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[ESCLUSIVA] Tommaso Ragno: “Sono diventato attore con la pratica teatrale”

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Tommaso Ragno è uno degli attori più interessanti ed apprezzati nel panorama cinematografico italiano.

Incisivo e straripante nelle sue interpretazioni, è interprete teatrale di razza ed ha recitato diretto da Strehler, Luca Ronconi, Toni Servillo.

In televisione è stato protagonista di fortunate serie, da Distretto di polizia a Il miracolo di Ammaniti.

Parlare con Tommaso è esperienza coinvolgente, proprio come è la sua voce.

Di recente è stato protagonista del film per la tv LA STAGIONE DELLA CACCIA, tratto da un romanzo di Andrea Camilleri.

di Monica Cartia

Tommaso, attore sei nato o lo sei diventato?

Attore lo sono diventato con la pratica teatrale, facendolo. Ho riconosciuto molto presto di avere un tipo di attitudine mimetica, ma è stato solo negli anni che questa dimensione si è incorporata nella mia vita.

Quali sono stati i punti di riferimenti della tua carriera?

Ho potuto fare il mio apprendistato di attore in un tempo in cui in Italia questo era considerato ancora un lavoro. Ho lavorato con i migliori registi che si potessero incontrare: Martone, Ronconi, Castri, e tra tutti il punto di riferimento resta Carlo Cecchi non solo perché è con lui che ho lavorato a più riprese ma perché ha incarnato un modo di stare nel teatro che non a caso ha formato generazioni di attori. 

Hai ottenuto un grande successo pubblico interpretando Padre Marcello, un prete eccessivo e sgradevole, in IL MIRACOLO, di Niccolò Ammaniti, definita la serie tv dell’anno. Come ti sei calato nelle vesti di quel personaggio?

Leggendo e rileggendo la sceneggiatura, studiandola a fondo. Il lavoro fatto ne “Il Miracolo” è stato estremamente complesso, sotto tutti i punti di vista. Niccolò Ammaniti è stato sempre presente sul set a dirigermi, il personaggio di Padre Marcello era sempre al limite ed era fondamentale che ci fosse il creatore della serie a indicare la misura di tragico e grottesco da incorporare ed esprimere. È un lavoro che si realizza insieme, anche se è necessario fare i compiti a casa prima, perché quando sei sul set le cose possono cambiare ed essere diverse da come te le eri immaginate. Dunque è fondamentale essere flessibili e pronti a buttare via tutto per modificarsi secondo l’esigenza del regista. 

Recentemente è andata in onda su Rai1 La Stagione della Caccia, un film capolavoro tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, apprezzatissimo da un pubblico di ben 8 milioni di spettatori. Sei protagonista nel ruolo del marchese Filippo Peluso, giovane ed anziano, il patriarca siculo nella saga familiare. Come è stato recitare in dialetto siciliano e dar vita ad un uomo come lui?

Temevo molto di non esser in grado di incarnare questi due personaggi, perché non essendo siciliano rischiavo di farne una macchietta, sono stato invece aiutato in particolare da Ninni Bruschetta sulla lingua e l’inflessione che sono poi anche dei modi del pensiero e del corpo di una certa tipologia del siciliano. Ho avuto un mese di tempo per fare mia questa dimensione prima di arrivare sul set e Roan Johnson è stato magistrale nel dirigermi, conosceva molto bene la materia e Camilleri offre una grande gioia nel poter incarnare i suoi personaggi. Detto semplicemente: ti fa godere fisicamente nel recitarlo.

Quanto c’è della tua indole nei personaggi che interpreti? Essi esprimono una forte inquietudine esistenziale e la trasmettono al pubblico.

Rispondo sempre con la frase di Amleto quando, dopo aver visto il primo attore commuoversi sul racconto di Ecuba, si domanda: “Chi è Ecuba per lui e lui per Ecuba?”, in un certo senso è tutta qui la domanda che contiene il lavoro dell’attore. Cioè il pubblico deve chiedersi, vedendo un attore dibattersi sulla scena,: “ma ci fa o c’è?”, deve poter avere questo dubbio, perché se è vero che da un lato entrando in una sala a teatro o al cinema si accetta il patto di sospensione dell’incredulità, dall’altra ci dovrebbe essere l’ambizione di aver restituito allo spettatore un senso di sè e delle cose diverso da come era quando ha scelto di entrare. Poi certo ci possono esser coincidenze psichiche, biografiche, emotive, che concorrono a formare una parte del personaggio, ma questo dipende dal talento più importante dell’attore, a mio avviso, cioè la sua capacità di rielaborare le cose.

Tre attori italiani che apprezzi in questo momento.

Ce ne sono tanti, ma in particolare Elio Germano, Alessandro Borghi, e Davide Enia, che non è solo un attore, ma anche autore e grande uomo di teatro. 

I sogni nel cassetto di un attore.

Sì ne ho, ma non li dico perché temo che poi non realizzino. 

Sei innamorato?

Sì.

Che cosa porteresti con te su un eremo?

I miei amici più cari, quelli coi quali non c’è bisogno di spiegarsi ogni volta. E dell’ottimo vino.

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Giugliano, via Santa Caterina da Siena rivede la luce dopo sei anni: l’annuncio del sindaco

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Via Santa Caterina da Siena a Giugliano rivede la luce dopo sei anni di attesa. Infatti, dopo il crollo dovuto alle forti piogge del 23 febbraio 2018, arrivano buone notizie.

L’annuncio è stato dato dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi:

“È una notizia che segna un momento fondamentale per la nostra città: la Regione Campania ha approvato un finanziamento di 20 milioni di euro per il rifacimento del collettore fognario di via Santa Caterina da Siena. Si tratta di un’opera attesa da oltre 6 anni, da quella terribile notte in cui la strada crollò, causando enormi disagi e difficoltà per i residenti di via Santa Caterina e delle zone limitrofe”.

Poi, prosegue: “Questa situazione non poteva e non doveva continuare oltre. Fin dall’inizio del mio mandato, mi sono battuto con determinazione per ottenere le risorse necessarie a risolvere definitivamente questo problema. Oggi posso dirvi che quella promessa non è rimasta tale: abbiamo raggiunto un traguardo importante, che rappresenta un segno concreto del nostro impegno quotidiano per migliorare la città”.

Infine, Pirozzi ha poi spiegato che è in fase di realizzazione il progetto esecutivo:

“Dopo l’aggiudicazione dell’appalto finalmente partiranno i lavori, ponendo fine ad una situazione che per troppo tempo ha penalizzato il nostro territorio”.

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Il piccolo Ethan riabbraccia finalmente la madre Claudia: “Sono felicissima”

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una madre e di un figlio che si sono ritrovati dopo circa tre mesi.

Si tratta del piccolo Ethan, che ha finalmente riabbracciato la madre Claudia, dopo che lo scorso agosto il padre del piccolo nonché ex marito della donna, Eric Howard Nichols, le aveva sottratto con l’inganno il bambino mentre erano in vacanza in Puglia.

Tuttavia, la Polizia statunitense è riuscita a rintracciare e bloccare l’uomo nella contea di Orange a Los Angeles, dove si era trasferito con il figlio dopo la fuga. Pertanto, intorno alle 23 di ieri la donna è arrivata a Los Angeles riabbracciando il figlio.

Ecco le parole della donna:

“Sono felicissima. Come mi ha visto, mi ha fatto il suo splendido sorriso. L’ho trovato cresciuto, molto più pesante, ormai ha sei denti e gattona velocissimo. Si mette dritto in piedi da solo, è meraviglioso essere di nuovo con lui”.

Adesso il piccolo è stato affidato temporaneamente alla madre Claudia Ciampa, poiché ci sarà un percorso giudiziario che vedrà come controparte il padre americano del bambino, con un giudice che deciderà sull’applicazione della Convenzione Internazionale de L’Aja e a chi spetterà tenerlo definitivamente.

“Ora cominceranno le udienze, di cui la prima sarà già domani. Speriamo che si risolva tutto per il meglio e al più presto, così che possiamo tornare insieme in Italia”, afferma Claudia dall’America.

L’avvocato Gian Ettore Gassani, difensore di Claudia e presidente dell’AMI ha aggiunto:

“Il ministero invita tutti alla calma e siamo d’accordo anche io e la madre. Siamo solo all’inizio di un’avventura difficile, che ci farà attendere ancora un po’ di tempo per la decisione finale del giudice sul rimpatrio della signora Ciampa e di suo figlio”.

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Napoli celebra Maradona con un raduno a lui dedicato: le ultime

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Diego Armando Maradona continua a vivere nel ricordo di chi lo ha amato e di chi ne ha ammirato le gesta, soprattutto quella città di Napoli che non lo ha mai dimenticato.

Pertanto, grazie all’idea dell’avvocato Sergio Pisani, la figura del Pibe de Oro sarà celebrata nel raduno intitolato ‘Maraduno’, che vedrà la partecipazione attiva del pubblico protagonista del primo murales umano dedicato al compianto campione argentino.

Il raduno si terrà all’Edenlandia di Napoli domenica 24 novembre, con l’obiettivo di unire i tifosi, i sostenitori di Diego e la città intera. Gli organizzatori invitano i partecipanti a portare foto dei loro tatuaggi e tributi artistici dedicati al campione argentino, che verranno poi trasformati in un murales collettivo.

L’inizio è fissato per le ore 12, con un dj set a tema Maradona e proiezioni su un maxischermo. Seguiranno l’esibizione della Banda Argentina e canti in onore di Diego; la raccolta e l’esposizione di cimeli e tatuaggi tributo a Maradona, con apertura del progetto murales umano; una mostra dei cimeli storici di Maradona; la premiazione dei 10 personaggi vicini a Diego e una foto di gruppo per il libro celebrativo realizzato con l’editore Cuzzolin, con le fotografie che verranno scattate dai professionisti Mario Durante e Nico Nocera.

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