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AFRAGOLA. Altro che Luminarie… Grillo sempre più al buio!

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AFRAGOLA – Non si dispiaccia nessuno se capita un periodo dove le cose da dire o da illustrare ne sono tante e ad un anno esatto di amministrazione è logico e naturale che in una città di 65.000 abitanti si cominciano a tirare le somme. Se poi ci si mettono anche dichiarazioni di facciata a cercare di nascondere la polvere sotto il tappeto allora è giusto che si faccia chiarezza.

Il tutto parte da alcune dichiarazioni fatte dal sindaco Grillo in occasione dell’accensione delle luminarie per la festa di S.Antonio dove, con un certo nervosismo, comincia a giustificare la sua scelta di ricerca alternativa di fondi privati per coprire i costi delle arcate illuminotecniche installate in città. Il primo cittadino parla di illazioni e falsità forse riferendosi a dei fatti esposti in precedenza che aspettano ancora delle risposte soprattutto dopo quest’articolo quando vi sarà illustrato quanto siano di facciata le dichiarazioni della fascia tricolore.

Esordisce davanti al microfono di una webtv locale dicendo che Ipercoop e Conad hanno sponsorizzato le luminarie perché hanno voluto restituire al territorio quello che ricevono quotidianamente contraccambiando con un’operazione di co-marketing, termine quest’ultimo ancora sconosciuto alle amministrazioni comunali. Bene.

A meno che il sindaco non abbia imparato questa parola dai nipoti, a margine degli affidamenti diretti, elargendogli € 10.980,00 di soldi pubblici, a nostro avviso sprecati. Cerchiamo di spiegare anche ai nostri lettori cosa voglia dire Co-marketing.

Il Co-marketing non è altro che una collaborazione tra aziende per promuovere reciprocamente i rispettivi prodotti o servizi. Ad esempio se andiamo a comprare una Fiat 500 Gucci ci troviamo davanti ad un’operazione di co-marketing, dove nessuno dei due brand ha pagato l’altro ma entrambi ne traggono beneficio dalla vendita del prodotto.

Cosa ben diversa invece è quella delle Luminarie visto che in questo caso le stesse materialmente non sono di proprietà del Comune di Afragola e pertanto vanno, come in questo caso, noleggiate e per fare ciò si è avuto bisogno di farsele sponsorizzare, ossia c’è voluta qualche azienda privata che ha tirato fuori i soldini al posto dell’ente comunale.

Ma in cosa consiste una sponsorizzazione? Un’azienda sponsorizza un’attività, un prodotto o un servizio in cambio di visibilità sul territorio. Ora la domanda è: Qualcuno ha visto da qualche parte ad Afragola banner pubblicitari, cartelloni, pubblicità multimediale, proiezioni, mongolfiere, coriandoli o volantini dove si indicava che le luminarie sono state offerte da… con tanti di logotipi riportati sui mezzi di comunicazione? Allora mio caro sindaco se proprio i cittadini devono spendere più di diecimila euro per la comunicazione istituzionale, si faccia pure spiegare dai suoi nipoti come funziona la pubblicità. Ecco perché a qualcuno può venire qualche dubbio quando si parla di porte “amiche”, specialmente quando queste porte  si aprono ad intermittenza. Diceva Bertrand Russell: il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. Ma andiamo oltre.

Nella stessa intervista il primo cittadino fa capire a chiare lettere che non ha e non vorrà avere nessun intenzione di avere visioni che possano fargli perdere tempo prezioso – lo stesso tempo che impiega ad agire come un Presidente della Pro Loco qualsiasi – sull’intorno TAV, perché, sempre a suo dire, è un’infrastruttura che non porta entrate nelle casse comunali. Ma su questo tema ci soffermeremo in qualche altro editoriale.

Continuando con le sue affermazioni, la fascia tricolore afragolese tiene a precisare che non è un politico – questo anche chi non lo sapeva c’ha messo un attimo a capirlo – e che sfida chiunque che viene dalla società civile a fare il lavoro che sta facendo lui nel mantenere coese tante persone con animo differente. Tenere coese? Ma il sindaco non ha la percezione di quello che gli capita intorno o è solo un modo goffo per nascondere la polvere sotto il tappeto? Anche qui cerchiamo di far aprire gli occhi al primo cittadino e a chi ci legge.

Partiamo dal duo di “Campania Libera” Boemio-Castaldo, un cortocircuito grande come una casa all’interno della sua stessa maggioranza. Un gruppo che esprime un’assessora che ad oggi ancora deve fare outing sui suoi ideali politici e che fra poco si appresta a vivere uno dei più grandi conflitti di interessi dato che in vista delle elezioni regionali dovrà per forza prendere posizione all’interno dell’aula consiliare.

È evidente come il sindaco Grillo stia tentando di divincolarsi dalla morsa creata ad hoc dall’ex senatore Nespoli e come quest’ultimo, da animale politico qual è, si stia muovendo in maniera tale da stringere ancora di più le ganasce.

Una mossa strategica del leader afragolese del carroccio è quello di prendere in seno le sorti dell’assessore Affinito sorretto dall’unico consigliere in aula di “Afragola Civica” Biagio Montefusco, entrambi rispondono, oggi, direttamente alle volontà dell’ex senatore, facendo un balzo idealistico da un estremo all’altro dell’arco costituzionale. Non solo. Candidando Carla Sepe la sorella della consigliera Maria Carmina Sepe, nella lista della Lega a Casoria, ha agevolato il passaggio della consigliera afragolese da Fratelli d’Italia a Lega portando così il numero dei consiglieri in aula ad Afragola da due a tre. Quindi Fratelli d’Italia perde un consigliere e il vicesindaco Biagio Castaldo, per adesso, è retto dalla sola Di Maso Assunta – qui si verifica la stessa incongruenza di Affinito con Montefusco – mentre fuori dalla giunta rimane un gruppo rappresentato da due Democratici Popolari De Stefano e Moccia. Ecco perché i solitari Affinito e Montefusco hanno trovato riparo sotto l’ala protettiva del dominus leghista, per reggere l’urto delle richieste proveniente da chi non ha rappresentanti in giunta. Chissà se non farà lo stesso anche Biagio Castaldo per non sentirsi minare la sua posizione troppo debole per mantenere un ruolo così importante come quello del vicesindaco? E non finisce qui.

L’ex senatore Nespoli ha pensato anche a come iniettare un virus nel gruppo che più poteva dare fastidio al suo, ossia Forza Italia, infatti facendo sempre leva nelle candidature a Casoria, il deus ex machina dell’attuale amministrazione ha candidato il nipote del Presidente del Consiglio Tommaso Bassolino, già assunto anche nelle forze della Polizia Locale grazie alle graduatorie stilate in epoca nespoliana. Così facendo l’ex senatore cerca di indebolire anche il partito azzurro nella partita che si aprirà da qui a breve con Forza Italia sul Capo della Polizia Locale che dovrà essere assunto dal Comune di Afragola.

Quindi il messaggio è chiaro. Grillo è circondato. Ora non può usare neanche l’arma delle dimissioni. Nessuno lo fermerà e sarà costretto, dopo venti giorni, a non tornare più indietro. Tanto è vero che già da diverso tempo non lo si sente più dire che va a dimettersi se le cose non filano come vuole lui.

Intanto, sempre per restare in tema di coesione, è bene che il Sindaco prenda subito a cuore la causa dei “Democratici Popolari” che da sempre rivendicano la testa di Affinito. Anche perché da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che dall’ultima riunione di maggioranza, il duo De Stefano-Moccia abbiano già comunicato al sindaco che ci sono tutti i presupposti per passare all’appoggio esterno. Altro che coesione. Maggioranza che si sgretola. Numeri risicati e difficoltà di governo, e il sindaco tenta anche di gonfiare il petto davanti ai microfoni di chi non ha il coraggio di mostrargli la verità?

Per fortuna che Minformo è sempre dalla parte della verità e cerca di fare chiarezza e per restare in tema, visto che il primo cittadino si è dichiarato fervente credente in Sant’Antonio di Padova, gli suggeriamo di non gridare più “Viva S.Antonio” poiché esso è un grido pagano e intriso di ignoranza. Un vero cattolico sa che augurare vita ad un santo – per altro morto e sepolto visto che l’unico che è risorto è stato solo Gesù Cristo – è pura blasfemia. Speriamo per gli afragolesi che non lo siano pure le dichiarazioni del primo cittadino.

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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