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Politica

Il viaggio della Lega in Campania. Ecco cosa si nasconde dietro il piano (silenzioso) di Matteo Salvini

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Elezioni europee. Candidati in cerca di voti e consensi per la riconferma a Bruxelles. La legge ci vieta di diffondere i sondaggi dei singoli partiti nelle ultime due settimane prima del voto. Ma la forza (e la sostanza) delle forze politiche in campo è nota a tutti. O quasi. Spostiamoci sul Governo. O meglio, all’inarrestabile ascesa della Lega in Italia. Soprattutto al Sud. Da circa un anno Salvini sta trasformando, anche attraverso una strategia comunicativa forte e chiara, un movimento locale e “perimetrato” nelle regioni del nord, in un partito di caratura nazionale. E al momento i fatti gli danno ragione. Può piacere o meno. Addirittura è arrivato al primo stop. Salvini dal canto suo, dopo la marcia trionfale dell’ultimo anno, ha subito la prima sconfitta sul piano politico. Il caso Siri. La storia è nota a tutti. L’esponente del Carroccio è indagato per la questione legata alla manovra sulle energie rinnovabili. Indagato, non imputato. Nessun invito a procedere. Nessun processo. E nessun atto di conclusioni indagini (415 bis).

Solo indagini preliminari partite da un impianto accusatorio. Punto. Qui non si tratta di garantismo o di giustizialismo. Esiste la presunzione di innocenza. Le urla di Salvini tese a difendere il fedelissimo leghista, il silenzio della Lega e la deriva giustizialista (ed opportunista a questo punto) del M5S, hanno fatto il resto. Niente di più squallido. Ma non è questo il punto. Torniamo all’ascesa del Carroccio al Sud. Precisamente in Campania. Il dominus del partito in regione, secondo molti addetti ai lavori, è Vincenzo Nespoli. Ex parlamentare di An e Forza Italia (le cui vicende giudiziarie sono note da tempo). Occorre fare chiarezza sul punto. Questione di tempi e di scelte. Andiamo con ordine. Alle ultime elezioni politiche la cricca nespoliana esprime l’elezione al Parlamento di Pina Castiello, fedelissima di lungo corso dell’ex sindaco di Afragola. Una strada che viene da lontano. Fino alla nomina a Sottosegretario per il Sud. Un ruolo importante che rafforza l’asse Salvini – Roma – Campania. Da lì si prevede l’ennesima scalata al vertice del potente politico afragolese. Ed invece no. Qualcosa si inceppa nei mesi successivi. Polemiche su polemiche in tutta Italia legate all’imbarazzante figura di Nespoli nel cuore della Lega. Da Roma, dopo un embrionale ripensamento da parte dei capi romani, arrivano decisioni ciniche volte a prendere le distanze dal blocco afragolese. Dopo il tam tam mediatico “anti Nespoli” successivo alle Politiche, Salvini, in compagnia di Pina Castiello, arriva ad Afragola, grande comune alle porte di Napoli e città natale della bionda sottosegretaria e dello stesso Nespoli, ad inizio gennaio.

Succede il finimondo. Il famoso “baciamano” è soltanto la punta dell’iceberg. Ovvero la fase avanzata della rivisitazione leghista in Campania. Il dado è tratto. Salvini sembra su tutte le furie. Qualche giorno dopo arriva il siluramento. Spietato. Spregiudicato. Ma necessario. Con un colpo “romano”, Vincenzo Catapano, sindaco di San Giuseppe Vesuviano, storicamente vicino alle posizioni politiche degli esponenti afragolesi nonché fresco amministratore leghista al Sud, viene “decapitato” dalla carica di Responsabile degli Enti Locali. A distanza di 4 mesi dalla nomina. Un fulmine a ciel sereno. Senza una comunicazione preventiva ed in assenza di un fallimento politico sul campo da parte del primo cittadino vesuviano. Roma indica come successore Biagio Sequino, giovane consigliere comunale a Calvizzano, piccolo comune dell’hinterland napoletano. Andiamo avanti. Odore di europee. Sul tavolo dei candidati leghisti c’è un altro fedelissimo (e nipote) di Nespoli. Camillo Giacco, già consigliere ed assessore in terra afragolese. La candidatura di Giacco rappresenterebbe la presenza politica dell’ex leader di Alleanza Nazionale nei circuiti del Carroccio. Anche qui, cilecca assoluta. Niente candidatura. Altra bocciatura degna di nota. A questo dato si aggiunge la nomina di Sequino. Un giovane alla guida in regione del primo partito in Italia? Non ci crede nessuno.

Innanzitutto un dato per la verità. A Nespoli va riconosciuto di essere stato il pioniere del Carroccio in regione. E forse nel Mezzogiorno. Il primo ad intercettare la Lega come fenomeno crescente nel Meridione. E chi lo conosce, sa che una certa lungimiranza nei processi politici ed elettorali non gli è mai mancata. Ora la verità è un’altra. La Lega resta in attesa di una nuova (e vera) classe dirigente. Autorevole, seria. Distinta e distante dalla degenerazione napoletana degli ultimi anni. Salvini sa bene che in Campania dispone di una fetta consistente di voti di opinione. Adesso servono i generali e le truppe. I mister preferenze. Il radicamento politico del partito. La stessa cosa che avviene al Nord da 20 anni. Sindaci, consiglieri provinciali, regionali, deputati. Tutti inseriti in una struttura funzionale ai territori. Insieme a quella classe dirigente che manca disperatamente in terra campana.

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POLITICA

Nomine Ue, il Pd: “Auguri a Raffaele Fitto, ma noi mai con i nazionalisti”

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Il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, nell’Aula della Camera ha augurato buon lavoro a Raffaele Fitto in Ue rimarcando al contempo che “nessuna apertura politica ci potrà essere per noi in quella commissione a nazionalismi in Ue”.

Provenzano ha quindi invitato ad un “approfondimento” politico su quanto affermato da Fitto, sostenendo che “i toni trionfalistici di Foti (il capogruppo di FdI alla Camera che aveva parlato di vittoria dell’Italia e di Meloni, ndr) sono “smentiti”.

“In audizione Fitto ha contraddetto tutte le posizioni politiche portate avanti da questa maggioranza” affermando “l’impegno a perseguire l’interesse europeo non solo secondo i trattati ma anche secondo le linee guida presentate a luglio da von der Leyen” per esempio nella “difesa del green deal da possibili arretramenti”, ha aggiunto.

“Nell augurare buon lavoro a Fitto con l’auspicio che” faccia “il commissario europeo” in modo “migliore” di come ha fatto “il ministro, ritengo che tutti insieme – e il Pd lo farà – dovremo impegnarci pertanto a provare a portare avanti un processo di integrazione”, ha affermato il dem. 

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Dal Mondo

Corte penale internazionale: mandato di arresto internazionale per Netanyahu per ‘crimini di guerra’

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La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell’ambito della guerra a Gaza “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”, riferisce una nota parlando di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.

La Camera preliminare I della Corte penale internazionale “ha emesso all’unanimità un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Deif”, il capo militare di Hamas che Israele ritiene di aver ucciso in un bombardamento sulla Striscia di Gaza lo scorso luglio.

Lo si legge in una nota della Corte la quale spiega che, dopo ulteriori richieste di informazioni a Israele e Palestina, la Camera preliminare “non è in grado di stabilire se Deif sia stato ucciso e sia ancora in vita”. Pertanto, ha emesso il presente mandato d’arresto contro Deif “per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023”. La nota ricorda inoltre che la Procura aveva chiesto anche l’arresto di “altri due importanti leader di Hamas, vale a dire Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar”, ma le richieste sono state ritirate “dopo la conferma della loro morte”. “L’accusa – prosegue la nota – continua a indagare sui crimini nel conflitto in corso e prevede che verranno presentate ulteriori domande di mandato d’arresto”.

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Attualità

Il nuovo Codice della strada è legge: come cambiano regole e sanzioni

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Il nuovo Codice della Strada è legge. Entrerà in vigore nelle prossime settimane, dopo la promulgazione del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ma intanto il testo ottiene il via libera del Senato, dopo quello della Camera del 27 marzo scorso.

Cavallo di battaglia del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il rinnovato CdS aggiorna le regole approvate nel 1992 con una serie di novità, che vanno dalla stretta alla guida sotto effetto di alcol e droghe a quella sull’uso dei telefoni in auto, passando per i nuovi limiti di velocità o ai neopatentati, ma non solo.

GUIDA IN STATO DI EBREZZA:
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 g/l si riceve una sanzione tra 573 e 2170 euro, con la sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 g/l si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria, con la sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno.
– se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 g/l la contravvenzione è punita con una sanzione detentiva e pecuniaria e sospensione della patente da 1 a 2 anni.

CELLULARI:
– la sanzione per chi guida con lo smartphone andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 1000 euro.
– la sospensione della patente può arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti.
– mini sospensione automatica della patente per chi viene sorpreso al volante con lo smartphone in mano.

DROGHE, VELOCITÀ E ANIMALI:
– per chi risulterà positivo ai test anti-droga scatterà la revoca della patente e la sospensione di tre anni
– sanzione da 173 a 694 euro a chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi di velocità
– revoca e sospensione della patente da sei mesi ad un anno per chi abbandona gli animali in strada. Inoltre si rischiano fino a sette anni di carcere se questo causa un incidente con morti e feriti.

MONOPATTINI:
devono essere dotati di assicurazione, targa e frecce, ed è obbligatorio l’uso del casco. Inoltre, si potrà circolare con i monopattini solo sulle strade urbane con limiti sotto i 50 km/h e non più sulle piste ciclabili e nelle isole pedonali.

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