Arzano sciolta per camorra. La terza volta in 14 anni. Un disastro di portata storica. Un fallimento senza precedenti. Gli arresti eccellenti del passato riguardanti l’ex sindaco Pdl, Giuseppe Fuschino, insieme agli altri due scioglimenti per infiltrazioni mafiose, non hanno insegnato nulla. Proprio nulla. Chiaramente occorrerà conoscere (questione di giorni) nei dettagli la relazione stilata dai commissari. Solo in quel momento si potranno approfondire eventuali responsabilità degli attori in campo. Per adesso resta la certezza di un sistema malato e deviato fino al collo. E che la politica non ha saputo arginare con gli anticorpi necessari.
Nemmeno quando alla guida della città c’è stata Fiorella Esposito, la sindaca che, più di tutti, ha incarnato la discontinuità. Il movimento di rottura necessario per “bonificare” un territorio devastato dal cemento selvaggio e dalla sete di potere dei clan. Con tutti i limiti e le difficoltà del caso. Senza se e senza ma. Ma dopo il provvedimento, di cosa parliamo? La sindaca “antisistema” vittima del sistema? Impossibile dirlo per ora. Lo scioglimento è avvenuto sulla base delle indagini degli 007 della Prefettura sui 20 mesi dell’amministrazione Esposito (poi sfiduciata). E questo è un dato di fatto. Il punto è un altro. La politica locale, al netto degli schieramenti, non si azzardi a speculare sull’ennesima sconfitta in città. Non si azzardi a spalare fango su nessuno. Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose è uno smacco alla città. Uno schiaffo alla parte sana di Arzano distinta e distante dalle organizzazioni criminali. Se la classe dirigente intende utilizzare lo scioglimento come “clava” contro l’ex sindaca, senza peraltro conoscerne le motivazioni, siamo davvero alla frutta. Siamo al degrado più totale. Lo scioglimento per camorra è un provvedimento di natura preventiva, e non punitiva. Lo Stato anticipa la degenerazione. Interviene prima del terremoto. Prima della compromissione micidiale fra camorra e politica. Il criterio è sacrosanto ma va rivisto. Anzi, va rimodulato ed aggiornato. Funziona solamente in parte. La domanda resta la stessa.
Come mai si ripresentano gli stessi personaggi nonostante, ed è capitato in diversi comuni, due, tre scioglimenti? Che senso ha commissariare un comune se la politica si dimostra immatura dinanzi agli avvertimenti dello Stato? Appunto, manca la politica. Manca la classe dirigente sana che smetta di criminalizzare il perimetro politico. Si additano colpe. Si punta il dito contro il sindaco in questione senza conoscere i fatti. Ecco la vera antipolitica. Chi oggi tenta di screditare l’amministrazione arancione sulla base del nulla, del “sentito dire” e dopo pochi giorni dal terzo scioglimento, fa un danno alla città. Un danno di proporzioni incredibili dietro la macchina del fango. L’ennesima strumentalizzazione da parte dei corvi di frontiera che continuano a schiacciare un’intera comunità sotto i colpi della grande vergogna. Sicuramente qualcosa, o qualcuno, non è andato per il verso giusto. Scelte sbagliate, mancati controlli. Tutto ciò che può rientrare in un provvedimento così letale. Ma prima delle colpe esistono le responsabilità. Gravi, nette e di natura squisitamente politica. Si rincorre il bersaglio anziché l’anticorpo. Perché le forze politiche in città, oltre le divisioni partitiche, non si interrogano sui motivi dei 3 scioglimenti in 14 anni? Perché si è arrivati al declino senza storia nonostante Fiorella Esposito rappresentasse la discontinuità più pura degli ultimi 30 anni?
Ad Arzano esiste un sistema oscuro che divora la città da sempre? Probabilmente si. E si serve dei soliti galoppini per chiudere accordi nel buio. Su questo versante la politica, seppur dopo anni di ritardo, si dimostri finalmente matura e faccia un’assunzione di responsabilità. Basta macchina del fango. Basta inciuci. Basta veleni. Si superi anche l’ansia da prestazione in attesa della fatidica relazione. Per chi non lo sapesse, il dossier di qualsiasi scioglimento analizza il quadro storico, il contesto generale in cui amministratori e dirigenti si muovono. Punto. Il campo oltre i calciatori. Il teatro oltre gli attori. Ed è lì che il repulisti diventa necessario. Ora più che mai. Prima che sia troppo tardi.