ancora latenti ad oltre un mese dal primo consiglio comunale. Nessuna giustificazione, benché sollecitata, ad eccezione di un imbarazzato e laconico “abbiamo ritenuto opportuno fare così” ad opera di un consigliere della maggioranza. La seduta prosegue con gli interventi del consigliere Sollo dell’opposizione e le sue rimostranze nei confronti del Presidente del Consiglio per la variazione intervenuta, a suo avviso ingiustificatamente, passando per la parentesi del consigliere Galiero del M5S in merito ad un’accusa ricevuta sui social dal gruppo dallo stesso rappresentato da parte del Primo Cittadino, bruscamente e prontamente soffocata sul nascere dalla solerte Presidente per presunta scarsa attinenza all’argomento. Dopo l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di opposizione Sollo, Napolitano e Galiero sull’assestamento di bilancio, la seduta prosegue spedita e senza strappi, ad eccezione dell’intervento del consigliere Galletta che lamenta una possibile incongruenza nella modalità di composizione delle commissioni richiamando un orientamento che andrebbe nella direzione di garantire, all’interno delle stesse, la presenza di TUTTE le forze politiche presenti in Consiglio, ancorché non costituite in gruppi di almeno due componenti. Rispedita cortesemente al mittente dal Segretario Comunale anche tale eccezione perché mera indicazione non vincolante, vengono via via approvati tutti i rimanenti punti all’ordine del giorno. La seduta si conclude con l’intervento a margine del Sindaco che attacca, in totale assenza di contraddittorio e a sala semideserta, i consiglieri Galiero e Sollo, rimarcandone la “pesante” sconfitta elettorale con particolare riferimento a quella del MoVimento Cinque Stelle, sottolineando l’incapacità e l’inconcludenza di quest’ultimo per aver trasferito alla lista locale soltanto un terzo dei consensi ottenuti alla elezioni Europee, e additando pericolosamente ad esso il desiderio di vedere nuovamente sciolto al più presto il Consiglio Comunale. Una sequela imbarazzante di accuse infondate, un tentativo di indirizzare verso una forza politica il dissenso ed il risentimento popolare additando ad essa calunnia e diffamazione, che renderanno ancora più difficile il lavoro alle minoranze agitando su di esse lo spettro di presunti comportamenti illeciti, allo stato attuale non formalizzati né denunciati agli organi competenti e quindi di pura fantasia fino a prova contraria, che si troveranno a combattere contro un ulteriore pregiudizio. In tale occasione, nonostante la gravità delle accuse, non si è verificata come era lecito attendersi nessuna eccezione né interruzione, ma neanche il pressoché impercettibile segno di disapprovazione da parte del Presidente dell’assise, figura notoriamente super partes e garante dell’assoluto equilibrio delle forze politiche dell’assemblea, in questo caso distratta o forse provata dalla stanchezza. Che dire, forse più che citare Ovidio, sarebbe stato il caso di chiamare in causa il grande Alberto Sordi nella magistrale interpretazione del Marchese del Grillo.